Fusione fra Lu e Cuccaro: c’è chi vuole tornare indietro

La Commissione Autonomia della Regione Piemonte, nell’ambito dell’analisi e monitoraggio del percorso di riconoscimento di particolari forme di autonomia, nel corso della seduta pomeridiana di giovedì 17 febbraio, presieduta dal consigliere Riccardo Lanzo, ha svolto l’audizione di Andrea Riva, primo firmatario della petizione popolare “Iter semplificato per il ripristino della situazione pregressa nei comuni istituiti mediante fusione”.

“Vogliamo tornare indietro”, questa la richiesta di Andrea Riva, a tre anni dalla fusione tra il comune di Lu e Cuccaro Monferrato , avvenuta il 1° febbraio 2019. “Il Consiglio regionale, cosi come ha approvato una legge, può anche annullarla. Questa del comune di Lu e di Cuccaro Monferrato è stata una fusione – sottolinea – esempio di cattiva politica e cattiva amministrazione poiché non ha portato alcun vantaggio. Le differenze di cui tener conto in questi processi non sono tra comune grande e comune piccolo, ma quelle fra le persone, le loro competenze e la struttura organizzativa. Non è detto che un comune di 5mila abitanti funzioni meglio di uno di 500, dipende da chi li amministra a da chi ci vive. Invito il Consiglio a ripensare al concetto di fusioni, verificando le priorità e le volontà del territorio”.

Tre sono gli ordini di problemi emersi a seguito della fusione, a quanto riferisce il primo firmatario. Normativo, poiché pur facendo ricorso al Tar e avendo firmato petizioni, ancora i cittadini dei due comuni non hanno ricevuto alcuna motivazione formale scritta che giustifichi tale fusione. Di natura economica: più che una fusione sembra un condono tombale – dichiara Riva – non c’è nessuna traccia dei crediti e dei debiti dei comuni estinti e questo non ha consentito di partecipare al bando per i contributi ai piccoli comuni previsti dal PNN. Non solo- conclude – siamo penalizzati anche rispetto alle risorse previste dal Fondo di solidarietà e dal Fondo cassa. In ultimo, persistono ancora oggi problemi di ordine organizzativo e sociale: la fusione non ha tenuto conto della volontà di una parte dei cittadini che si sentono penalizzati e insoddisfatti”.

A conclusione dell’audizione, è intervenuto il consigliere Andrea Cane (Lega) che, in veste di amministratore e di consigliere regionale, ha espresso massima solidarietà, auspicando si possano apportare modifiche a disposizioni inique e antidemocratiche come questa. Una moda quella delle fusioni che, a suo parere, ha portato ad ignorare la volontà dei cittadini e a dissesti finanziari.

Nel chiedere se sulla mancanza di presentazione dei bilanci sia o meno intervenuta la Prefettura, il consigliere Sean Sacco (M5S) ha infine dichiarato “Non ha avuto senso mettere insieme il risultato referendario di due Comuni che hanno peso e interessi diversi. La mancanza di un bilancio è poi un fatto assurdo, perché ha creato una grave perdita economica”.