di Massimo De Bernardi*
Scriviamo quando l’emergenza alluvionale in Emilia Romagna è ancora in corso e al momento oltre agli ingentissimi danni ad abitazioni private, imprese industriali, agricole, commerciali e alle infrastrutture si contano purtroppo anche 9 vittime accertate.
In Tv scorrono immagini che ci riportano alla nostra e alle mille alluvioni avvenute negli ultimi decenni, bimbi e anziani salvati a nuoto o in gommone, persone salite sino ai tetti delle proprie abitazioni portate via dagli elicotteri, migliaia di sfollati che poi rientrando alle proprie abitazioni si accorgeranno dei danni irreparabili causati dalle acque, mobili, elettrodomestici, caldaie, auto, trattori, moto da rottamare, mura delle case da risanare, le cose e ricordi più cari ridotti in poltiglia e da buttare.
Le solite promesse/dichiarazioni ascoltate in TV sui ristori/rimborsi che arriveranno agli alluvionati quando si sa benissimo che vi sono ancora alluvionati, terremotati degli anni precedenti che stanno ancora aspettando i rimborsi promessi un po’ da tutti i Governi, ci saranno purtroppo anche ‘alluvioni’ di moduli da compilare, cavilli e burocrazia a non finire. Dalle immagini viste in TV questa è un’ alluvione che costerà qualche miliardo di euro, sino ad ora abbiamo sentito parlare solo di “evento eccezionale”, nessuno sino ad ora che parli di prevenzione, di investimenti e opere da fare per sistemare e mettere in sicurezza il territorio.
Il vortice ciclonico che questa volta ha colpito il territorio emiliano-romagnolo come ha colpito molte volte in passato il nostro Piemonte e la Liguria non è una novità, per mesi e mesi le televisioni ci hanno bombardato con notizie sulla siccità e oggi si piangono le vittime e miliardi di danni per le alluvioni, solo gli sciocchi potevano pensare che non piovesse più!
Più di 3 mesi fa abbiamo scritto alla Premier Meloni, ai 2 Vice Premier, al Ministro per l’Ambiente, a parlamentari della nostra zona, agli Enti preposti per la progettazione e pianificazione della sicurezza Idrogeologica del bacino del fiume Po, alla Protezione Civile, alla Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Prefetto, Comune ecc. chiedendo che si desse priorità alla messa in sicurezza idrogeologica anche con i fondi del PNRR, visto che l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha predisposto un piano dettagliato per un costo di circa 540 milioni di euro, come dichiarato dal Segretario Generale dott. Alessandro Bratti: “Il progetto dettagliato di manutenzione degli argini del Po è stato già presentato da AdBPo nel 2018 per un valore di circa 540 milioni di euro ed è costantemente aggiornato a seconda delle necessità, ma non è stato mai finanziato o preso in seria considerazione dai governi; oggi serve assolutamente una più forte capacità di adattamento alle nuove esigenze alla luce dell’ emergenza climatica e questo tipo di interventi sono diventati non delle opzioni rinviabili, ma vere e proprie priorità assolute per la sicurezza delle persone e dell’ambiente e come tali andrebbero seriamente considerate, senza rinvii sterili”.
Il PNRR invece privilegia la “Rinaturazione del Po”. Tale progetto sostenuto dalla Unione Europea grazie al Next Generation EU (NGEU) prevede un finanziamento di ben 357 milioni di euro che verranno spesi al fine di “riattivare i processi naturali e a favorire il recupero della biodiversità del Fiume Po” . Ovviamente nel nostro documento di fine gennaio 2023 abbiamo chiesto di privilegiare la messa in sicurezza idrogeologica rispetto alla “rinaturazione del fiume Po”, ma NON ottenendo NESSUNA RISPOSTA dai 41 enti /ministeri/istituzioni/politici a cui abbiamo inviato la nostra richiesta e ci viene spontaneo domandarci: quanti miliardi di danni e purtroppo quante vittime bisognerà ancora subire prima che il Governo Italiano (di ogni colore politico!) comprenda la necessità di dare priorità alla messa in sicurezza idrogeologica???
*Portavoce e Vicepresidente C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese