Edilizia pubblica: cioè di nessuno? [Controvento]

Scuola banchidi Ettore Grassano

Nel giro di pochi giorni, due notizie dello stesso tenore: a Tortona una scuola (pubblica) per l’infanzia dichiarata inagibile, e per la quale si stanno valutando varie ipotesi, tra cui la demolizione.

A Casale Monferrato, una struttura sanitaria (pubblica) che, a detta del primo cittadino, “presenta criticità strutturali davvero incredibili”.

In entrambi i casi, si parla di edifici di costruzione recente (per Tortona) e recentissima (Per Casale).

La domanda, naturalmente, è: come è possibile? Ma anche: e adesso chi paga? Sempre e soltanto i cittadini, attraverso le mille e una tassa e balzelli vari, o chi ha costruito certe schifezze, e magari anche chi, nella pubblica amministrazione, avrebbe dovuto controllare, e non lo ha fatto in maniera adeguata?

Magari sono due casi diversissimi uno dall’altro. Magari rarissimi (ma francamente ne dubitiamo), e con spiegazioni plausibili. Ma la sensazione, invece, che tutto ciò che è pubblico in questo Paese sia di nessuno, e quindi soggetto a costi gonfiati nella realizzazione, speculazioni, scarsi controlli, è davvero forte.

Tanto, appunto, alla fine pagano i cittadini, in maniera indiretta e quindi inconsapevole. Che davvero il commissariamento tedesco del premier Renzi e dell’Italietta tutta sia l’unica soluzione per evitare che la farsa di sempre finisca in tragedia collettiva?