Dall’anno scolastico 2000/2001 due scuole “storiche” di Alessandria, l’Istituto Magistrale Saluzzo e il Liceo Classico Plana, sono state associate in un unico Istituto di Istruzione Superiore, denominato “Saluzzo-Plana“.
Questo nuovo Polo, che oggi raccoglie quasi 1.200 iscritti, comprende Liceo Classico, Liceo Linguistico, Liceo delle Scienze Umane e Liceo Economico Sociale. A dirigerlo è il professor Domenico Picchio, con il quale abbiamo cercato di approfondire metodologie e contenuti di questa scuola a vocazione umanistica.
Professor Picchio, che cos’è il Polo Umanistico Saluzzo-Plana?
Il Polo Umanistico Saluzzo-Plana è una scuola che presenta una molteplicità di indirizzi, caratterizzati da una struttura unitaria in grado di armonizzare cultura scientifica e cultura umanistica. Inoltre la Direzione Regionale, proprio in questi giorni, ha formalmente autorizzato il nostro istituto a costituire, dal prossimo anno scolastico, una sezione di Liceo Musicale secondo i programmi previsti dalla Riforma Gelmini.
Un Liceo Musicale ad Alessandria?
Proprio così. Tutto dipende dal numero di iscrizioni, ma confido che il progetto si possa realizzare. Condizione necessaria, ma non sufficiente, per partire è che ci siano almeno 18-20 iscritti. Ma come dicevo, questo non è sufficiente, dal momento che la norma non ci permette di costituire per il prossimo anno scolastico un numero di “prime” superiore a quello dell’anno corrente.
Quali saranno le peculiarità di questo nuovo Liceo?
Il Liceo Musicale, come previsto dalla recente riforma, darà modo ai nuovi iscritti di intraprendere un percorso di apprendimento delle discipline musicali regolare e integrato. Fino ad oggi l’unica strada, dopo la scuola media, era quella della doppia iscrizione (e doppia frequenza) al Conservatorio. Per quanto riguarda la didattica, oltre alle materie “classiche” dei licei, come italiano, matematica, lingua straniera, scienze, storia dell’arte e filosofia, i ragazzi potranno studiare e approfondire materie specifiche dell’ambito musicale: esecuzione e interpretazione, teoria, analisi e composizione, storia della musica, laboratorio di musica d’insieme e tecnologie musicali.
I vostri studenti, una volta terminato il ciclo di studi superiori, si iscrivono prevalentemente all’università?
Direi proprio di sì. È chiaro che poi ogni indirizzo accompagna lo studente a intraprendere strade specifiche. Il Liceo Linguistico, per esempio, è un’ottima rampa di lancio per le Alte Scuole europee di Interpretariato, oltre che per l’università; mentre il Liceo delle Scienze Umane è ideale per scelte formative, postsecondarie o universitarie, legate ai servizi alla persona, sia in ambito sanitario (penso ai laureati in scienze infermieristiche), che in ambito scolastico-educativo.
Da più parti si rimprovera alla scuola di non fornire basi sufficienti per un accesso più rapido e consapevole al mondo del lavoro. Lei è d’accordo?
Sono convinto che la scuola, e a maggior ragione una scuola a vocazione umanistica, debba favorire e promuovere lo sviluppo integrale della persona. Per questo motivo la nostra preoccupazione è quella di fornire agli studenti una formazione di base generale e, successivamente, una formazione specifica di indirizzo. Ci sembra il modo più adeguato per preparare i giovani a comprendere la realtà che li circonda, sia nel presente che nel futuro, quando dovranno affrontare gli studi universitari e il mondo del lavoro. Non credo molto ad una scuola focalizzata su specializzazioni e tecnicismi precoci.
Quali contatti avete con le realtà extrascolastiche?
Abbiamo un progetto di orientamento dedicato alle classi terze, quarte e quinte del Liceo Economico-Sociale, che ha come obiettivo primario l’accrescimento della conoscenza di sé, del luogo in cui si vive, del tessuto sociale (volontariato e associazionismo) e delle opportunità lavorative sul territorio. In particolare, agli studenti dell’ultimo anno forniamo un servizio di orientamento in uscita, finalizzato all’individuazione di interessi, motivazioni e capacità, in vista delle decisioni che dovranno prendere sul loro futuro. Collaboriamo, con reciproca soddisfazione, con realtà del nostro territorio, come per esempio il Cissaca, l’Informagiovani e diverse agenzie di formazione professionale.
Sembra diffondersi l’idea, già da qualche anno, che in una società altamente specializzata e tecnologica come la nostra le materie umanistiche non abbiano più tanto senso. Lei che cosa risponde?
Rispondo dicendo che se non si ha un metodo, e non si è in grado di parlare e comunicare efficacemente, non si va da nessuna parte, anche se ci si specializza. La nostra è una scuola umanistica, cioè globale, che può dare risposte serie e complete ai bisogni formativi delle giovani generazioni.
Andrea Antonuccio