Intervento Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale ad Alessandria su Rendiconto 2012 e 2013
Grazie Sig. Presidente,
Sig.ra Sindaco,
Intervenendo sui rendiconti 2012 e 2013 intendo, molto modestamente, focalizzare l’attenzione sul sistema della programmazione finanziaria, tralasciando l’importante e fondamentale parte programmatica concentrandomi sul sistema di Bilancio che traduce in un metodo misurabile e quantificabile il progetto, per formulare alcune osservazioni critiche sui rendiconti che rappresentano null’altro che “la fotografia dell’avvenuto”, fondandosi su dati stabilizzati e certi, in altri termini un “com’è andata” sia sotto l’aspetto amministrativo sia sotto quello finanziario.
• Breve richiamo del sistema di contabilità pubblica
Il fulcro del sistema di contabilità pubblica è il Bilancio di Previsione annuale e pluriennale. Detto documento, normalmente da redigersi entro il 31 dicembre dell’anno precedente (aimè ormai tradizione persesi nelle nebbie dell’incertezza assoluta: quest’anno si redigerà entro questo mese e cioè a metà anno e s’ipotizza un rinvio a settembre), rappresenta sulla carta le ipotesi di entrate e di spesa prevedibili nell’anno successivo.
Sua caratteristica principale è la “veridicità” e cioè il corrispondere nella previsione il più possibile al vero senza rischiare di fare previsioni di entrate irrealizzabili e spese insufficientemente stimate.
Un documento non statico ma in continuo divenire. Approvato nell’anno precedente con realizzazione sulla carta del pareggio (ad esempio 2012), nell’anno di esercizio (seguendo l’esempio, 2013) la previsione di pareggio, tra entrate e spese (per semplicità) si deve trasformare in reale pareggio come dire “sul campo”.
Così la norma prevede attraverso il PEG (Programma Generale di Esecuzione) che ogni previsione sia realizzata e se occorrono aggiustamenti (spostamenti di poste di bilancio), questi di volta in volta devono essere fatti sino a scadenze prefissate (entro settembre e novembre), nell’anno di gestione in modo che alla fine dell’anno di esercizio il pareggio sia effettivamente garantito e concretamente realizzato.
Ecco che le entrate previste si devono trasformare in “titoli di credito” che le rendano esigibili e a loro volta s’incassino e diventino denaro contante, le spese devono rientrare nei budget assegnati e, verificati la qualità e quantità dei beni e servizi acquistati si trasformino in impegni formali (obbligazioni) assunti e si proceda, col denaro delle entrate, a saldarli senza creare debito.
Se si persegue sistematicamente la corretta gestione delle entrate e delle spese, il sistema brevemente e sommariamente descritto funziona senza che si creino crediti e cioè mancati incassi (tecnicamente residui attivi) da una parte, e dall’altra si creino debiti da saldare (tecnicamente residui passivi).
La mancanza d’incassi previsti genera pericolo di future inesigibilità e cioè crediti non più incassabili, per motivi vari (fallimenti, irreperibilità del debitore, ecc.) che a loro volta generano necessità di trovare altre risorse per fare fronte ai debiti da saldare con aggravio o di pressione fiscale ai cittadini e imprese o, se possibile accedere a finanziamenti straordinari previsti da norme apposite stabilite da leggi.
Le recenti previsioni legislative di finanziamento, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, per il pagamento dei debiti pregressi della P.A. testimonia l’ormai endemica cattiva gestione passata e presente degli Enti Pubblici. Anche il nostro Comune ha già usufruito e chiederà finanziamenti per pagare debiti ante e post dissesto. Debito nuovo per saldare debito precedente. Il contrario dei Precetti Costituzionali. Sappiamo tutti che l’Italia è sotto infrazione Comunitaria proprio su tali ritardi.
Cosa che se si fosse dato correttamente corso al sistema brevemente sopra descritto, oggi non si sarebbe avverata, i pagamenti sarebbero stati puntuali.
