«Spero che avremo un Paese più semplice, capace di liberare le energie, mettendo da parte singoli schieramenti. Un Paese che comprenda che ora ci sono da fare delle cose. Se si fanno, si vince la madre di tutte le battaglie, che è il lavoro»
Matteo Renzi, Domenica Live, 19/10/2014
Il vero banco di prova per Matteo Renzi, Presidente del Consiglio e talentuoso showman, non è certamente costituito dalla riforma del lavoro, dal taglio delle tasse modello “partita di giro” o dalla copertura finanziaria degli 80 euro alle neomamme (auguri!).
No, la madre di tutte le battaglie è un’altra, e Matteo lo sa bene. E’ il cambiamento più importante, quello che nessuno è mai riuscito a fare (e Renzi in fondo è l’unico che potrebbe almeno provarci). E’ la riforma della giustizia, a cui è legata la sorte di tutti gli altri “cambi di verso” annunciati dal Presidente del Consiglio.
Vero è che la strada presenta diverse asperità. Se ci pensate bene, non appena Matteo ha cominciato a parlare di giustizia, gli avvisi di garanzia sono scattati con la precisione di un orologio svizzero; alla faccia di chi si ostina, anche in buona fede, a negare una lapalissiana evidenza. Possiamo ritenere che siano meritati, questi avvisi che “garantiscono”, ci mancherebbe… ma sempre di alta orologeria si tratta, e questa è oggettivamente una verità su cui pochi hanno il coraggio di riflettere senza il paravento dell’ideologia o dell’appartenenza politica.
Con Renzi, osservando il susseguirsi dei fatti, la tecnica è stata quella dell’accerchiamento. Prima con i suoi uomini in Emilia; subito dopo con i parenti stretti. Se proprio il giovin signore non la vorrà capire, verrà fuori qualche fascicolo che lo riguarda personalmente, dimenticato (per ora) nei cassetti di qualche procura. La storia insegna.
Penso che Matteo Renzi abbia comunque capito. Di giudici e magistratura, se avete notato, non si sente più parlare, almeno dalle parti di Palazzo Chigi. Alzando ad arte il polverone sull’articolo 18 (il lavoro, “la madre di tutte le battaglie”), il premier ci ha dato in pasto il boccone per lui meno indigesto. Lasciando a noi il compito di ingoiarlo, con 80 euro di Alka Seltzer.