di Graziella Zaccone Languzzi
1) I termovalorizzatori che oggi sono impianti moderni di valorizzazione energetica dei rifiuti, che consentono il superamento delle discariche, e ogni provincia dovrebbe averne uno. A Roma Gualtieri, Letta e Zingaretti hanno dato il via libera, Draghi l’ha finanziato, perchè a Novi Ligure il PD dice no? Tra il 2005 e il 2008 mi sono occupata di gestione rifiuti all’interno di Comitati locali, provinciali, regionali, interregionali. La nascita di questi Comitati risale al momento in cui partì in molte città piemontesi, tra cui Alessandria ( amministrazione Scagni) il metodo di raccolta rifiuti urbani detto “porta a porta spinto”: un metodo costoso per la sua gestione, invasivo delle proprietà private, e da luogo a luogo non gestito correttamente e in sicurezza in funzione ad esempio per il Piemonte delle regole dettate dalla Circolare Bresso (25 luglio 2005, n. 3/AMB/SAN), che sanciva comportamenti precisi da parte delle aziende rifiuti, che non furono rispettate. Su questa materia possiedo un archivio possente, e da quella esperienza a 360 gradi dico la mia. Un termovalorizzatore a Novi Ligure è soluzione che condivido, ma ovviamente siamo in Italia nel paese del NO a prescindere, quindi il rischio è continuare a discuterne per i prossimi 10 anni:
“Novi Ligure si divide sul termovalorizzatore in città: Pd ed M5s chiedono la testa di Ravera”. I signori del No fanno finta di non sapere che in Francia, Germania, Austria, Danimarca, Svezia che con i suoi 30 termovalorizzatori, questo è già il presente: prezzi bassi e riscaldamento per 1 milione di famiglie. E fanno pure affari con i rifiuti italiani che non riesciamo a smaltirli, e per il cui smaltimento paghiamo ‘a peso d’oro’. A Novi Ligure PD e 5 Stelle compatti dicono no, a Roma il sindaco PD Gualtieri nel visitare il termovalorizzatore di Parigi ha dichiarato che “sembra una biblioteca e che Roma si metterà velocemente al pari con le altre capitali europee”.
Gualtieri ha già scelto il modello ideale per il Campidoglio, che sarà come l’impianto da “vetrina” presente a Copenaghen. Anche la Regione Lazio sostiene la scelta del Campidoglio, e una sponda al sindaco di Roma arriva dal segretario Pd Enrico Letta che dichiara: “Condivido e apprezzo la decisione di Roberto Gualtieri di dare una svolta alla politica dei rifiuti a Roma attraverso una strategia di valorizzazione energetica strutturale. L’obiettivo è finalmente quello di risolvere una volta per tutte il problema” . A Letta direi che il problema rifiuti non è solo romano/laziale ma nazionale, e se va bene per Roma/Gualtieri deve andar bene anche in quelle località italiane che richiedono di poter usufruire di tale possibilità, quindi dirami un comunicato ai suoi uomini che occupano giunte e consigli comunali e regionali in maggioranza o opposizione. Faccia sapere che i venti ambientalisti o dei bastian cuntrari son cambiati, e ciò che va bene per Roma va bene per tutti gli altri territori, Novi Ligure compresa.
Voto: 2
2) Una delle primissime mosse del nuovo sindaco Abonante e stata bloccare il progettto del centro logistico PAM, come aveva promesso in campagna elettorale insieme ai partiti “stampella” come i 5 Stelle. E’ un primo segnale che ad Alessandria sta iniziando la fase della decrescita infelice, dell’economia circolare Agenda 2030 (solo utopia) e della regola del NO. Invito alla rilettura di questo editoriale. Anche con poco consenso la macchina comunale è partita, ma il campo largo alessandrino nel frattempo è già archiviato dalle vicende romane. E se a Roma vi è una rottura tra Conte e Letta, come sarà gestita la questione qui in Alessandria? I 5 Stelle si piazzano in minoranza? Al di là dei numeri (la maggioranza di centro sinistra reggerebbe comunque), è sui progetti, o meglio sui no ai progetti del centro destra, che sarà interessante misurare la tenuta della nuova maggioranza di Palazzo Rosso. Bloccare PAM è un segnale che preoccupa, e temo ne possano arrivare altri dopo la pausa estiva. Ammesso che pausa ci sia, con quel che sta succedendo a Roma. Segnalo queste riflessioni, parte di una nota della Lega di Alessandria: “Il ‘campo largo’ tanto sbandierato ad Alessandria dal leader Pd Letta pare morto nella culla, con il paradosso che invece, qui da noi rischia di trasformarsi in un’armata Brancaleone che va dai grillini ad Azione, e che temiamo davvero possa mettere a rischio il futuro della città, e i tanti progetti concreti che la Giunta Cuttica ha avviato, e meritano di essere concretizzati. Non per far contenta la Lega, ma per il bene di tutta la comunità alessandrina”.https://radiogold.it/politica/319735-lega-alessandria-sindaco-abonante-dirigente-comune-amag/ Buona fortuna Alessandria!