• Alcune considerazioni sul Rendiconto.
La premessa ci permette di passare sommariamente all’esame del Rendiconto 2013 (quello 2012 è più che altro un dovere ormai formale e superato da quello successivo).
Come accennato, il Rendiconto si basa su dati certi e consolidati e realizza una descrizione contabile dell’attività svolta e delle scelte politiche e amministrative attuate nel corso del 2013.
Iniziamo dal commentare il “Risultato di amministrazione”. Il disavanzo denominato formale al 31 dicembre 2013, nella realtà sostanziale per le casse del comune, per i richiami appena descritti, rappresenta l’ammontare dei deficit contabili di oltre 50,3 milioni, che se non esistesse il dissesto, nel suo totale ammontare dovrebbe trovare copertura antro i tre esercizi successivi (2014 – 2015 2016). Esistendo il dissesto, quota parte di esso, per circa 46,8 milioni è stata stornata dall’amministrazione del comune e passata all’OSL, ma attenti i Commissari fungono semplicemente come Ufficiali pagatori e utilizzeranno risorse messe loro a disposizione dal comune che resta comunque il Debitore.
Proprio dalle dichiarazioni del Sindaco a commento della 1a Delibera di pagamento dissesto procedura semplificata, su cui diremo alcune parole in seguito, precisa che ciò si è reso possibile a fronte dei 5,6 milioni che il Comune ha messo a disposizione dell’O.S.L.
La restante parte del disavanzo ammontante a 3,4 milioni circa sarà cura gestirla direttamente dal comune tramite il proprio Servizio Finanziario.
Questa precisazione mi sembra necessaria per correttezza di informazione ai nostri cittadini.
Passando al Rendiconto parte finanziaria, intendo soffermarmi sulle dinamiche dei residui, e cioè i mancati incassi (residui attivi) e la sofferenza dei pagamenti come da obbligazioni assunte (residui passivi) che nel corso del 2013 sono esplosi testimoniando una evidente carenza di liquidità che ricordo in parte fu uno degli elementi rilevati dalla Corte dei Conti a comprova dello stato di dissesto, unitamente a tanti altri fattori.
• Residui attivi, cioè crediti non riscossi
Da un totale di 17,4 milioni maturati nel 2012, si è passati a 42,8 milioni generati nel 2013. In particolare la preponderanza la troviamo nella Parte corrente (Titoli I° entrate tributarie-Titolo II° contributi e trasferimenti da altre Amministrazioni Pubbliche – Titolo III° entrate extra tributarie) dove nel corso del 2013 non si sono incassati circa 40 milioni, su un totale di 105 milioni accertati , che rappresenta quasi il 38% di non incassato.
Non incassare significa non avere le risorse necessarie per pagare le forniture ottenute. Dalle comunicazioni dell’assessore abbiamo appreso che di fatto il servizio riscossione in pratica è quasi inesistente nel comune, tanto che da notizie di stampa leggiamo dell’ipotesi di appaltare il servizio con aggravio di spese senza pensare ad una riorganizzazione delle risorse cui già si dispone, in violazione tra l’altro del divieto segnalato a pag. 13 della Relazione dell’Organo di Revisione anno 2013, lettera d) ed e).
• Residui passivi, cioè debiti non pagati.
Da un totale di 25,5 milioni maturati nel 2012, si è passati a 93,4 milioni generati nel 2013. In particolare la preponderanza la troviamo nella Parte della spesa corrente (Titolo I°) dove nel corso del 2013 non si sono pagati debiti per 50,3 milioni, su un totale di circa 99,8 milioni di impegno (debiti di spesa corrente formalmente riconosciuti e contabilizzati), che rappresenta il 50% di non pagato. Altra parte è rappresentata da spese per rimborso prestiti pari a 38,3 milioni.
