Il 27 ottobre in fondo è già dietro l’angolo, e Rocchino Muliere sa di arrivarci nella scomoda posizione di grande favorito della vigilia: ma è cosi educato che, quando glielo ricordi, ti sorride simpaticamente, evitando qualsiasi gesto scaramantico. Sarà lui il candidato sindaco del centrosinistra a Novi, alle comunali di primavera? Le primarie di fine mese lo vedranno chiedere la preferenza dei novesi in una competizione non solo tutta interna al Pd, ma tutta ‘renziana’: oltre al consigliere regionale Muliere, in corsa ci sono infatti l’assessore provinciale Graziano Moro (assolutamente intenzionato a dare ‘battaglia’), e l’assessore comunale Simone Tedeschi, che a 33 anni rischia ancora di essere relegato nella posizione di ‘giovane speranza’, soprattutto in una città che ha un’età media tra le più alte d’Italia come Novi Ligure. Con Muliere, che nelle scorse settimane ha presentato la propria candidatura in maniera spiritosa, giocando sulla doppia personalità (Rocco e Rocchino),
proviamo a fare una riflessione legata alle trasformazioni del ruolo del sindaco e dell’ente locale comune, ma anche alle esigenze del territorio novese, che negli scorsi decenni è sempre stato in grado di ‘intercettare’ l’onda del cambiamento sul fronte economico produttivo, mantenendo al contempo saldamente a sinistra la barra della politica. Sarà ancora così?
Consigliere, in questo momento è Rocco o Rocchino?
(si fa una bella risata, ndr) La considero un amico, quindi certamente Rocchino. Ma anche Rocco, visto che dobbiamo parlare, immagino, di questioni anche piuttosto serie, su cui c’è poco da scherzare.
La sua candidatura a sindaco di Novi era in pista da mesi, forse da un anno. Ora l’ha ufficializzata, e vedremo come andranno le primarie. Ma perché si candida, Muliere? Oggi fare il sindaco non è più che altro una rogna?
Certamente non mi candido per ambizione o arrivismo, questo credo sia chiaro a tutti. Davvero per me fare il sindaco di Novi, della mia città, sarebbe però un privilegio, e un atto d’amore. Sento di dovere tanto ai novesi, e a Novi: e mi piacerebbe impegnarmi in prima persona, in anni così difficili. Naturalmente però sono gli elettori a dover decidere se mi vogliono: alle primarie del 27 ottobre, ed eventualmente in primavera. Non dimentichiamoci, infatti, che le elezioni vere sono quelle là….
Verissimo: ma per arrivare là deve prima vincere la concorrenza di Moro e Tedeschi, altri due ‘renziani’…
Categorie superate dai, voi giornalisti vi innamorate delle etichette. Essere renziani o bersaniani aveva un senso limitatamente alle primarie nazionali di un anno fa. La storia va avanti, e gli scenari evolvono: preferisco pensare che siamo tre esponenti del Pd (oltre che tre amici) che si confrontano sul piano della proposta poltitico-amministrativa, per la Novi di domani. Con l’obiettivo comune, credo, di coinvolgere in maniera importante la cittadinanza, in una fase della storia del Paese in cui non è che la politica generi propriamente entusiasmo. E con molte ragioni.
Oggi la poltrona di sindaco scotta, ovunque. Lei da quali priorità partirebbe?
A Novi c’è un buon punto di partenza, nel senso che i conti del comune sono in ordine (e sappiamo bene che non assolutamente scontato, vedendo quel che succede altrove), e la qualità dei servizi erogati è qualitativa, anche se sempre migliorabile. E, aggiungo, in città abbiamo davvero una tradizione di grandi sindaci: cito Pagella, Angeli, Lovelli e Robbiano, che sono i quattro con i quali ho avuto il piacere di collaborare direttamente. Ma ricordo anche il meno noto ma bravissimo sindaco Calcagno, che prese in mano una città esangue, debilitata dalla guerra, dalla fame e dai bombardamenti. Questo per dire che i modelli a cui fare riferimento non mi mancherebbero…
Dica la verità Muliere, lei sogna di essere il nuovo Pagella….
Non scherziamo: io Armando Pagella l’ho conosciuto bene, e di uomini così si è davvero buttato via lo stampo, mi creda. Però lui, come Calcagno, sono esempi di innovazione vera, che è ciò di cui oggi abbiamo bisogno, più che mai. Nel senso che seppero costruire un nuovo modello di città, disegnato in base alle nuove esigenze di un mondo che, tutt’attorno a loro, stava cambiando. Un po’ come dovremo fare oggi, e domani: con l’ulteriore complicazione di risorse davvero scarsissime.
Ci spieghi allora quali sono i capisaldi del suo programma….
Il primo rimane l’uguaglianza, perché mi pare che questa crisi feroce la stia rimettendo in forte discussione, penalizzando enormemente le persone che hanno difficoltà economiche. Un comune non può naturalmente risolvere tutti i problemi, ma qualcosa può e deve fare: penso agli asili nido, e ad altri tipi di aiuti per madri in difficoltà. Ma mi riferisco anche agli anziani: a Novi abbiamo il 25% di over 65enni, e il 13% di ultra 75%. E’ una questione che non può essere trascurata: perché da un lato ciò rende necessario offrire adeguati servizi di assistenza, ma anche occasioni di svago per il tempo libero. Valorizzando anche forme di volontariato, e di invecchiamento attivo.
Il secondo pilastro è…?
La trasparenza. Oggi più che mai un Comune, e le società ad esso collegate, devono essere case di vetro, e consentire a tutti i cittadini di conoscere, nel dettaglio, le attività dell’ente, del sindaco e degli amministratori, oltre naturalmente al dettaglio delle spese, delle consulenze e quant’altro. La trasparenza deve diventare la norma, come la legge prevede, ma anche molto oltre: e spingere alla partecipazione democratica.
