Liste di attesa e ‘gioco dell’oca’ in sanità. Poi bollette e Foibe [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Ennesima promessa sulle liste attesa nella sanità: “Liste d’attesa, Regione Piemonte: Obiettivo azzerare la coda entro metà del 2023”. Sono anni che dalla Regione chiunque governi prova a ridurre le lunghe liste di attesa, ma poi tutto rimane come prima se non peggio. Ora mi piacerebbe che l’attuale Giunta politica regionale mantenesse tale promessa per non perderci la faccia come l’hanno persa i suoi predecessori. Negli ultimi dieci anni chi scrive e la sua famiglia sono dovuti ricorrere a visite, controlli, interventi privati proprio a causa dei lunghi tempi di attesa, e per evitare di essere sballottati nei vari ospedali provinciali essendo residenti nel capoluogo a 50 metri dall’ospedale civile e dal pediatrico. Escludendo il periodo Covid che ha procrastinato le cure ed interventi di ammalati NON Covid, la situazione delle attese era giàm gravissima nel 2019, e per una visita ci volevano settimane, se non mesi. Sarebbe anche opportuno smetterla di inviare alessandrini ad Ovada, ovadesi a Casale Monferrato, acquesi ad Alessandria, novesi a Valenza, tortonesi ad Acqui Terme, un vergognoso giro dell’oca stressante soprattutto se si tratta di anziani. Accorciare le liste di attesa significa assumere nuovi medici e infermieri, medici che fanno gli orari di Ospedale e non poche ore per poi esercitare la libera professione nel privato. Chiedo alla Giunta Cirio che per una volta dal settore sanità regionale vi sia l’ambizione di dare la possibilità ai residenti piemontesi compresi quelli sotto l’ASL/AL – ASO (a fare un esempio) di non attendere dai 24 a 36 mesi per una cataratta! Avrei un elenco di situazioni spiacevoli mie e famigliari e di conoscenti, nel passato ho stilato parecchie pagelle “denuncia”, ne cito una del marzo 2015: “Regione Piemonte bocciata su tutti i fronti! [Le pagelle di GZL]”.
Voto: 7

 

2) Argomento che brucia i bilanci di famiglie e imprese: il caro bollette. Risiedo in un super-condominio di 112 alloggi, sabato 12 febbraio ricevo posta dal gestore del riscaldamento, che mi comunica il forte aumento della spesa per la materia gas naturale che nel 2021 è stata pari al 57% e che dal gennaio 2022 ha subito l’ulteriore aumento del 41,8%. Quindi per scaldarci pagheremo il 98,8% in più, il doppio dello scorso anno. I vari gestori gas e luce hanno agito in fretta nell’appiopparci questo oneroso rialzo, infatti già da gennaio 2022 noi italiani abbiamo subìto i primi salassi con l’arrivo di bollette “fuori di cranio”. Sono mesi che il mirabolante Governo Draghi straparla promettendo sgravi a famiglie e imprese, ma questi nostri “capitani alla Schettino” della nave Italia, che ormai è già incagliata anche se ci viene raccontato che galleggia, parlano parlano e non concludono nulla. In questo inizio 2022 i loro provvedimenti presi in ritardo serviranno a poco, perché gli aumenti che ci hanno già appioppato non ce li toglie più nessuno. Ora cosa ci attende? Qui l’allarme di Bruxelles: “Le stime della UE: Le bollette resteranno alte a lungo e aumenteranno anche i prezzi alimentari ed è l’allarme di Bruxelles”. Il governo Draghi e le “truppe cammellate” che stazionano nelle Camere del potere nazionale vogliono farci credere che stanno “lavorando” per noi (mi vien da ridere), e l’allarme di Bruxelles è chiaro: “Caro Pantalone italiano preparati a ricevere l’ennesimo salasso totale”. Per aiutare le famiglie il Governo dovrebbe da subito alzare ISEE, per sostenere con uno sconto più famiglie di lavoratori e pensionati, 1200/1500/2000 euro lordi da lavoro o pensione da anni senza rivalutazione al costo vita e possedere un alloggio acquistato con fatica o ereditato non è ricchezza, senza parlare del numero dei figli nell’ISEE, troppo comodo fare sconti solo a chi ha tre o quattro figli. La platea va allargata perché non vuol dire che chi ha uno e due figli non abbia diritto ad un congruo aiuto. Siamo in questa situazione perché per anni non si è fatto nulla per renderci autonomi da altri paesi, forze politiche e lobby ambientalistiche hanno sempre frenato e detto NO! Ora è arrivata la necessità di produrre gas e nucleare nel nostro paese per renderlo autonomo e stabile visto che soffriamo per il caro energia. Utile leggere questo articolo che ci racconta chi rema contro alla possibilità di poter risparmiare: “Svolta Ue sul nucleare. Ma è caos tra sinistra e ambientalisti”. Sinistre e ambientalisti si stanno mobilitando per farci rimanere al palo. Nel contempo compriamo energia elettrica dalle centrali nucleari francesi e altri che fanno da “corona”, esponendoci a potenziali radiazioni, ci siamo fatti scippare l’estrazione di metano nell’Adriatico dalla Croazia: “Adriatico, l’Italia tentenna e la Croazia si prende il metano”. Si legge che il Mar Adriatico custodisce un immenso giacimento di gas metano, l’’Italia non autorizza nuove trivellazioni per timori (teorici) di subsidenza e per ideologia ambientalista mentre la Croazia di fronte a noi trivella e si prende il metano. Notizie fresche dalla Francia: “La Francia vira sul nucleare, 3mila assunzioni e 6 nuovi reattori nei prossimi anni. Perché la Germania è così ostile all’energia dell’atomo?”.
E noi? Noi continuiamo a pagare fin che ce n’è… Tutto ciò mi fa tornare in mente una frase di anni addietro del Presidente Fabrizio Palenzona rivolta a verdi e ambientalisti: “l´Italia è ferma da anni per colpa di gruppi di “asini che ragliano” e bloccano ogni tentativo di iniziare opere concrete”. Aveva ragione?
VOTO 2

