Palazzo Ghilini addio: il bilancio ‘politico’ di Paolo Filippi [Controvento]

Filippi Paolo nuovadi Ettore Grassano

Chi lo conosce bene garantisce che in questi giorni Paolo Filippi abbia dato, tra amici, segnali di commozione vera, lontano da taccuini  e telecamere. A dimostrazione che anche i politici, o almeno una parte di loro, hanno pur sempre un’anima nascosta sotto la corazza.

Ieri invece, in conferenza stampa di fine (doppio) mandato a Palazzo Ghilini, il presidente della Provincia uscente (“scado ufficialmente alle 24 di lunedì sera, e il nuovo presidente si insedierà alle 8 di martedì”) ha scelto la strada dei numeri, sciorinati con non poco orgoglio.

Un pareggio di bilancio 2014 (ufficialmente approvato mercoledì, con parere favorevole dei revisori dei conti) poco sopra i 149 milioni di euro, di cui circa 84 milioni di spesa corrente (“ed erano 115 solo tre anni fa, per dire quanto siamo stati costretti a tagliare su tutti i fronti, a partire dagli investimenti, ma mantendendo inalterate funzioni e servizi”).

Con tono pacato e istituzionale, come il contesto del resto esigeva, Filippi ha ripercorso dieci anni di investimenti sul fronte viabilità e scuole (“2.200 chilometri di strade, con opere simbolo come l’allargamento della statale tra Spinetta e Alessandria, e diverse circonvallazioni e ‘bretelle’ in giro per la provincia. E poi 31 edifici scolastici in condizioni mediamente più che buone, che ospitano 15 mila studenti: 3 mila più dello scorso anno”), evidenziando come i debiti complessivi dell’ente (circa 140 milioni di euro, con relativi mutui) siano dovuti a queste scelte strategiche di sviluppo, “e non certo a consulenze, feste o sprechi”.

Filippi è apparso sereno anche sulla vicenda Energia&Territorio, la partecipata della Provincia attualmente in liquidazione, e attorno alla quale ogni tanto qualcuno torna ad agitare le acque, sul fronte fidejussioni bancarie: “polemiche che lasciano il tempo che trovano: tutto è stato fatto in maniera più che legittima, con l’approvazione del consiglio provinciale, e aprendo mutui per finanziare i progetti di crescita della banda larga. Lo scenario è poi cambiato completamente con la crisi, e i tagli pesantissimi delle risorse: ma la vicenda E&T è assolutamente trasparente”.

Sul futuro dell’Ente Provincia Filippi esprime fortissime preoccupazioni, non daPalazzo Ghilini ora: “ho sempre denunciato la gravità di certe scelte dei diversi governi centrali degli ultimi anni: se a Roma e nelle Regioni grasso che cola ce n’è ancora, eccome, è lì che si dovrebbe intervenire. In caso contrario difficilmente questo Paese si salverà. Invece abbiamo subìto, nell’ultimo triennio, una politica di tagli insostenibili sugli enti locali, e sulle Province in particolare. Ai nostri successori noi, al contrario di altre realtà in dissesto o prossime ad entrarci, consegniamo però un ente in pareggio, grazie al lavoro di grande qualità di tutti gli amministratori che mi hanno affiancato in questi anni, a partire dall’assessore al Bilancio Gianfranco Comaschi: che anche oggi è a Roma, alla Cassa Depositi e Prestiti, perchè ci impegniamo senza risparmio fino all’ultimo giorno”.

E il futuro politico di Paolo Filippi? “Che nei giorni scorsi mi sono iscritto al Pd lo sapete, l’ho anche scritto su facebook, e lo avevo preannunciato da tempo. Del resto, mi sono speso in prima persona sia alle primarie nazionali (pro Civati, ndr) che a quelle regionali (a sostegno del vecchio amico Davide Gariglio), contribuendo anche, alle recenti regionali, a far eleggere un consigliere a Torino, dopo essere stato soggetto e oggetto, in campagna elettorale, delle note vicende che non stiamo a rivangare. A pensarci bene le uniche primarie a cui, per senso di responsabilità verso questo ente, scelsi di non partecipare furono quelle dell’autunno 2012″, Quelle che avrebbero potuto portarlo a Roma,  tanto per ricordare en passant come sono andate le cose.

Filippi RossaAltro Filippi non dice, anche se ci sono voci di corridoio che lo danno più appassionato di politica che mai, ed intenzionato, al fianco di Rita Rossa, a puntare sulla conquista della direzione provinciale del partitone. Non in prima persona, si intende, ma valorizzando risorse che, in giro per la provincia, certamente non mancano. Dalle parti di Pontecurone ad esempio, secondo il tam tam di questi giorni. Ieri invece, nel giorno del commiato con i media, al fianco di Filippi c’erano gli assessori Vincenzo Demarte, Cristina Mazzoni e Gianni Barosini, già presidente del consiglio provinciale, e probabile prossimo presidente del Comitato di indirizzo per la gestione di Marengo, Cittadella e Museo del Cappello.

Ora, con l’elezione ‘di secondo grado’ di domenica affidata agli amministratori locali dei 190 comuni del territorio, cala il sipario sulla gestione Filippi di Palazzo Ghilini. A partire da martedì toccherà al sindaco di Alessandria Rita Rossa il compito non agevole del ‘doppio incarico’, con ‘spola’ da un lato all’altro di piazza della Libertà. In attesa che da Roma e da Torino vengano sciolti i nodi legislativi, organizzativi e finanziari sul futuro dell’Ente.