di Graziella Zaccone Languzzi
1) Un bel 10 al comune di Alessandria. Il massimo voto per lo sforzo economico con il Progetto “AL.VIA” che impegna 1 milione e 300 mila euro per il rilancio della città. Non entro nei particolari del Progetto con benefici per famiglie, imprese e altro perché c’è molto, sottolineo però lo sforzo apprezzabile, vista la situazione economica che da troppo tempo grava sul Comune e sulle nostre spalle. Utilizzo lo spazio per fare un pro memoria del pregresso, per non dimenticare. Il problema economico della città per chi l’ha seguita passo a passo come ho fatto io, parte mediamente dai primi anni 2000 ad arrivare ai giorni nostri. Ogni amministrazione nel dopo Calvo ci ha messo del suo per accrescere il patimento economico di questa città. L’attuale amministrazione, che si è trovata sgradevoli sorprese sui conti, non dimenticherà la calda estate del 2019, trascorsa affannosamente negli uffici comunali sui bilanci per cercare di sistemare al meglio il caos contabile, tant’è che nella settimana di Ferragosto 2019 stilai tre pagelle in ambito, eccole: “Palazzo Rosso e il risanamento dei conti: la storia infinita! [Le pagelle di GZL].
L’argomento clou estivo 2019 per Alessandria fu l’impegno di risanamento dei conti disastrati del nostro Comune da parte della giunta Cuttica, per approntare e approvare il Piano di Riequilibrio. Le pagelle sono composte da tre focus su conti, bilanci, cassa e “pesi” del passato, tra il 2002 e 2007, che gravano ancora adesso di cui si è parlato poco, Per chi vorrà fare un ripasso nel terzo focus troverà mie domande sul pregresso (quinquennio 2002/2007) per tre situazioni “soffocate in culla appena nate”, situazioni su cui non sarebbe male che qualcuno dal Palazzo Rosso facesse chiarezza: Affaire Guala – ponte Tiziano – titoli tossici. Perché nessuno parla mai dei derivati ‘tossici’ stipulati nel 2003 dal Comune, e quanto pesano annualmente, fino ad arrivare al 2027? I cittadini dovrebbero conoscere queste situazioni, si tratta di denaro pubblico e sarebbe gradita massima trasparenza. Oggi Alessandria è in particolare sofferenza anche per la ricaduta di quelle scelte sciagurate, e per questo assegno voto 10 per lo sforzo economico della Giunta Cuttica, che tenta di fornire aiuto e speranza ai cittadini, a fronte di questa nuova calamità piombataci addosso dal nome coronavirus.
Voto: 10
2) Alla Regione Piemonte per il “Decreto Legge Riparti Piemonte”, un corposo stanziamento di risorse approvato dalla Giunta per il rilancio di tanti settori dell’economia piemontese, fiaccata dall’emergenza coronavirus. Fondi con meno burocrazia per le famiglie e le imprese piemontesi, aiuti che ci saremmo aspettati dal Governo da subito in concreto verso le famiglie, imprese, etc. Il presidente della Regione Cirio: “Questa misura è uno dei principali pilastri del nostro piano da 800 milioni per sostenere le famiglie e le imprese”. Gli oltre 800 milioni di euro sono formati da: 437 milioni di fondi regionali – 354 milioni di fondi europei – 18 milioni di fondo sanitario. Ecco come saranno distribuiti: 45 milioni a famiglie e giovani – 180,7 milioni a imprese a autonomi – 78,7 milioni al commercio – 62,6 milioni all’artigianato – 68 milioni all’edilizia – 55 milioni alla sanità – 40,2 milioni all’agricoltura – 11 milioni alla cultura – 34,1 milioni al turismo – 7,5 milioni allo sport – 8,7 milioni alla montagna – 44,4 milioni all’ambiente – 23,6 milioni alla cooperazione – 2 milioni ai disabili – 30,3 milioni alla ricerca e innovazione -3,2 milioni alla digitalizzazione – 101,6 milioni alla formazione – 10 milioni alla riduzione fiscale. Qui trovate i settori di attività e i contributi riservati ad ognuna.
Importante anche questo intervento da parte della Regione del 3 maggio: “Cirio: Incontro con le banche per anticipare i soldi della cassa in deroga. Ce la risolviamo noi in Piemonte”. Sono numerosi i cittadini che attendono ormai da due mesi l’erogazione della cassa integrazione in deroga, senza aver visto neanche un centesimo a causa dell’intasamento dell’INPS, “figlio” della maledetta burocrazia italiana che impedisce di risolvere tante questioni che invece potrebbero trovare una soluzione rapida. Per questo motivo la Regione ha chiuso un accordo con le banche per avere l’anticipazione. Il Presidende Cirio sottolinea come sia stato necessario per far ripartire l’economia “erogare benzina”, che sono i soldi, la liquidità: la priorità oggi è ridare fiducia ai cittadini, alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori.
Voto: 9
3) Coronavirus: l’Italia ha gestito politicamente in modo approssimativo l’emergenza, tra astratti decreti impositivi e improduttivi, comportamenti che rasentano il ridicolo per la totale incapacità di metodo nella gestione dei problemi, tanti milioni di euro erogati ma sulla carta, incarichi ad esperti di cui ne avremmo potuto fare a meno. E qui torno sul personaggio Domenico Arcuri. Mi chiedo se per tale incarico il suo nome sia stato “consigliato” dall’amico degli amici, oppure se Conte lo abbia cercato ‘con il lanternino’. Ad un certo punto della crisi Covid-19 il Capo Dipartimento Protezione Civile Borrelli non bastava più, impegnato come era dietro a quel bancone a dare i numeri, quindi Conte nominò Arcuri Commissario per le terapie intensive, attribuendogli straordinarie capacità di spesa, ampi poteri di deroga, per sopperire alle carenze riscontrate e per fare tutto il necessario per far fronte all’emergenza coronavirus: era il 16 marzo. Risultato? Il caos nell’efficienza e negli interventi. Oggi a distanza di due mesi esatti dalla partenza del suo incarico, mentre il coronavirus per fortuna va scemando, l’organizzazione Arcuri è ancora in alto mare. Si legge: “Domenico Arcuri, il combina disastri: mascherine a 50 centesimi inesistenti e camici bucati ai medici”.
Di fronte alle lamentele di chi sui territori regionali attende risposte e materiale, Arcuri si difende e ora se la prende pure con le farmacie: “Mascherine finite, la difesa di Arcuri: Basta bugie, la colpa è di farmacie e distributori”.
Il 13 maggio. dopo un botta e risposta con Federfarma, intervistato da La7 Arcuri ha ritrattato, dichiarando che la colpa non è delle farmacie, ma che non è compito del Dipartimento rifornire di mascherine, guanti, disinfettanti etc. le farmacie stesse, e nel contempo ha annunciato che nelle prossime settimane le mascherine a 50 centesimi si troveranno anche dai tabaccai. Dalla fine di gennaio ad oggi, quando ci hanno bloccati in casa, gli unici a comportarsi davvero bene sono stati solo i cittadini, obbedienti e pazienti, ma fino a quando? Il Governo ha fatto e sta facendo davvero una pessima figura.
Voto: 2