“Credo che le prime gare per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas non si faranno prima della metà del 2014: e, se mi permette una battuta, direi che non siamo in ritardo di qualche mese, ma di diversi anni, considerato che la prima normativa sul tema è datata 2005!”
Mauro D’Ascenzi di gas, e di multiutility in generale, un po’ se ne intende: non soltanto è amministratore delegato (e vero deus ex machina da molti anni) di Acos Spa, l’azienda che ha come socio di maggioranza il comune di Novi Ligure e opera (sul fronte gas, acqua, energia, ambiente) in un bel ‘pezzo’ del Basso Piemonte (un po’ l’equivalente di Amag, volendo riportare per forza tutto a parametri alessandrini), ma è anche vice presidente delegato di Federutility, la federazione delle imprese energetiche e idriche. La Confindustria del settore, per intenderci. In un momento di grande confusione per il comparto, in cui anche a livello locale si stanno sovrapponendo analisi, teorie e a volte anche ‘chiacchiere in libertà’ su tempi, modi e regole della riorganizzazione del settore del gas, una conversazione con D’Ascenzi può aiutarci a capire un po’ meglio a che punto è la situazione, e cosa succederà, o dovrebbe succedere, nei prossimi mesi.
Dottor D’Ascenzi, nella sua veste di dirigente di Federutility ci inquadra innanzitutto il contesto normativo, per capire cosa ci attende come utenti del servizio gas?
Se vuole partiamo proprio da lì, dai clienti finali. La riforma che si sta lentamente avviando (e che ha radici normative addirittura a metà del decennio scorso) ha proprio come obiettivo quello di rendere l’erogazione del servizio gas migliore, ossia più competitiva, e più sicura. Quindi direi che il cliente finale, nei fatti, non si accorgerà di nulla: se non, speriamo, in termini di qualche beneficio in bolletta.
Ma l’iter delle gare a che punto sta? Ad Alessandria siamo in fibrillazione: si dice che potremmo non esserti pronti per il 31 dicembre, e apriti cielo….
Credo che, francamente, nessuno sarà pronto per fine dicembre, e che le prime gare si avranno non prima di metà 2014. Le cose comunque stanno così: la normativa individua 175 nuovi ambiti per il comparto gas, alcuni più grandi, perché includono grandi città, altri piccoli e medie, che raggruppano un gran numero di comuni. In provincia di Alessandria sono stati individuati quattro ambiti, ognuno dei quali interessa all’incirca 100-120 mila persone. Anche se in realtà il ragionamento preciso viene fatto non ad individui, ma a punti di erogazione del gas. Sia Alessandria che Novi (come capofila di un territorio che comprende anche Ovada e Acqui Terme) sono in prima fascia, ossia si tratta di ambiti in cui il procedimento di gara già si sarebbe dovuto avviare, e comunque partirà a breve. Il tortonese, per fare un altro esempio, è in seconda fascia, e sarà coinvolto successivamente.
Concretamente, cosa succederà?
La gara è naturalmente regolamentata da una rigorosa normativa nazionale. Anche se, attenzione, va sfatato il mito di gara europea, nel senso di: ‘facciamo le gare perché ce lo impone l’Unione Europea’. In realtà la Germania, per fare un esempio, non sa cosa siano queste gare, preferisce seguire altre strade. Semmai possiamo dire che le nostre gare saranno ispirate, questo sì, all’applicazione di principi europei, con l’obiettivo di rendere contendibile la gestione dei servizi pubblici, creando concorrenza in un’ottica di trasparenza, economicità, qualità del servizio. Detto in altri termini: se fino ad oggi era possibile che qualche piccolo comune (ed è successo anche nella nostra provincia, è cronaca) si facesse ingolosire da proposte molto vantaggiose di qualche competitor spericolato, che pur di portare a casa il cliente gli prometteva percentuali impossibili sui ricavi (con il rischio poi di peggiorare per forza di cose il servizio su altri fronti, per risparmiare), ora non sarà più possibile.
Ma chi stabilisce, dottor D’Ascenzi, quando vale una certa rete del gas? E gli impianti, appunto, devono per forza andare a gara, o possono rimanere di proprietà dei vecchi soggetti (società del gas o comuni), e si può mandare a gara solo il servizio?
Anche qui, chiariamo: il capofila della gara, cui spetta il compito di pubblicare il bando, è il comune più grande di un certo ambito: Alessandria quindi, o Novi, nei casi specifici di cui stiamo parlando. Il bando varrà per un tot numero di anni, e il procedimento è il seguente: le reti vengono preliminarmente restituite ai comuni, che quindi ne manterranno la proprietà, mentre a gara verrà messa la gestione. Ma attenzione: la legge prevede che il subentrante debba indennizzare il valore di costruzione delle reti. Per cui diventa importante stabilire, con parametri oggettivi, il loro valore. E, alla scadenza del bando (supponiamo che siano 10-12 anni), il gestore uscente avrà a sua volta diritto ad un indennizzo sul valore delle reti in quel momento: che potrà essere maggiore di oggi, se ne frattempo saranno state apportate migliorìe, e realizzati potenziamenti. O viceversa inferiore, se ci sarà stato un deterioramento nel tempo.
Come si stabilisce il valore degli impianti? Ad Alessandria, ad esempio, c’è chi parla di una cifra da 70 milioni di euro a salire, e chi dice 40-45. Possibile che ci sia una forbice tanto ampia?
Il valore di una rete non si stabilisce a occhio, o a naso, ma attraverso una serie di parametri rigorosi, e in base alle convenzioni esistenti tra comune e azienda. Posso dirle che, per quanto riguarda le reti di Acos, il Vir (Valore ricostruzione industriale) è stato valutato in 38 milioni di euro, mentre se guardiamo all’intero nostro ambito (quello di Novi-Ovada-Acqui Terme) stiamo sui 70 milioni di euro. Forse anche qualcosa di più, perché parliamo di un territorio vasto, con tanti piccoli centri montani e reti diffuse. Su Alessandria naturalmente non posso pronunciarmi. Segnalo solo che esiste anche un criterio di valutazione alternativo al Vir, che si chiama Rab: adottare l’uno o altro dipende appunto dal tipo di convenzioni esistenti.
Dipende poi anche da chi è l’effettivo proprietario delle reti: nel caso di Acos Spa, le reti sono nostre, appunto, ed è stata appositamente creata Acos Reti, controllata al 100% dalla capogruppo: Acos Reti è in sostanza il nostro cavallo che parteciperà alle gare: per vincerle, naturalmente. Ci sono altri casi in cui le reti non sono della società del gas, ma dei comuni: in quel caso il subentrante non paga direttamente il valore delle reti una tantum, ma si applicano criteri diversi. Sempre molto vantaggiosi per i comuni, comunque.
Non entriamo troppo nel tecnico, per carità. Ci dica invece, fuori dai denti: Acos Reti potrebbe gareggiare per acquisire la rete Amag? Il vostro nome ‘gira’, come circolano quelli di grandi imprenditori del territorio, e di fondi nazionali di investimento.
(sorride e ci ‘squadra’, ndr) I nostri vecchi dicevano: “il mondo è mezzo da vendere, e mezzo da comprare”. Di più non posso dirle, davvero, anche se diversi nomi li ho sentiti circolare anch’io, qualcuno anche con stupore. Certamente Acos intende rimanere nel settore, e là dove ne esistano le condizioni, provare a crescere. In che direzione lo vedremo: è troppo presto per parlarne”.
Ettore Grassano