di Graziella Zaccone Languzzi
1) Un bel 10 a Me.Dea Centro Antiviolenza per aver reagito alla decisione del Sindaco Abonante e della sua maggioranza di privilegiare, non si è capito come mai (o forse si è capito benissimo, che dite?) le occupanti di un centro sociale abusivo, offrendo loro casa e servizi gratis a spese dei contribuenti alessandrini, e alla faccia delle tante serie associazioni di volontariato sociale, quale appunto è Me.Dea, ma anche Avis e tante altre. “Nuova Casa delle Donne, Me.Dea bacchetta il Comune: “I nostri modi gentili non hanno finora sortito alcun effetto”. Disparità e regalie che generano sfacciata esultanza da parte di chi l’ha avuta vinta e alla grande, e del resto questo ormai è l’infimo livello di espressione a cui ci siamo abituati: Non Una di Meno: “La lotta paga, riapriamo il 15 settembre”. La cassa comunale langue, servizi essenziali di ogni genere per la città e sobborghi sono erogati a livello di vecchio terzo mondo, ma i soldi ci sono per le signore che lottano, strillano, occupano e se non accontentate potrebbero occupare Palazzo Rosso. Qui si legge cosa verrà regalato a spese nostre: “Locci (FdI) su Casa delle Donne: “Le lotte ideologiche transfemministe non possono essere pagate con le tasse di tutti i cittadini di Alessandria!”. Il massimo voto al Centro Antiviolenza dell’A.P.S. Me.Dea viene assegnato anche per l’importante impegno e ruolo dal 2009 ad Alessandria, unico centro antiviolenza legalmente riconosciuto per il lavoro sistematico e strutturato di professioniste specializzate ed esperte di violenza di genere, secondo i requisiti richiesti dalla Regione Piemonte (Operatrice Servizi Antiviolenza, ai sensi della L.R. 4/2016), con riferimento territoriale collegato al numero Nazionale antiviolenza donna 1522 e parte della rete “Di.Re”, la Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza. L’A.P.S. Me.Dea dal 2014 gestisce insieme alla Provincia e alla Prefettura di Alessandria la Rete Antiviolenza provinciale, con un accordo di rete firmato anche dal Comune di Alessandria, già capofila del progetto Viol.A – Prevenzione e contrasto di tutte le forme di violenza di genere, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità, anni 2013-2014. Qui le riflessioni di Me.dea. sulla discussa assegnazione della Giunta e maggioranza comunale di Alessandria. In questa città qualcosa non funziona, si concedono privilegi ad amici e amiche (dal dubbio percorso, peraltro), e si ignorano le esigenze delle persone serie e perbene. L’ultima giustificazione dalla maggioranza comunale: “Trovata una soluzione legale a una situazione particolare”. Ma per favore: fate i vostri comodi finchè potete, ma almeno non ci si prendete in giro.
Voto: 10
2) La notizia è del 28 agosto: il Comitato di Casalbagliano, stanco delle promesse ripetutamente ricevute ad ogni tornata elettorale compresa l’ultima con la vittoria del centrosinistra, propone una consultazione tra i residenti per valutare la possibilità di far parte di un altro Comune: “Dire addio ad Alessandria e annettersi a Oviglio: la proposta del Comitato Casalbagliano ai cittadini del sobborgo”. Per esperienza, ogni qualvolta si viene chiamati ad eleggere un’amministrazione comunale, si assiste ad un film di fantasia seguito da un libro dei sogni, e qui si legge una frase del libro di chi ha vinto le elezioni nel 2022: “Vogliamo creare un programma capace di identificare quei progetti da offrire alla collettività, a chi ad Alessandria ci vive e a chi, invece, ad Alessandria trascorre il proprio tempo. Mi impegnerò per una campagna elettorale viva e ricca di visione, che possa dare ad Alessandria un progetto per il futuro”. A distanza di quattordici mesi un sobborgo chiede di staccarsi da Alessandria, ma non è l’unico: a Valmadonna sono altrettanto insoddisfatti, e in Fraschetta hanno già raggiunto lo stadio successivo, la rassegnazione. Dopo solo 14 mesi di giunta Abonante Alessandria pare una nave alla deriva: non solo non esiste un progetto di futuro, ma neppure la capacità di governare il day by day, in termini di decoro e cura del territorio. Tutto è spiegato molto bene in questo articolo che, riga per riga, non è smentibile: “Roggero (Lega): “Perché il sindaco Abonante non si cura almeno del decoro quotidiano? Sui progetti di sviluppo abbiamo già capito che aria tira…..”. Lo ripeto: il declino di Alessandria parte dal giugno 2002, ma oggi siamo arrivati davvero a livelli indecorosi. Il comune non è neppure più in grado di occuparsi dignitosamente dei principali quartieri cittadini: figuriamomi cosa possono aspettarsi i tanti sobborghi, se non un crescente degrado.
