“Nel 2014 dovremo rimboccarci ancor più le maniche, e lavorare su un elemento essenziale, che si chiama fiducia: la comunità alessandrina deve ricominciare a credere in se stessa, e nella buona politica. Tornando a progettare il futuro, senza esserne spaventata. Naturalmente questo è un tema che riguarda tutto il Paese, ma che da noi si avverte in maniera particolare”. Giorgio Abonante preferisce partire da qui, in omaggio al suo attuale ruolo di capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Rosso, che lo ha portato in questo ultimo anno a muoversi in maniera apparentemente ‘felpata’, comunque costruttiva e ‘collettiva’, e non personalistica. “Il che non significa che io non abbia mie posizioni personali, rispetto al tragitto del Pd, e anche a certe ‘sparate’ delle ultime settimane di qualche nostro alleato, come i Moderati di Cesare Miraglia”. E, nel corso della chiacchierata, si parla anche di questo, con alcune precisazioni importanti.
Giorgio Abonante, da quando è capogruppo del Pd in consiglio comunale l’impressione è che lei si sia un po’ defilato dalla battaglia politica diretta, e che comunque, anche rispetto alle ultime vicende del suo partito, abbia tenuto un profilo ‘basso’: è prudenza, tattica politica o che altro?
No, è essenzialmente rispetto per il mio ruolo istituzionale. Che mi impone di cercare di rappresentare al meglio e con coerenza, in consiglio comunale ma anche fuori, la posizione del Pd, facendola prevalere rispetto a mie personali scelte o convinzioni, che ci sono, ma devono rimanere in secondo piano.
Partiamo allora dall’interesse generale, e dalla situazione ‘a Palazzo’: come maggioranza avete alle spalle 18 mesi difficili, con diversi ‘rimpasti’ di giunta, e tensioni non si capisce quanto ‘sopite’ con i sindacati. In queste settimane, poi, tiene banco il confronto, un po’ teso, con I Moderati, che è ‘esploso’ anche a seguito della nostra intervista a Cesare Miraglia: ma evidentemente stava comunque per emergere….
CorriereAl ha fatto certamente, giornalisticamente parlando, un bel colpo. Francamente però io, e forse non io soltanto, leggendo quell’intervista mi sono chiesto dove Miraglia volesse andare a parare, quale fosse il vero oggetto della presunta contesa. Lasciamo da parte i riferimenti critici alla figura del vicesindaco Giancarlo Cattaneo, che neanche meritano un commento: si tratta di una figura di così grande competenza ed esperienza amministrativa, che dobbiamo solo essere lieti che, alla fine, si sia lasciato convincere ad entrare in giunta. Ma è la questione della gara per la distribuzione del gas a lasciarmi senza parole: perché non è che lì Alessandria possa decidere se procedere o meno, in autonomia. La strada tracciata a livello nazionale, in adeguamento a normative europee, è quella, e semmai si potrà discutere solo di eventuali proroghe, non locali ma a livello Italia.
Miraglia però dice: ogni volta che si parla di privatizzazioni di aziende pubbliche, significa che il servizio costerà di più, e che saranno ‘tagliati’ posti di lavoro. E i Moderati sono contrari…
Ma ci rendiamo conto di cosa sta succedendo nel mondo, e quali sono le dinamiche del mercato del gas? Davvero pensiamo, a prescindere dagli obblighi di legge, che si possa continuare ad essere competiti chiudendosi a riccio nel proprio guscio? Personalmente, ritengo che in partite come questa compito della politica sia quello di dare indicazioni di metodo sulla strada da seguire, stabilendo le regole. Dopo di che, è compito dei tecnici valutare quali sono le opzioni migliori sul mercato: penso al gas, ma naturalmente anche ai rifiuti. Ma sbaglia chi continua a parlare impropriamente di privatizzazioni: il futuro potrebbe passare anche attraverso partnership e alleanze tra aziende pubbliche. Quel che è essenziale è che si vada verso la modernizzazione, e l’efficienza delle aziende pubbliche.
Consigliere Abonante, in questa prima parte del mandato il centro sinistra alessandrino ha fatto tutto ciò che doveva? E che 2014 ci aspetta?
Abbiamo fatto per Alessandria certamente tutto ciò che potevamo, dato il contesto. E certamente assai di più che nei vent’anni precedenti. Mi spiego: noi dobbiamo rivendicare la correttezza e coerenza delle nostre scelte politiche. Nel corso del quinquennio Fabbio ci siamo accorti che si era imboccata una strada senza ritorno, disastrosa per l’ente, per le partecipate, per la città. E lo abbiamo denunciato con forza, fuori e dentro il consiglio comunale. Penso anche a certe battaglie dell’epoca del nostro segretario cittadino Corrado Parise, che pure scelse poi altre strade. Ebbene: rivolgerci da parte nostra alla Corte dei Conti è stato un atto di trasparenza, di correttezza. E’ sbagliato sostenere però che noi abbiamo voluto il dissesto. Il dissesto è stato generato, e quindi voluto, dalla giunta Fabbio, e certificato dalla Corte dei Conti. Noi altro non potevamo fare che prenderne atto, e provare a ripartire.
