La quantità c’è, per la qualità si dovrà aspettare il momento del taglio. Ora serve clima temperato
Se per nocciole e grano il 2024 non sarà un’annata da ricordare per il riso la situazione è decisamente diversa. Le prospettive sono buone, anzi buonissime.
Domenico Costanzo, risicoltore da generazioni a Villanova Monferrato, è fiducioso perché l’acqua è stata abbondante, in modo uniforme, in tutte le aree coltivate: “Si inizierà a raccogliere a fine settembre ma la quantità c’è. Ci lasciamo alle spalle due annate difficili dove la siccità aveva compromesso parte del raccolto. Quest’anno le abbondanti piogge hanno scongiurato la carenza idrica, ora auspichiamo in condizioni climatiche di caldo temperato affinchè il prodotto non maturi troppo rapidamente. Se per la quantità possiamo già avere certezze, per la qualità al momento possiamo solo fare delle ipotesi, si dovrà aspettare il taglio, ma le prospettive sono davvero ottime”.
Dobbiamo tutelare la produzione di riso Made in Italy che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte. A livello provinciale il riso Made in Alessandria conta circa 7.800 ettari, per totale di 531.383 quintali, concentrati nella zona del Casalese.
“Il riso, tra i cereali, riveste un posto di primaria importanza nella Dieta Mediterranea, sottolineando il sempre maggiore l’interesse di consumatori e comunità scientifica sulle sue proprietà salutari: dal riso integrale ai risi pigmentati, come il rosso e il nero, che possono essere considerati veri e propri cibi funzionali, ricchi di polifenoli, in grado anche di dimezzare alcune molecole pro-infiammatorie. Azioni concrete che rientrano nelle buone prassi da seguire per dare il giusto valore al cibo lungo l’intera filiera, cibo che oggi non è più solo materia prima o prodotto, bensì un vettore culturale e sociale chiave per la promozione e la crescita economico-turistica dell’intera provincia alessandrina”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Ricordiamo che sono oltre 200 varietà iscritte nel registro nazionale: dal vero Carnaroli, con elevato contenuto di amido e consistenza, spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.
“Non dobbiamo dimenticare che sul riso italiano grava soprattutto la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori. Per questo l’applicazione della clausola di salvaguardia dovrebbe essere accompagnata dalla previsione del principio di reciprocità volto a tutelare non solo la filiera, ma anche i cittadini consumatori da prodotti con standard ambientali e qualitativi ben al di sotto delle produzioni europee e italiane”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.