Non riuscire a saldare il 50% delle spese correnti anno 2013 (nel privato si chiamerebbe insolvenza) testimonia una palese conseguenza della mancanza di liquidità causata dal non incasso di cui si è detto e da altri fattori che porteranno all’assunzione di ulteriore debito dai fondi previsti ad esempio col D.L. 66/2014 con aggravio di interessi passivi e ulteriori rate di finanziamento da restituire entro i prossimi 20 anni. Fortunatamente il tasso passivo applicato (BTP quinquennali) è sceso sensibilmente ma tanto per fornire una stima ogni 10 milioni di finanziamento la rata annuale sarà di circa 600 mila euro. Poiché le tasse di tutti i tipi sono ormai ad aliquote massime, ciò causerà una nuova contrazione delle risorse disponibili per i servizi ai cittadini, alle imprese e alla città già gravemente deficitari.
Molto altro si potrebbe dire sul Rendiconto, ma senza dubbio i colleghi consiglieri non faranno mancare loro puntuali osservazioni.
Più in generale vorrei richiamare l’attenzione sulla reale situazione generale che il nostro comune si troverà fra non molto per alcune poste economiche che a oggi non sono ancora presenti in questi conti o lo sono solo parzialmente e sostanzialmente derivano dalla procedura del dissesto ancora in corso.
Dico ancora in corso perché l’attività di controllo delle insinuazioni alla massa passiva è continuata e sembra a oggi non finita con continue emanazioni di Delibere di accoglimento o respingimento. Questo prova che la Delibera 167 del 5-7-2013 di proposta procedura semplificata era una stima del debito e non il suo definitivo ammontare.
Quello che mi preoccupa sono la non conoscenza dell’ammontare definitivo del debito ammesso, e le motivazioni dei dinieghi.
Alcuni riportano la dicitura credito non ammesso perché il debito riguarda somme di spesa vincolate e perciò di competenza diretta del comune (seppure antecedenti al 2012) e non dell’OSL, per esempio 11 milioni circa respinte ad ATM e altre di minore importo ad altri soggetti. Sono già compresi nei residui passivi anni precedenti risultanti nel Rendiconto? Altre portano la dicitura: debito fuori bilancio, ad esempio 3,7 milioni respinti al CISSACA.
Già la Corte dei Conti conteggiò circa 26 milioni di fuori bilancio solo nei confronti delle aziende partecipate. Se questi debiti saranno riconosciuti come validi e rientreranno tra quelli da saldare le cifre possono cambiare sensibilmente.
Su questi punti ho proposto al Presidente della Commissione Bilancio di audire nuovamente i Commissari per informare il Consiglio, con dovizia di dati, se non definitivi almeno aggiornati, rispetto all’ammontare del debito ammesso e di quello escluso suddiviso per motivazione, in modo che qualunque decisione economica e di bilancio si assuma, sia presa con la necessaria conoscenza e consapevolezza della reale situazione in cui si troverà a breve il comune.
• Delibera 150 dell’OSL, prime offerte di transazione.
La citata delibera da inizio, in modo molto parziale, alle proposte di transazione verso i creditori del dissesto. Dalla lettura delle cifre si evince ciò che sempre come M5s ha detto e cioè i creditori se accetteranno rinunceranno per sempre mediamente al 50% del loro credito che ricordo corrisponde alla fornitura di beni o servizi risalenti ad anni addietro.
Un sacrificio che merita rispetto, attenzione e comprensione e non giustifica affrettati commenti di soddisfazione da parte del sindaco che ho letto. Per una società rinunciare a 38 mila euro su quasi 64 mila spettanti rappresenta un anno di utili persi. Così una ditta individuale che si vede sfumare quasi 12 mila euro su 20 mila spettanti non è uno scherzo.
Non parliamo del CISSACA e dell’Atm che al momento ha chiesto e ottenuto un rinvio, passando in coda. Quasi un “vai avanti tu, che mi scappa da ridere”!
