Outlet, tutto confermato: apertura pasquale e sciopero. La proprietà: “Con i sindacati il dialogo c’è”. Confesercenti: “Ma la politica dov’è?”

outlet-1Tutto confermato, su un fronte come sull’altro.
Da un lato la proprietà dell’Outlet di Serravalle Scrivia (il centro commerciale più grande d’Europa, con oltre 2.000 lavoratori impiegati nei circa 250 negozi, più l’indotto) conferma l’apertura di Pasqua. Dall’altra i sindacati ribadiscono lo sciopero di sabato e domenica.

Tutto da valutare, appunto a partire da sabato mattina, cosa questo potrà significare: quanti fra i dipendenti della ‘città del lusso e della moda’ si asterranno davvero dal lavoro? E quanto la protesta dei sindacati sarà ‘visibile’ (finora mediaticamente lo è stata molto, anche a livello nazionale)? Soprattutto si terranno cortei, presidi e quant’altro che in qualche modo ostacoleranno l’accesso dei visitatori in auto alla struttura della McArthurGlenn, e per quanto tempo?

Interrogativi che si scioglieranno definitivamente soltanto sabato e domenica, con la verifica ‘sul campo’. Per ora la proprietà dell’Outlet sceglie il ‘basso profilo’, Outlet di Serravalle: "Siamo quasi maggiorenni, e con tanta voglia di crescere ancora" CorriereAl 3e i toni ‘felpati’: “Sarà ovviamente garantito il diritto di sciopero – sottolinea Daniela Bricola, direttore dell’Outlet di Serravalle -, anche se al momento ci risulta che sarà aperta la quasi totalità dei negozi (un solo negozio avrebbe deciso di chiudere, ndr), e ho ragione di credere che non saranno tanti i lavoratori che sceglieranno di astenersi dal lavoro. In ogni caso, noi garantiremo sull’altro fronte il diritto di fare impresa, come crediamo sia giusto. Il dialogo coi sindacati c’è sempre stato, e continuerà ad esserci dopo il week end pasquale. Anche se ovviamente un conto è la decisione, commercialmente legittima, di decidere aperture festive, altro sono gli aspetti contrattuali e retributivi: questi ultimi non riguardano il Serravalle Designer Outlet (che ha solo una quarantina di dipendenti diretti, ndr), ma invece le diverse aziende a cui fanno capo i circa 250 negozi del centro”.

Outlet, tutto confermato: apertura pasquale e sciopero. La proprietà: "Dialogo aperto coi sindacati". Confesercenti: "Ma la politica dov'è?" CorriereAlE la politica? ieri un altro contributo è arrivato da Cesare Damiano, autorevole esponente PD, esperto di tematiche legate al mondo del lavoro:
“Condivido le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori dei negozi dell’outlet Mc Arthur Gleen e del prospiciente Retail di Serravalle Scrivia in Provincia di Alessandria che hanno deciso assieme a CGIL CISL UIL di protestare contro la decisione di tenere aperti i negozi anche nella Festività di Pasqua. L’assoluta chiusura ad ogni richiesta di interlocuzione con i rappresentanti delle commesse e dei commessi da parte della società Mc Arthur Gleen è sbagliata ed ha portato alla decisone di dichiarare lo sciopero. Sono vicino e solidale alle lavoratrici e ai lavoratori che parteciperanno allo sciopero e manifesteranno la mattina di sabato 15 aprile”.
Continua il presidente della Commissione Lavoro alla Camera: “E’ possibile conciliare i tempi di lavoro ed i tempi di vita garantendo quindi lo sviluppo dell’economia ed i diritti dei lavoratori. Oltretutto la Pasqua va festeggiata con i propri affetti ed è un giorno importante per i cristiani ma anche in generale per la cultura del nostro Paese, quindi per tutti, credenti e non credenti.
L’outlet di Serravalle è un’importante realtà per lo sviluppo e l’occupazione di quella zona e può benissimo continuare a prosperare senza forzature, anzi può migliorare le sue performance con il consenso di chi ci lavora”.
“E’ il tempo anche per il Parlamento di intervenire sulla legge che regolamenta le aperture festive nel settore”, conclude.

Anche la Federazione di Alessandria del Partito Comunista Italiano interviene sul tema: “Siamo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Outlet di Serravalle, condividiamo e sosteniamo le OOSS che hanno proclamato due giornate di sciopero a causa della decisione di mantenere attivi i negozi anche nelle giornate di festa pasquali. Questa decisione persegue nell’idea becera, tanto in voga in questo Paese, di considerare lo sfruttamento del lavoratore come condizione necessaria per il profitto delle imprese, negando anche i diritti minimi acquisiti.
Il riposo nei giorni di festa è uno di quei diritti e va difeso con ogni mezzo.
Se, dopo vent’anni, nel più grande centro commerciale della provincia, oltre 2.500 decidono di organizzarsi per dire “ora Basta!”, noi comunisti salutiamo con grande favore questa iniziativa di lotta giusta e necessaria, al fine di difendere i diritti e l’idea di civiltà del mondo del lavoro”.