Ripartenza faticosa…..ma ora il peggio è alle spalle?
Mah, io credo che il 2014 sarà un altro anno difficile, reso ancora più incerto da regole statali che, nei confronti degli enti locali, cambiano di continuo. In un simile contesto, noi abbiamo il dovere di mettere in campo, e a fattor comune, tutte le buone idee, i progetti innovativi, e di valorizzarli. Faccio un esempio. Non è che nei cinque anni di mandato Fabbio tutto sia stato negativo: il prodotto di Alessandria 2018, ossia il piano strategico, è un documento poderoso, anche se magari già un po’ invecchiato, e con il limite di essere molto ‘centrato’ sulla città, e non su un territorio più vasto. Ma lì c’è già tutto, in termini di analisi dei diversi comparti, criticità, progetti. Riprendiamolo in mano allora, e individuiamo naturalmente priorità realistiche: tra cui senz’altro l’università, che deve continuare a crescere, e che ha già oggi alcune eccellenze, come i laboratori della Facoltà di Scienze, che sono un fiore all’occhiello da valorizzare. Altro grande filone è quello dell’innovazione energetica: attorno a noi ci sono alcuni piccoli comuni che rappresentano un modello, da questo punto di vista. Copiamoli se serve, investiamo in questa direzione essenziale.
Una riflessione ricorrente è: a Palazzo Rosso le competenze umane ci sono, eccome, ma le lasciano ‘ammuffire”…..
Purtroppo c’è del vero. E, se posso allargare la riflessione, dico che è così anche in Provincia, di cui sono dipendente: tanti miei colleghi sono davvero persone preparatissime, che farebbero la fortuna di tante aziende private, e sono, per tante ragioni, sotto utilizzati. In comune bisogna accelerare il percorso di riorganizzazione interna, e di valorizzazione delle competenze. E poi bisogna giocare con decisione la carta dei progetti europei: si stanno aprendo i bandi del 2014-2020, ed esistono davvero tante opportunità che sarebbe assurdo non cogliere, puntando anche, dove serve ed è possibile, su partnership con le fondazioni bancarie.
Lo confessi Abonante: lei sta studiando da sindaco…
Se lo dice come battuta la accetto: ma oggi davvero non si possono fare programmi di lungo periodo. C’è solo da remare per uscire dal pantano, chi vivrà vedrà. Inoltre non ho tra le mie corde l’ambizione sfrenata. Mi piace fare politica ma la pratico senza pormi chissà quale obiettivo.
Parliamo del futuro del Partito Democratico. Se lo aspettava un trionfo di Renzi in questi termini?
Francamente sì, non mi ha stupito. E sono stato davvero lieto di constatare il vero coinvolgimento di massa che siamo riusciti a generare, sicuramente in buona parte grazie al nostro nuovo segretario. Io Renzi non l’ho votato però: lo preciso a scanso di equivoci. Anche se non dico se ho votato, e per chi: diciamo che avrei votato per Pittella, se si fosse presentato, perché la sua proposta era quella che più puntava sulla centralità dell’Europa, ed è lì che ci giochiamo davvero il futuro del Paese.
Sia sincero: quante possibilità ci sono che il Pd nei prossimi mesi possa arrivare ad una scissione, per incompatibilità tra Renzi e il vecchio apparato di matrice Pc/Pds/Ds?
Credo nessuna, e lo dico da militante che arriva da quel percorso. Anche se, indubbiamente, mi aspetto che Renzi su certi temi mostri una forte capacità di mediazione, e di sintesi. In questo momento, del resto, con l’economia in ginocchio, che senso avrebbe spingere ulteriormente l’accelerato su riforme liberiste, con il rischio di aggravare le condizioni di vita di vaste fasce della popolazione? La riforma elettorale, invece, è una necessità impellente, imprescindibile.
Per poi tornare a votare nel 2014, o nel 2015?
Difficile dirlo, per ora. Personalmente però ritengo che l’esperienza delle larghe intese, nella sua eccezionalità, vada chiusa al più presto. E sogno un governo davvero di centro sinistra, a guida Letta…
E va beh…e secondo lei Renzi è arrivato fin qui per accontentarsi di fare il segretario, e lasciare a Letta la leadership anche del prossimo esecutivo?
(sorride, ndr) No, non ho detto che succederà: ho detto che mi piacerebbe che succedesse…
Chiudiamo con un cenno sportivo, ma non disimpegnato: lei di recente ha ripreso a giocare a calcio, nella Dissesto fc, squadra di calcio amatoriale: un modo per esorcizzare il problema?
In realtà è modo per divertirmi con alcuni amici, che mi hanno coinvolto: lo sport serve alla mente, al fisico ma serve anche per avere contatti con altri ambiti, altre persone, coltivare il rapporto con gli amici e molto altro. Alcuni dei miei compagni di squadra, tra l’altro, sono laureati e con ottime competenze, ma disoccupati o sotto occupati, per tornare al vero dramma dei nostri giorni.
Ettore Grassano