Singolare città, Alessandria. Spesso vive del ricordo di un passato che non tornerà più, ma lo tratta come se fosse di strettissima attualità. Dei tesori unici si accorge solo quanto c’è una emergenza (come insegna la storia recente della Borsalino). Pensa che il mondo finisca sulla linea del confine amministrativo del Comune e che questo sia sufficiente per assicurare una tranquilla vita, scandita da eventi come l’inaugurazione di un centro commerciale o una partita al Moccagatta.
Poi un giorno si scopre che anche un altro tassello della tradizione alessandrina è destinato a cambiare fisionomia.
Alla direzione del giornale locale infatti arriverà un giornalista di Casale Monferrato.
Chissà le discussioni che si accenderanno intorno alla inimicizia lunga otto secoli fra Alessandria e Casale. Una storia di razzie reciproche (il galletto casalese e il crocifisso ligneo alessandrino) e di contrapposizioni calcistiche, di campanili e divisioni, ovviamente anacronistiche nel terzo millennio ( ma lo erano anche nel secondo). Ma tranquilli, dopo le parole ad Alessandria tutto torna come prima. In attesa dell’inaugurazione del prossimo centro commerciale.