Voto: 2
3) Quanto successo nei giorni scorsi a Roma rappresenta un rigurgito di dignità della politica. Consiglio la lettura di questo articolo: “Il governo dei migliori fugge prima di crollare sotto le macerie”. Fino all’ultimo Letta, segretario del Pd, si è consumato a cercare una soluzione pur di andare avanti, questa una sua dichiarazione spiega chiaramente il suo timore di perdere un presidente del Consiglio affine politicamente : “Riportare a bordo i 5 Stelle ne basta anche una parte, gli italiani non vogliono una crisi al buio”… Ma che ne sa Letta di cosa vogliono gli italiani? Potrei fare il solito elenco, piuttosto è chiaro che Letta ha fatto i conti e teme il voto più del Covid: evitare il voto per non affogare!. Perché secondo le analisi dei sondaggisti (sempre da prendere con le pinze, per carità) alle elezioni il PD senza la stampella dei 5 Stelle non avrebbe i numeri per formare un Governo progressista, europeista, atlantista, etc etc. Senza il campo largo che includa anche i 5Stelle il Pd, pur con i piccoli cespugli già accodati, e prendendo a bordo pure Calenda e Renzi (per quest’ultimo però sarà dura, e umiliante) si ritroverebbe con 118 seggi alla Camera e 56 al Senato, mentre il centrodestra unito ne avrebbe rispettivamente 240 e 122 quindi una super maggioranza. I 5Stelle, se non si dissolvono prima, otterrebbero 31 deputati e 15 senatori.
Con i 5 Stelle alleati del Pd la situazione sarebbe un po’ più bilanciata: ma ve li immaginate Calenda e Renzi alleati con Di Battista? Ovvio che lo scenario, in caso di elezioni ad ottobre, sarà caotico, e molto favorevole al centro destra.
Ed ecco la grande preoccupazione che si legge in questo articolo del 16 luglio: “Crisi Governo, Fornaro: Alle elezioni centrodestra al 60%. Serve riannodare alleanza col M5S”. Che ci comunicava l’Onorevole?: “Il rischio di un centrodestra oltre il 60% dei seggi e vicino a quei 2/3 con cui si può cambiare direttamente la Costituzione, è uno scenario reale che dovrebbe imporre di frenare illusori entusiasmi e suggerire invece maggiore prudenza. Ci sono ancora le condizioni per riannodare i fili di governo e alleanza progressista, ma più passano le ore e maggiore è la lacerazione prodotta con danni irreparabili per il Paese a solo vantaggio della destra sovranista. Ci si fermi fin quando si è ancora in tempo”. Il giorno dopo segue attacco a Salvini: “La Lega vuole le elezioni anticipate non per il bene degli italiani, ma perché preoccupata dell’erosione dei consensi a vantaggio della Meloni” con appello allo scopo di far riflettere anche il M5s, perché una scelta isolazionista che dovesse portare a elezioni anticipare sarebbe anche un clamoroso regalo a Salvini e alla destra”. Che daffare!!! Ma questa è ormai l’unica preoccupazione della sinistra? Secondo la loro visione, solo quella parte politica è il bene del paese? Io credo che sia solo fame di potere e poltrone, e dice bene Guido Crosetto (FdI): “Crisi di governo, Guido Crosetto smaschera il gioco sporco sul voto: “Arrivano i barbari…” Per Crosetto chi sono i barbari? Per i progressisti sono quelli di FdI e Lega. Consiglio ai progressisti, europeisti, atlantisti eletti qui da noi e altrove di mettere annunci sui quotidiani: “AAAAA Cercasi movimenti, liste civiche, qualunque roba per formare una corposa coalizione e governare il Paese”.
Voto: 7