
“La sentenza Eternit-bis Cavagnolo lascia inevitabilmente un senso di sconforto per la preoccupazione che le conseguenze di tale precedente giudiziario possano condizionare anche il processo attualmente in corso innanzi al Tribunale di Torino e che coinvolge la nostra Città.
L’auspicio è naturalmente che la recente interpretazione giurisprudenziale che ha posto dei dubbi nei casi trattati dal quel processo sulla sussistenza del nesso di causalità tra l’insorgenza delle malattie asbesto correlate e il periodo di attività della fabbrica sotto la direzione Schmidheiny, non abbia ripercussioni sul pronunciamento che riguarda le 392 vittime dello Stabilimento Eternit di Casale Monferrato, atteso a Torino il prossimo 17 aprile.
Ci auguriamo che tale giurisprudenza, che nel nostro ordinamento può orientare le scelte degli organi giudicanti ma non è vincolante, non privi le famiglie casalesi della giustizia che meritano.
Questa ennesima vicenda giudiziaria non deve restare un mero caso di scuola da studiare nelle università, ma dimostrare che la giustizia processuale e quella sostanziale in Italia coincidono, per le famiglie coinvolte ma soprattutto a monito di ulteriori future condotte similari”.