Poi c’è l’innovazione?
Esatto, terzo fondamentale elemento qualificante. Pochi magari lo ricordano, ma Novi è sinonimo di innovazione da sempre: nel 1600 qui da noi si tenevano le fiere del cambio, in cui non si commerciavano merci, ma soldi. E, dal dopoguerra in poi, siamo stati sempre in grado di anticipare tendenze ed esigenze, della società e del mondo dell’impresa. Il sindaco Pagella, per fare un esempio, si inventò il primo piano regolatore, e anche il primo piano di bonifica delle acque, poi emulato da molti. Ora si apre, per gli enti locali come per il Paese, una nuova stagione. E un sindaco, con i suoi amministratori, deve saper guardare lontano, oltre l’emergenza: costruendo le condizioni per un nuovo sviluppo del territorio.
Facciamo un esempio concreto?
Volentieri. Mi piacerebbe creare a Novi un vero e proprio Giardino dei Talenti. Non che sia un’idea originale, altrove qualcuno probabilmente già lo sta facendo. Ma conta che un progetto sia concreto e ben realizzato, non esclusivo: e io credo che Novi, anche per la sua collocazione geografica al crocevia tra regioni, culture e strade, potrebbe essere il luogo ideale dove dire ad un ragazzo in gamba: hai un progetto serio e che può funzionare? Se ci convince, te lo finanziamo, e ti diamo un luogo dove svilupparlo, dove fare impressa. La Caserma Giorgi, da questo punto di vista, sarebbe una soluzione ottimale: certo, oggi è del Demanio, ma le procedure per passarla al Comune sono già avviate. Poi naturalmente il Giardino dei Talenti presuppone anche investimenti privati. Ma molto può fare il Comune, creando le giuste condizioni perché si possa procedere.
Consigliere Muliere, manca il quarto pilastro…
Ah, quello è facile: la bellezza. Senza la bellezza non si va da nessuna parte. E dunque una città più curata, vivibile, e attrattiva. Abbiamo 4 milioni e mezzo di persone che, ogni anno, vanno all’Outlet, e ci lamentiamo che non entrano in Novi. Ma perché dovrebbero, se non offriamo loro una serie di richiami culturali, enogastronomici e di divertimento? Un sistema insomma, un’offerta integrata di eventi, iniziative e stimoli che possono svilupparsi solo dentro un progetto complessivo, una cornice che il Comune deve saper mettere a punto.
Facciamo un passo avanti: lei vince le primarie. Corre da solo, o con chi si allea?
La vera sfida infatti (sia che vinca io, sia che si impongano Moro o Tedeschi) è quella che parte a fine ottobre, dopo le nostre primarie. Ed è una sfida da vincere tutti insieme, aprendoci, nei mesi che ci condurranno alle elezioni di primavera, alla città, alla società civile, al mondo delle associazioni, del volontariato e delle liste civiche. Con un confronto aperto sul programma, e su un progetto di città.
Sarà una corsa a tre stavolta: teme di più il centro destra, o il Movimento 5 Stelle?
Non temo nessuno, davvero. Ma rispetto tutti, e credo nel dialogo e nel confronto. Noi faremo scegliere il nostro candidato sindaco ai novesi, mentre gli altri non so come si comporteranno. Ma, al di là del metodo (che comunqe conta), noi chiederemo agli elettori di sostenerci sulla base di idee, e progetti concreti. E secondo me la credibilità delle persone, in una città piccola come Novi, dove ci conosciamo tutti, rimane determinante.
C’è un’altra variabile che, a Novi, potrebbe pesare non poco, e si chiama Terzo Valico. Lei sul tema rimane sempre sul fronte del ‘sì, a determinate condizioni di sicurezza e sviluppo?”
Esatto, io sono esattamente sulla linea espressa dai sindaci del nostro territorio: l’opera si deve fare (e può essere un grande motore di sviluppo per il territorio) solo se sarà garantito il massimo di sicurezza possibile sul fronte ambientale (amianto e falde acquifere), ma anche del trasporto dei materiali, e dello smarino in particolare. E se saranno garantiti investimenti sul territorio, anche prospettici. Sempre che, naturalmente, i finanziamenti per l’opera siano confermati e garantiti dallo Stato, senza ripensamenti. Aggiungo anche che si potrebbe ragionare di eventuali modifiche del tracciato, là dove necessario e possibile.
Sul tema, però, potreste avere non poche difficoltà di consenso: pensiamo ai 5 Stelle, ma anche all’area a sinistra del Pd…
I 5 Stelle hanno la loro posizione, chiaramente antisistema, su questo come su tanti altri temi, e faranno la loro partita. A sinistra del Pd, dopo i recenti ‘smottamenti’ e vari cambiamenti di casacca, vedremo che intenzioni hanno. Noi siamo pronti al dialogo con tutti, ma naturalmente senza forzature, e senza ricatti.
E la Regione Muliere? La lascerebbe senza rimpianti?
In Regione Piemonte sto concludendo (purtroppo all’opposizione) il mio terzo mandato, ed è stata complessivamente un’esperienza intensa, molto formativa, che ho vissuto con impegno, forte di un consenso personale di cui sarò sempre grato agli elettori. Oggi però la Regione è in ginocchio, la giunta Cota non ne ha fatta una giusta, e in particolare sui fronti sanità e trasporti ha creato le condizioni per il disastro. Le elezioni sono previste per il 2015, ma prima vanno a casa, meglio è. Io comunque nel 2014 spero di dimettermi in ogni caso, per occuparmi a tempo pieno della mia città. La decisione però spetta agli elettori novesi!
Ettore Grassano