 

Copia di Ad Alessandria martedì si celebra il Giorno del Ricordo CorriereAl 23) Foibe: non volevo trattare questo argomento ma mi ci trovo costretta, perché sono contro ad ogni forma di “regime” di natura politica o culturale che non ammette opinioni e opposizioni al suo credo. Sulla Giornata del Ricordo si è instaurata una dittatura del pensiero: “Se non la pensi come me, devi essere zittito, ridotto all’impotenza”. Il 10 febbraio ricorre la Giornata del Ricordo, ogni anno in questa data leggo vergognose prese di posizioni contro chi ne parla, come se ciò che viene ricordato non fosse accaduto, e chi ne parla è tacciato di dire falsità. Anche quest’anno nel Giorno del Ricordo non si sono fatte attendere le polemiche di chi nega questa pagina orribile della nostra storia passata, attacca chiunque si permette di ricordare una ricorrenza istituzionalizzata nel 2004 con autorevoli pronunciamenti di due Presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano per ricordare le migliaia di vittime delle Foibe e l’esodo forzato degli italiani di Istria e Dalmazia: Legge 30 marzo 2004, n. 92 Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. (GU Serie Generale n.86 del 13-04-2004)note: Entrata in vigore del provvedimento: 28/4/2004).
Il pronunciamento di Napolitano: “Non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica. Il dramma del popolo giuliano – dalmata. E’ stata una tragedia rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali” Si legge qui: “Foibe, Napolitano consegna le medaglie d’oro “Riconoscimento troppo a lungo mancato”. Per chi non conosce questa raccapricciante e atroce storia: “Che cosa furono i massacri delle foibe”.  Ogni anno si scatena un fuoco di artiglieria, un giochino che le ideologie fanno da sempre. Non ci sono morti di serie A e B, ci sono vittime innocenti delle follie che abbiamo conosciuto, fasciste e comuniste e a farla breve. Quest’anno sono arrivati a queste meschinità: “Gli italiani nelle foibe sono come gli ebrei. E la sinistra insorge contro il ministero: un favore alla destra”. Per fortuna ci sono le parole di due poteri nazionali non certo di destra, Mattarella: “Foibe, Mattarella: Ricordo può diventare seme pace e crescita civile”, e Fico: “Foibe, Fico: No a tesi negazioniste, democrazia ha bisogno di verità”. Forse ci vorrà ancora tempo prima che vi sia una “maturazione” da parte di alcuni nel vivere e lasciar vivere senza offendere, impedire, calpestare questa parte di storia che purtroppo è accaduta e documentata.
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