di Beppe Giuliano
Capitolo 1
L’Olimpiade di Parigi si inaugura venerdì 26 luglio, con una cerimonia di apertura che promette di essere la “più grande mai tenuta nella storia dei Giochi”, a detta degli organizzatori. Siamo molto curiosi, vedremo.
No Jules et Jim
Naturalmente non siamo qui per raccontare com’è Parigi, però ci sentiamo di suggerire qualche film che la mostra in maniera particolare. Con una sola regola, peraltro suggeritaci da chi ci è cresciuto: «No Jules et Jim». Sappiamo che è un capolavoro, ma è anche il primo film che viene sovente citato a proposito di Parigi.
Abbiamo scelto qualche pellicola degli anni ‘80, magari non facile da trovare sulle numerose piattaforme, per cui un buon vecchio lettore VHS conservato in cantina torna buono.
Per esempio le métro ha una sua parte in due film ormai non molto ricordati.
Diva è del 1981 ed ebbe critiche non favorevoli. La trama è esile: il postino melomane che si ritrova braccato suo malgrado da criminali, se vogliamo togliere il tanto di più che è il fascino del film d’esordio del regista Beineix (che dopo avrà discreto successo con Betty Blue). Il tanto di più è una Parigi sempre magnifica, compreso appunto le métro con inseguimento in motorino (il protagonista ci sale direttamente sul treno). Fino alla presenza unica, bianco su nero, della soprano Wilhelmenia Wiggins Fernandez.
Le métro è fin dal titolo protagonista di Subway, in fondo un fratello parecchio somigliante di Diva, almeno nella trama che fa soprattutto da pretesto per esplorare un mondo punk e sotterraneo. Le stazioni in cui fu girato, a volte senza permesso, sono Auber, Opéra, Châtelet, Nation, Concorde. Qui il cast è grandioso, regia di Luc Besson, che userà poi la città magnificamente in Nikita. La lei è Isabelle Adjani, per il lui Besson voleva Sting, trovò – a ricordarlo molto – Christophe Lambert prossimo a diventare Highlander (se ve lo state chiedendo: sì, fa ancora l’attore).
La scena da vedere: quella in cui i due ballano in una stazione deserta. Sono bellissimi loro, è favolosa la canzone ‘A Lucky Guy’ di Rickie Lee Jones. Romanticismo come solo Paris.
Le notti della luna piena
Lui: Perché questa notte nessuno ha dormito.
Louise: Nessuno?
No. Neanche chi è andato a letto.
Mi scusi, ma come fa a saperlo?
Perché è colpa della luna piena.
La luna piena?
Ma come, non lo sa?
Non so neanche quando c’è o non c’è, la luna piena. (conclude il dialogo Louise, interpretata da Pascale Ogier).
La cosa più charmant che ho letto sul film (parte del ciclo “Comédies et proverbes” del regista Éric Rohmer): Les filles de ce Paris 1984 voient Pascale comme leur modèle, les garçons rêvent qu’elle soit leur princesse. Et ce film, Les Nuits de la pleine lune, leur est tendu comme un miroir. (Le ragazze di quella Parigi del 1984 vedevano Pascale come loro modello, i ragazzi sognavano che fosse la loro principessa. E quel film gli venne porto come uno specchio).
Pascale Ogier ha 25 anni. Piccola, minuta, viso irregolare, un fascino che solo le parigine. La premiano alla Mostra del Cinema di Venezia. È la musa (partecipa alla scelta dei costumi, degli arredi, delle musiche e dei luoghi) ancor prima che l’interprete di Le notti della luna piena.
Muore all’alba del giorno in cui avrebbe dovuto compiere i ventisei anni.
Pascale est morte au petit matin du jeudi 25 octobre 1984, la veille de ses 26 ans, au sortir d’une fête… Morte d’un souffle au coeur, et peut-être d’autre chose.
All’uscita da una festa. D’un soffio al cuore, e può darsi d’altre cose.
È sepolta, ça va sans dire, al Cimitero del Père-Lachaise.
Un posto: il parc de La Villette nel quartiere omonimo, giovane e che stava diventando di moda negli anni ‘80. Ci girarono diverse scene del film. Durante i Giochi diventerà Parc des Nations e ospiterà in spazi di diversi Comitati Olimpici esposizioni, concerti, eventi gastronomici e molte altre attività.
I Giochi Olimpici
No, non parleremo di cinema, qui, ma di Giochi Olimpici. La cerimonia di apertura come detto è venerdì 26, intanto oggi mercoledì 24 partono i tornei maschili di calcio e di rugby a 7.
Cosa guardare: il rugby a 7 si gioca sullo stesso campo della versione con 15 giocatori, con tempi più brevi, una partita dura 14 minuti, ma comunque si calcola che i giocatori possano percorrere anche 5 chilometri in un incontro. È presente per la terza volta nel calendario, finora han sempre vinto le Figi. Ci sono anche stavolta, esordiscono contro l’Uruguay. Si disputa allo Stade de France che ospiterà anche l’atletica. Dura pochi giorni, sabato 27 la finale.
Cento anni fa: all’edizione del 1924, pure disputata a Parigi, era invece in cartellone il rugby nella classica versione a 15. Torneo triste, solo tre squadre iscritte, la Romania con Francia e Stati Uniti che si giocarono la finale. Finì, alla faccia della mistica del “terzo tempo”, in una rissa memorabile.
Scriveva un cronista: Durante la partita, che fu asprissima, due giocatori francesi, vennero colpiti e dovettero essere trasportati fuori dal terreno. Anche due giocatori americani furono messi per un momento a terra. Parecchi spettatori presero violentemente parte per l’una e per l’altra delle due squadre, e vennero anche scambiate delle botte. Un americano, ebbe una violenta bastonata alla testa e dovette essere trasportato all’ospedale americano di Neuilly, dove fortunatamente il suo stato non fu giudicato inquietante. La fine della partita terminata con la vittoria dell’America venne accolta da parecchi fischi da parte del pubblico.