“Ti vedo”, gli occhi elettronici sulle targhe sospette [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Il nuovo sistema di videosorveglianza integrato che serve i Comuni di Quattordio, Felizzano, Masio, Oviglio, Quargnento e Solero (ed è collegato con le forze dell’ordine) assicura più sicurezza, più informazioni e permette interventi rapidi. La tecnologia di Bbbell è un modello che parla alessandrino

È già operativo il nuovo sistema di videosorveglianza integrato, chiamato “Ti vedo”, al servizio dei Comuni di Quattordio, Felizzano, Masio, Oviglio, Quargnento e Solero. Copre un’area di circa ottanta chilometri quadrati dove vivono quasi diecimila persone ed è il primo esempio di progetto integrato targato Bbbell, azienda di telecomunicazioni leader nel nord ovest e specializzata in telecomunicazioni wireless, che riunisce i Comuni dell’alessandrino che hanno fatto sistema per rendere più sicuri e controllati i territori, in sinergia con il Comando provinciale dei Carabinieri e con la Questura di Alessandria.

Le novità di questo sistema, rispetto ad altri, sono l’obiettivo – il controllo per la sicurezza (non quello stradale per rilevare le infrazioni) – e la tecnologia: dodici telecamere collocate su undici varchi stradali strategici che fanno capo a un server cloud. La rete è fisicamente separata da quella internet per garantire la massima sicurezza del dati. L’accesso avviene solo da computer e tablet a disposizione dei Comuni e delle forze dell’ordine. Il progetto, cui hanno aderito le amministrazioni comunali che hanno saputo mettersi insieme superando i singoli ‘campanili’ e confini, vale complessivamente oltre duecentomila euro, di cui la metà finanziati dal ministero dell’Interno (il progetto si era classificato al ventitreesimo posto su sui 2.426 presentati dei quali circa 430 finanziati). I canoni di gestione per i prossimi quattro anni sono invece a carico dei singoli Comuni e valgono quasi novantamila euro.

Controlli incrociati in tempo reale

La soddisfazione dei primi cittadini – Alessandro Venezia, Quattordio, Luca Cerri, Felizzano, Giovanni Airaudo, Masio, Antonio Armano, Oviglio, Paola Porzio, Quargnento, Gianni Ercole, Solero – è comprensibile, perché hanno saputo superare i propri confini fisici e culturali per dare vita una iniziativa di comunità che serve un’area vasta. E lo è anche quella di Simone Bigotti, alessandrino, amministratore delegato Bbbell, perché quello messo a punto è un modello potenzialmente applicabile su territori ancora più ampi. «Alla interconnessione fra i Comuni e al collegamento in tempo reale con le forze dell’ordine – spiega Bigotti – che già di per sé sono elementi importanti, si aggiunge quello della immediatezza. L’immagine rilevata è disponibile in una frazione di secondo a tutti coloro che sono connessi al sistema e può essere gestita e interfacciata con le informazioni di altri database».

Bbbell ha gestito l’intero sistema che comprende gli undici punti di ripresa, la fornitura dei pali e dei sostegni, la connettività via radio protetta e criptata per l’invio delle immagini alle centrali operative di Questura, Carabinieri e ai Comuni aderenti. Le immagini sono riprese da telecamere hanno una precisione del 99,9 per cento nel rilevare la targa di un’auto che transita fino a 160 chilometri all’ora, dichiara Bigotti. «Il sistema – precisa l’amministratore delegato di Bbbell – è in grado di verificare se quella fotografata è una targa inserita fra le segnalate, per esempio, per furto, revisione scaduta, senza assicurazione, o rientra in specifiche banche dati della forze dell’ordine». Le fotografie, salvate alla massima risoluzione su un server virtuale della Server Farm Bbbell a Torino, consentono poi «un più rapido interfacciamento con le Base Dati del ministero e garantiscono l’integrità delle registrazioni stesse a fronte di eventuali guasti hardware. Le informazioni possono essere replicate, in tempo reale, sul dispositivo tablet fornito in dotazione alla Polizia locale. In questo modo un’eventuale pattuglia che si trova alcune centinaia di metri a valle della telecamera potrà operare il fermo immediato del veicolo e procedere con le operazioni di verifica/sanzione». Le immagini sono due. La prima riproduce in primo piano la targa, la seconda invece il contesto più ampio della strada consentendo di acquisire tutte le informazioni possibili.

«L’attenzione alla sicurezza del proprio Comune – sottolinea Alessandro Venezia (Quattordio è stato il capofila del progetto) – è stato il collante che ha rafforzato la vicinanza di tutti noi che siamo arrivati alla conclusione del progetto. Nella fase iniziale altri Comuni avevano risposto entusiasti alla possibilità di creare un territorio più ampio, all’interno del quale ci potesse essere una rete di tutela, tale da assicurare maggior tranquillità ai propri concittadini. Alcuni hanno desistito per problemi economici, altri per appartenenza ad altra provincia, ma lo spirito manifestato ha consentito di sviluppare un valore fondamentale: valorizziamo i nostri territori consapevoli che tanto più dimostriamo di essere in sintonia, maggiore capacità realizzativa riusciamo ad esprimere».