Voto: 2
3) Lo stop (oltretutto senza un preavviso accettabile) ai diesel in tutto il Piemonte sarebbe stata una ‘gretinata’ insopportabile, a quanto pare per il momento scongiurata. Del resto il Parlamento europeo, che tra pochi mesi saremo chiamati a rinnovare, di ‘gretinate’ in questi anni è stato ed è produttore seriale, e non solo sul fronte auto. Pensate alla questione case (il 2030 è dietro l’angolo, non conviene dormirci su: votiamo chi si dichiara apertamente contrario), o a come l’Ue cerca di distruggere le ‘tipicità’ della nostra agricoltura e dell’enogastronomia, e ditemi se è il caso di indebitarsi sempre più con simili soggetti, che poi ovviamente vogliono comandare a casa nostra.
Ma restiamo sulle auto dei piemontesi (e presto di tutti gli italiani, nel 2025) da rottamare in massa.
Ovviamente i più colpiti sono i meno abbienti, le persone che non si possono permettere un’auto nuova (di che tipo tra l’altro? Vedrete che gli incentivi ci saranno solo per l’elettrico). Sorgeranno problemi seri. Pensate solo, se il Piemonte avesse davvero attivato anzitempo questa “gretinata”: come avrebbero fatto le auto in entrata da territori limitrofi al nostro, Liguria e Lombardia, dove il provvedimento partirà più avanti? Loro non inquinano, e noi sì? Ma andiamo ai fatti. Le limitazioni alla circolazione per determinate categorie di auto dovrebbe entrare in vigore dal 1° ottobre del 2025. Il Piemonte però ha deciso di anticipare la data, anche a seguito di alcune sentenze e di una condanna della Corte di giustizia dell’Unione Europea, e intorno a ferragosto ha comunicato, a partire dal 15 settembre 2023 e fino al 15 aprile 2024, lo stop ai diesel Euro 5. Come si è arrivati a questo? Nel 2020 la Corte ha stabilito che tra il 2008 e il 2017 l’Italia violò in modo continuativo e sistematico i valori limite europei per la concentrazione nell’aria di PM10, e nel 2022 un’altra sentenza della Corte ha stabilito che tra il 2010 e il 2018 in molte città tra cui Torino, Milano, Bergamo, Firenze e Roma vi fu uno sforo oltre i limiti consentiti. Nel 2017 la procura di Torino aveva aperto un’inchiesta a carico di alcuni amministratori regionali e comunali, che dal 2015 in poi ebbero a che fare con la gestione dell’inquinamento atmosferico in Piemonte, accusandoli di inquinamento ambientale. Lo scorso luglio si sono chiuse le indagini preliminari con la richiesta di rinvio a giudizio. Nel registro degli indagati figurano i vertici istituzionali di Regione Piemonte e Comune di Torino dal 2015 in poi, e questo è il motivo per cui la Regione Piemonte si è trovata costretta ad attuare una scelta anche sul blocco degli Euro 5, non solo figlia di una procedura di infrazione europea. ma da un atto della Procura di Torino, cosa che non è accaduta in nessuna altra Regione. Il blocco diesel Euro 5 non riguarderebbe l’intero Piemonte, ma 76 Comuni, tra cui il capoluogo Torino. Nella nostra provincia i comuni interessati sono praticamente tutti: Alessandria – Acqui Terme – Casale Monferrato – Novi Ligure – Ovada – Tortona – Valenza. Qui l’elenco completo. Una decisione palesemente assurda, che ha generato prima sconcerto, poi rabbia nei piemontesi. Anche perché anche il servizio pubblico di mobilità su gomma (peraltro palesemente inadeguato: provateci voi a vivere in un paese, e ad andare a lavorare con il bus, o anche solo ad andare a prendere un treno per Torino o Milano) subirebbe analogo trattamento, e verrebbe automaticamente dimezzato. Questa notizia del 1° agosto parla chiaro: “Alessandria seconda peggior provincia del Piemonte per autobus e autocarri Euro 0 in circolazione”.
Voto: 2