Si svolgerà venerdì 14 giugno, sabato 15 (prove aperte al pubblico) e domenica 16 (finale in forma di concerto), la prima edizione del Concorso Internazionale di Canto Lirico “Carlo Guasco”, presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, presso l’Auditorium Pittaluga in via Parma 1 ad Alessandria.
Ma come è nata l’idea del concorso? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Botta, docente di Canto al Conservatorio e direttore artistico del Concorso.
“Il concorso è nato principalmente da una mancanza, da una lacuna” spiega Botta, “da uno iato troppo grande tra il mondo della formazione accademica e il mondo “reale e esigente” del palcoscenico con tutte le sue intricate logiche. Quindi direi pure che la mancanza ha generato un bisogno di reintegrare i due mondi e avvicinarli… un bisogno nato dalla grande responsabilità verso i ragazzi che il mio ruolo di docente comporta”.
Quindi il concorso vuole essere una “finestra” qualificata per dare un’occasione agli allievi che escono dal Conservatorio?
“Direi assolutamente di sì. Con la garanzia aggiuntiva ed esclusiva, ci terrei a sottolinearlo, che ad organizzare e gestire la portata immensa dell’evento è un Conservatorio. Insomma, ciò è sinonimo di garanzia procedurale e di trasparenza, suffragate da una giuria super partes aperta e disponibile a discutere con i ragazzi e a consigliarli per il meglio e, in alcuni casi, ad aiutarli nel debutto. Ma può anche fornire un’occasione a chi ancora studia all’interno dei Conservatori, e questa è una cosa piuttosto innovativa: pescare all’interno e stimolare così la preparazione dei ragazzi, fornire loro una motivazione e con una giuria di prestigio internazionale guidarli al meglio!”
Qual è la situazione della lirica in Italia?
“La situazione della lirica in Italia è mutata rispetto ad alcuni anni fa. In alcuni teatri si soffre e spesso mancano persino le risorse primarie per pagare gli artisti in tempo debito. Mancano quindi risorse per investire sulle giovani voci, e a questa situazione difficile, proprio per effetto della crisi, sono sorte all’interno dei teatri di fondazione accademie che danno la possibilità ai giovani di debuttare ed essere formati. Ma la selezione è durissima… Direi però che la lirica ha un suo pubblico e tiene, rimane un fiore all’occhiello e una eccellenza di rilevanza internazionale tutta italiana. Un vanto, un tesoro immenso che non tramonterà mai. Ma è sempre più difficile, dati i tagli, le ristrettezze e l’alto numero degli aspiranti, trovare una propria collocazione all’interno. Si esige rigore, preparazione tecnica e un quid, un qualcosa in più per riuscire ad includersi”.
Che partecipazione vi aspettate, in termini numerici? E’ il primo anno, quali aspettative avete?
“Diciamo che come prima edizione siamo contentissimi, abbiamo raggiunto una sessantina di iscrizioni da tutta Italia e di tutte le nazionalità. La cosa particolare da segnalare è che rispetto ad altri concorsi la presenza degli italiani è molto alta, e questo ci fa molto piacere. Senza togliere nulla ovviamente alla bravura di tutte le altre nazionalità. Ancora una cosa: vorrei ringraziare dal profondo del cuore il Conservatorio Vivaldi nella persona del direttore Angela Colombo, che ha creduto fin da subito nel mio progetto e lo ha sostenuto e lo ha alimentato nel tempo. Insieme a lei vorrei ringraziare il vice direttore Gianni Gioanola che ha fornito apporti fondamentali all’ideazione e allo sviluppo del progetto. Ringrazio poi Danilo Danglari, Simona Gandini, Francesca Vitale e tanti altri… una squadra magnifica che procede unita verso un unico scopo: realizzare un ideale, un sogno”.
Andrea Antonuccio