di Cristina Antoni
A Urbino Raffaello ha imparato la divina proporzione degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia e della dignità da dare al suo lavoro di pittore (Carlo Bo, 1984)
Raffaello Sanzio nacque tra marzo ed aprile del 1483 ad Urbino, all’epoca fervente centro culturale rinascimentale. Qui l’artista trascorse anche l’infanzia. Il padre di Raffaello, Giovanni Santi, era titolare di una ben avviata bottega di pittura, dedita alle committenze della corte ducale dei Duchi di Montefeltro. Già da bambino infatti, Raffaello poté ammirare le opere di Piero della Francesca e Melozzo da Forlì ed essere informato di nozioni riguardanti le tecniche artistiche. Frequentò inoltre la bottega del Perugino. A soli sedici anni avviò una sua personale attività a Città di Castello, a seguito della morte del padre. Lasciò cosi definitivamente Urbino, pur facendovi spesso ritorno. Dopo Città di Castello soggiornò a Firenze, tra il 1504 e il 1508. Per i duchi di Montefeltro ad Urbino eseguì comunque diversi ritratti anche negli anni a seguire, tra i quali Ritratto di giovane con mela, attualmente agli Uffizi, la Madonna di Orleans, conservata al Museo Condè di Chantilly, i ritratti di Guidobaldo da Montefeltro ed Elisabetta Gonzaga, entrambi agli Uffizi. Ad Urbino si ritrova anche il Ritratto della Muta, del 1507, che si presume dedicato a Giovanna Feltria, figlia di Federico da Montefeltro e protettrice di Raffaello, per il quale scrisse una lettera di presentazione al gonfaloniere Pier Soderini.
Ma soprattutto ad Urbino si trova un piccolo, preziosissimo affresco, ritenuto la prima opera di Raffaello: La Madonna di Casa Santi, affrescata nel 1498 in una stanza della casa di famiglia.
La madre di Raffaello morì quand’egli aveva solo 8 anni. Il ricordo della felicità e serenità dell’infanzia e dell’unione familiare è forse rappresentato in questa piccola opera, per un lungo tempo attribuita a Giovanni Santi, il quale avrebbe raffigurato appunto la madre di Raffaello con il bambino appena nato. Fu invece in seguito riconosciuto (da critici eccellenti come il Ragghianti, Longhi e Brizio) ed attribuito a Raffaello come il simbolo di un bambino prodigio dal talento innato, che a soli 15 anni, forse ricordando la madre avrebbe raffigurato una Madonna dolcissima, una delle più celebri e delicate. Raffaello perse anche il padre a soli 11 anni. Iniziò presto però a camminare da solo proprio grazie a quel talento innato e alla sua anima bella che lo rese sempre stimato ed apprezzato e gli diede la forza e la passione per realizzare qualcosa di eterno. La Madonna di Casa Santi è visitabile anche in virtual tour nella casa museo dell’artista.
Tutti gli artisti del Rinascimento hanno raffigurato la Madonna con il Bambino, il tema in assoluto più diffuso di quel tempo, anche perchè il più vicino all’Umanesimo cristiano, che ne caratterizza la ricerca culturale.
Nessuno pero tra i grandi maestri del tempo ha trattato l’argomento al pari di Raffaello, sia per il numero di opere dedicate che per la bellezza al contempo antica e nuova (tam antiqua e tam nova).
Raffaello perfezionò la bellezza delle sue Madonne tanto che fu creato lo slogan ‘Bella come una Madonna di Raffaello’.