Viale: “Dalla Fondazione Pittatore non solo analisi: presto anche un progetto a sostegno di giovani e piccole imprese”

Viale RenatoQuale ruolo può svolgere, oggi sul nostro territorio, una realtà per studi in campo economico e finanziario come la Fondazione Gianfranco Pittatore, nata negli anni scorsi per iniziativa della Fondazione CrAl in ricordo del suo ex presidente, e promotrice tra le altre attività dei Forum organizzati in collaborazione con The European House-Ambrosetti? Esistono progetti concreti che è possibile mettere in campo, qui e ora, per stimolare Alessandria e tutta la sua provincia ad uscire dal torpore e dal disincanto della crisi, per tornare ad investire sul futuro? Lo abbiamo chiesto a Renato Viale, imprenditore e presidente della Fondazione Pittatore. Ecco quel che ci ha raccontato.

Presidente Viale, la Fondazione Pittatore può stimolare l’area dell’alessandrino, e aiutarla ad imboccare un nuovo percorso di crescita? E in che modo?
Possiamo, e dobbiamo fare la nostra parte appieno, assolutamente. Penso alla Pitttatore, che per sua natura si occupa di analisi e studi economici, ma anche naturalmente alla Fondazione CrAl, che è un po’ la nostra mamma, e che dispone senz’altro, pur nel contesto di difficoltà generali, di risorse importanti. Posso dirle che, con il presidente CrAl PierangeloViale Taverna Taverna, siamo in fase di avanzata messa a punto di un progetto molto concreto, che annunceremo entro fine anno. Niente di clamoroso, sia chiaro. Ma un segnale forte, indirizzato a quelle piccole imprese che da sempre rappresentano l’ossatura dell’economia locale, e che hanno più che ma bisogno di stimoli e incoraggiamento, per tornare a credere nel futuro. E con un occhio di riguardo ai giovani. Presto ne saprete di più.

Intanto nei mesi scorsi si è concluso il progetto pluriennale del Forum che avete sviluppato con il supporto e la consulenza del The European House-Ambrosetti. Cosa rimarrà di quest’esperienza, e soprattutto come potrà essere tradotta in progetti di sviluppo reale?
Il Forum per la Valorizzazione del Monferrato per lo Sviluppo della Provincia di Alessandria è stato un viaggio, articolato in tre tappe annuali, che ci ha consentito di far emergere numeri, tendenze, esperienze locali e internazionali. Mi rendo conto che la domanda legittima sia: e adesso? Ma è anche vero che la Fondazione Pittatore ha per mission l’elaborazione di studi economici territoriali, non è un incubatore di progetti, o altro. Toccherebbe ad una serie di soggetti, istituzionali e non, fare tesoro dei numeri e delle analisi prodotte, e sfruttarle per far partire progetti concreti. So bene però che attraversiamo un momento particolare, in cui individuare soggetti, sia pubblici che privati, disposti ad investire è tutt’altro che facile.

SONY DSCMa lei pensa che l’alessandrino si riprenderà?
Dobbiamo riprenderci, per forza. La crisi, peraltro, non è mica solo locale: è un fenomeno nazionale, e in parte europeo ed occidentale. La nostra economia provinciale poi, fortemente segmentate in distretti, per fortuna non è crollata. Anche nei momenti più bui, l’export in particolare ha consentito e tuttora consente di ‘respirare’, anche se è indispensabile una ripresa dei consumi interni, e l’avvio di un nuovo ‘circolo virtuoso’. In particolare certamente il settore del turismo, e delle potenzialità del territorio in termini enogastronomici, artistici e culturali può rappresentare una leva su cui lavorare per crescere.

Perché finora non ci siamo riusciti?
Il particolarismo è sempre stato un limite molto sentito dal nostro territorio, certamente anche a causa della sua malformazione. I casalesi (e mi ci metto dentro anch’io, naturalmente) sono sempre stati orgogliosi della propria identità specifica, e così gli ovadesi o i novesi, e i tortonesi che si sentono lombardi. Tutto questo non ha aiutato a trovare un equilibrio, e un assetto di valorizzazione complessiva. Poi naturalmente aggiungiamoci, negli ultimi anni, gli effetti della crisi generale, che ha colpito duro anche da noi, e ancora non si è esaurita.

Spesso si dice: invece le Langhe….Langhe
Sì, è vero. Le Langhe sono un esempio di sicuro successo, e hanno saputo fare meglio di noi sul fronte della valorizzazione del loro distretto. Ma teniamo presente che sono partiti davvero da zero: a parte un paio di grande imprese, il loro territorio era davvero mal messo, complessivamente, sul fronte dell’economia locale. Quindi sono stati costretti ad aguzzare l’ingegno, e a crederci, per mancanza di alternative. Chissà che, appunto, un effetto positivo della situazione attuale non possa essere che anche noi alessandrini ci svegliamo, e decidiamo di rimboccarci davvero le maniche.

Camera di Commercio AlessandriaDottor Viale, lei è stato anche presidente della Camera di Commercio, che proprio oggi dovrebbe rinnovare i propri vertici. Da lì può arrivare un’altra spinta di sostanza, un contributo alle imprese per guardare avanti?
Conosco bene Gian Paolo Coscia, è una persona competente, e con consolidata esperienza sia in Camera di Commercio, che alla guida di altre importanti associazioni. Meno bene conosco l’altro candidato, Adelio Ferrari. Chiunque vinca, avrà molto da lavorare, e sfide importanti da affrontare. Sì, confermo: la Camera di Commercio di Alessandria è una struttura che, per competenze e professionalità, rappresenta davvero una risorsa da sfruttare al meglio, in momenti come questi, per dare agli iscritti supporto e anche entusiasmo. Penso soprattutto agli imprenditori più giovani, che rappresentano la spina dorsale del Paese di domani, e che vanno aiutati e stimolati a superare le difficoltà presenti, e a progettare il futuro.

Ettore Grassano