Siamo in attesa di conoscere a quanto ammonterà il finanziamento previsto quale quota parte dei 300 milioni stanziati col D.L. 66/2014; a oggi il D.M. attuativo non è stato ancora emesso ma rivedendo quelli passati che prendono come parametro il calcolo di una somma moltiplicata per il numero degli abitanti, sostenere come fa il Sindaco che arriveranno 45 – 50 milioni mi sembra azzardato, dovrebbe essere un parametro 5 volte quello già usato per precedenti assegnazioni (poco più di 100 euro ad abitante).
Avventurarsi in simili previsioni, al momento non suffragate da atti almeno in preparazione sostenendo che “la nottata è passata” con tutti gli annessi e connessi sopra descritti, è semplicemente irriguardoso nei confronti dei creditori e della città.
• Le Aziende partecipate.
La situazione delle aziende partecipate sta peggiorando rispetto a due anni fa. Nessuna di esse è stata posta in sicurezza. Dopo aver pubblicamente dichiarato, sostenuto e comprovato che il problema delle aziende è strutturale e di difficile soluzione nulla di concreto come piano industriale di recupero e assestamento è stato fatto.
Rammento quando ad esempio lei Sig. Sindaco ha paragonato le necessità del servizio raccolta rifiuti e spazzamento strade con altra città similare ad Alessandria ove ciò è garantito efficacemente con circa 90 addetti rispetto ai 192 dell’AMIU.
Siamo oggi a rilevare il disastro ATM con una perdita di esercizio di 6,5 milioni a fronte di un capitale sociale di 600 mila euro. Ciò significa rischio di messa in liquidazione e possibile altro fallimento se i soci, a termine di codice civile, non provvedono con sollecitudine a coprire la perdita e ricostruire il Capitale Sociale.
Due anni di non decisioni su una situazione che voi, se non personalmente, come partiti storici di un colore o dell’altro avete determinato in anni di clientelismo puro al limite del possibile voto di scambio. Aver a suo tempo eventualmente promesso un se mi voti ti pago o se mi voti ti assumo, che differenza farebbe? Questo è il risultato, anni e anni di soldi pubblici dei cittadini che si sono sprecati in non sempre necessarie spese, col tanto: “paga pantalone”!
Tocca a voi oggi, anzi da ieri, riequilibrare la situazione, e le continue rassicurazioni del nessuno sarà dimenticato lascia intendere che nulla farete e continuerete a sprecare denaro dei cittadini.
La responsabilità è vostra e solo vostra. In questi due anni il non decidere e il propugnare il “campa cavallo, che l’erba cresce” ha portato la città, le sue aziende a questo continuo disastro certificato dai Rendiconti che rappresentano la reale situazione.
In sede di discussione e approvazione del Bilancio di Previsione 2013 avevamo commentato che detto Bilancio si presentava “occasionalmente riequilibrato”, oggi col Rendiconto possiamo aggiungere che si è invece dimostrato sicuramente “disequilibrato nei fatti”.
Seguendo semplicemente le conclusioni della Delibera, del Rendiconto e della Relazione di controllo, l’anno 2013 si chiude con un disavanzo di amministrazione di competenza a -863mila euro che si sommano al precedente risultato 2012 di -2,66 milioni pertanto anziché iniziare a recuperare quota parte del disavanzo 2012 si è generato ulteriore disavanzo (spendendo più di quanto si doveva e poteva) e non sappiamo neppure come giudicherà questi fatti il Ministero e la Corte dei Conti!
Tanti meno fanno tanti + di debiti da recuperare: questa è la vera situazione del comune, alla faccia del tanto preannunciato e sbandierato recupero e rilancio!
Sig.ra Sindaco, scenda dall’inesistente pennone di quella bandiera e con i piedi per terra affronti come suo dovere la realtà di Alessandria!
Per tutti questi motivi di non scelte politiche o di scelte che non possiamo condividere, anzi avversiamo, anticipo il voto contrario ai Rendiconti in discussione.