A ognuno la cura più appropriata, e al momento giusto: “un ‘patto’ a tutela della salute dei cittadini-pazienti”

Un patto contro l'inappropriatezza medica: "non per risparmiare, ma a tutela della salute dei cittadini-pazienti" CorriereAldi Roberto Cavallero

 

Per contrastare la cosiddetta “inappropriatezza” medica, come ad esempio una prescrizione non appropriata che può esporre il paziente a rischi inutili in misura molto maggiore di quanto non si pensi, Fimmg, Federazione Italiana Medici di Famiglia, Asl Al e Cittadinanza Attiva Onlus, hanno messo a punto un patto a contrasto del fenomeno.

“Negli ultimi tempi il termine appropriatezza compare sovente in relazione ad interventi sanitari” hanno spiegato  Gilberto Gentili, Dirigente Generale ASL AL, Mara Scagni, Cittadinanza Attiva, Camillo Milano della Fimg “il Ministero della Salute definisce l’appropriatezza come un intervento sanitario fornito nei modi e nei tempi adeguati, sulla base di standard riconosciuti con un bilancio positivo tra benefici, rischi e costi. In sostanza essere appropriati in Sanità significa fornire la prestazione giusta in modo giusto, al momento giusto, al paziente giusto.”

Ma quanti tipi di appropriatezza esistono?
“Ve ne sono due tipologie. L’appropriatezza clinica, che fa riferimento alla capacità del medico di prescrivere prestazioni efficaci e indicate per il paziente e l’appropriatezza organizzativa che identifica il “setting” e i professionisti più idonei in relazione al bisogno di salute del cittadino in quel momento.

L’appropriatezza interessa tutti i livelli di assistenza sanitaria: ospedaliera, i ricoveri, ambulatoriale, visite specialistiche, programmi di screening, assistenza primaria dei Medici di Famiglia e assistenza farmaceutica.

E’ bene sottolineare come la ricerca dell’appropriatezza non sia finalizzata soltanto al risparmio della spesa sanitaria o alla riduzione delle prestazioni, quanto piuttosto al miglioramento dell’utilizzo delle risorse e al limitare le prestazioni rischiose e prive di benefici.”

Prestazioni rischiose che possono portare di conseguenza il paziente ad Il Servizio Sanitario Nazionale è ancora sostenibile, e come? Il sistema salute al centro di un dibattito alessandrino CorriereAl 1un’esposizione maggiore dei rischi.

“Tradizionalmente in sanità si pensa che fare di più equivalga per forza a fare meglio. I cittadini spesso si sentono più tranquilli a farsi prescrivere un numero maggiore di analisi del sangue oppure di radiografie e i medici, per non incappare in problemi legali, tendono ad esaudire le richieste incorrendo nella cosiddetta ‘medicina difensiva’ ossia in prescrizione di esami non perché utili ma per cautela. Inoltre si tende ormai sempre più a ricorrere alla fiducia nella tecnologia per accertamenti quali tomografie computerizzate (TAC), risonanze magnetiche, ecografie anche se non necessarie.”

E proprio la TAC è uno degli esami che più si dovrebbe evitare se non strettamente necessario.

“E’ bene ricordare che un esame del genere corrisponde, come quantità di radiazioni emesse in una sola seduta, a ben 500 radiografie del torace. Se non è necessaria è meglio evitare questa inutile esposizione a radiazioni ionizzanti.”

Studi recenti hanno, inoltre, dimostrato che quasi il 90% delle persone di età superiore ai 60 anni che non presentano sintomi ed effettuano una risonanza magnetica al ginocchio mostrano di avere almeno un’anomalia.

“In casi come questo quasi certamente il paziente, dopo aver riscontrato questo problema, richiederà o gli sarà prescritto un trattamento non necessario” hanno proseguito i presenti in conferenza stampa “anche il trattamento con antibiotici in casi come le infezioni semplici che non lo richiedono sono inappropriati. Nei bambini, ad esempio, in casi come le infezioni all’orecchio, gli antibiotici vengono prescritti l’80% delle volte nonostante evidenze scientifiche abbiano dimostrato come in patologie come questa la risoluzione avvenga senza antibiotici nel giro di tre giorni.”

In sostanza cosa possono fare i cittadini?
“Il primo consiglio che ci viene da dare è quello di rivolgersi sempre al proprio Medico di Famiglia per parlare della propria situazione e per valutare insieme se i trattamenti richiesti siano davvero necessari. Il Medico di Famiglia deve essere il primo riferimento.”

In questo senso l’ASL AL, attraverso questa informativa, ribadisce e conferma il suo impegno a garantire la salute dei cittadini in un’ottica di ricerca dell’appropriatezza nell’erogazione dei servizi sanitari.
“Esempio concreto di come si possa cercare di raggiungere l’obiettivo di appropriatezza in sanità con un uso migliore delle risorse di cui dispone ad oggi il Servizio Sanitario Nazionale è la stretta alleanza tra Direzione Aziendale, Medici di Famiglia e Medici Ospedalieri Specialisti al fine di individuare pratiche cliniche inutili ed inefficaci. Contrastare l’inappropriatezza si traduce sempre in esiti migliori per la salute del paziente.”