Sul fronte 5 Stelle parla Francesca Frediani, consigliere regionale in Piemonte: “LaOutlet, tutto confermato: apertura pasquale e sciopero. La proprietà: "Dialogo aperto coi sindacati". Confesercenti: "Ma la politica dov'è?" CorriereAl 1 Regione sospenda i fondi per i progetti formativi realizzati in collaborazione con l’Outlet di Settimo Torinese. Non è accettabile che vengano spesi fondi pubblici per sostenere una realtà in cui i dipendenti sono costretti a prestare servizio a Pasqua e Pasquetta. La politica non può restare a guardare senza dire nulla. Non esiste un diritto allo “shopping”, esistono invece i diritti dei lavoratori che non possono essere calpestati da logiche immorali.
Per quale motivo l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero non ha ancora fatto sentire la propria voce? L’atteggiamento del PD è sempre più bipolare. Da una parte finge di difendere i diritti dei lavoratori e dall’altra sostiene, utilizzando fondi pubblici, chi li calpesta regolarmente.
Una situazione ormai inaccettabile a Settimo Torinese così come a Serravalle (AL), il tutto nel silenzio più assoluto degli esponenti del Partito Democratico”.

Guglielmero Sergio 1Sul fronte delle associazioni di categoria si alza forte e chiara la voce di Sergio Guglielmero, presidente provinciale di Confesercenti, che anche in passato ha più volte sollevato il tema delle ‘regole’ all’interno degli Outlet e dei grandi centri commerciali.

“Con il cosiddetto decreto “Salva Italia” varato nel 2011 – sottolinea Guglielmero – è stata disposta una totale deregolamentazione del regime fin qui vigente in materia di orari e di aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali.
“Sei anni da liberalizzati”, in cui Confesercenti continua a denunciare le storture, le incongruenze e gli effetti che la deregulation in atto, sta causando nei nostri settori. Dov’è la politica?  Dove sono i politici che nei pubblici incontri si ergono a paladini dei commercianti e dei piccoli imprenditori e in sei anni non sono riusciti a far approvare gli svariati disegni di legge che giacciono in Parlamento?
Nel 2014 la Camera aveva approvato il Disegno di Legge di riforma che si auspicava apportasse significative migliorie. A fronte di una richiesta di chiusura obbligatoria per tutti di 12 giornate all’anno (1 gennaio, 6 gennaio,25 aprile,Pasqua e lunedì di Pasqua,1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 26 dicembre), è stata approvata una tabella di chiusura per 6 giornate, affidate alla scelta di ogni singola azienda commerciale.
Invece, a causa di molti emendamenti presentati al Senato e all’azione lobbistica della Grande Distribuzione tutto resta immutato, permanendo la vigente liberalizzazione totale.
Uno degli obiettivi fondamentali della liberalizzazione era garantire una maggiore concorrenza delle imprese. Di fatto si è ottenuto il risultato opposto, favorendo solo centri commerciali, supermercati ed outlet.
A fronte di migliaia di negozi che continuano a chiudere nella totale indifferenza della politica, che notte tempo si preoccupa solo di cancellare i voucher, che erano una risposta, se pur minima all’emersione del lavoro nero, si sbandierano posti di lavoro dell’Outlet e dei centri commerciali. Ma la realtà è ben diversa e basta parlare con gli uffici legali dei sindacati e non solo che emergono storie umane di contratti precari.
Anche i sindacati si sono mobilitati per far tornare questo argomento nell’agenda del Governo e siamo molto lieti. Ma la classe dirigente politica si Ascom: "Ad Alessandria scompaiono i negozi nei paesi: servono agevolazioni fiscali!" CorriereAlaccorge che le città si stanno spegnendo e che il comparto del commercio di vicinato è destinato ad estinguersi se non si interviene con una riforma seria e reale?
L’impatto della deregulation sulle PMI del commercio è stato calcolato dall’Ufficio Studi di Confesercenti ed ha registrato, in questi 6 anni, una riduzione delle vendite per la piccola distribuzione, che varia dal 10 al 12%: un vero e proprio tracollo. In soli due anni si sono persi 24mila lavoratori dipendenti e 81mila lavoratori indipendenti ( titolari e loro collaboratori familiari).

Durante questi anni di crisi – la recessione ed i cambiamenti nei comportamenti di spesa delle famiglie hanno fatto sì che si riducessero molto le vendite del commercio in sede fissa e si mettesse in atto una redistribuzione interna delle stesse. Oltre la crisi, ha pesato certamente l’accresciuta incidenza dell’e-commerce, ed è sempre più probabile che il futuro sia caratterizzato da una fase di concorrenza fra le varie reti distributive: grande distribuzione, distribuzione tradizionale e commercio online, con la vittoria finale delle imprese che riusciranno ad ibridarsi meglio. Nel frattempo, però, c’è bisogno di interventi mirati al sostegno dei negozi tradizionali: il rischio è che la rete salti prima di riuscire a modernizzarsi.
Mancano i soldi, non il tempo per spenderli”.