Fipe-Confcommercio: “Ad un mese dalla riapertura i fatturati di bar e ristoranti sono dimezzati”

Secondo la nuova indagine realizzata dal Centro Studi Fipe (la Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio), che effettua un monitoraggio costante delle aziende del comparto, continuano le difficoltà per le aziende della somministrazione, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi generata dal lockdown e dal cambio di abitudini dei consumatori nella fase immediatamente successiva.

Il 66,4% delle aziende dichiara che non riuscirà a tornare ai livelli di attività pre-lockdown: il calo medio del fatturato, infatti, registrato in questo periodo, si attesta sul 50%, con una leggera differenza tra bar e ristoranti, a vantaggio dei primi. I ristoranti infatti registrano un calo del 51,2%, mentre i bar del 46,8%. Specchio di una realtà difficilissima da affrontare, sono i numeri che riguardano il personale dipendente: solo una azienda su tre dichiara di aver mantenuto lo stesso numero di dipendenti impiegato prima della pandemia.

“La situazione – commenta Vittorio Ferrari, presidente provinciale Confcommercioè seria e preoccupante: gli imprenditori, che si contraddistinguono da sempre per intraprendenza e coraggio, hanno riaperto le loro attività, cercando soluzioni ai mille problemi pratici e burocratici che si sono trovati a dover affrontare: ma questo non basta. Quando si registrano cali di fatturato come quelli di cui abbiamo parlato, è impossibile fare una programmazione aziendale e medio-lungo periodo ed il rischio, reale, è che tra gli imprenditori inizi a serpeggiare la sfiducia. Per questo come associazione continuiamo a chiedere a gran voce alle Istituzioni di tutti i livelli territoriali, di intervenire in modo deciso, per mettersi accanto ad un tessuto imprenditoriale che ha bisogno di sostegno per riprendere a correre come sapeva fare”.

 “Ancora una volta ci troviamo a dover commentare i numeri di un settore in dissesto dichiara Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe nazionale -. Preoccupa il pessimismo degli imprenditori sulla capacità di resilienza delle aziende perché il rischio è che si entri in una pericolosa spirale che alimenta sfiducia. Occorre fare presto a rilanciare il turismo, perché è certo che nei prossimi mesi avremo più di  un problema sul versante della domanda interna. Insieme a questo continua la nostra azione per ottenere misure di sostegno da parte delle Istituzioni senza le quali sono a rischio aziende e posti di lavoro”.