di Dario B. Caruso
C’è stato un tempo nel quale avevo una pressione sanguigna perfetta.
Fino a pochi anni fa.
Saltuariamente approfittavo dell’apparecchio casalingo dei miei genitori o dei miei suoceri, più che altro per giocare e simpaticamente dileggiarli.
“Voilà! 120 – 80!”
E loro stavano al gioco con complimenti e cotillon figurati.
Subito dopo il periodo COVID, a seguito di controlli medici, purtroppo cambiano i miei equilibri.
Mentre la pressione sistolica (la massima) mi resta suppergiú inalterata, quella diastolica (la cosiddetta minima) comincia ad aumentare.
Il cardiologo mi impone la pastiglia quotidiana, la dottoressa di famiglia si unisce al coro.
“Occorre tenere i valori sotto controllo, evitare rischi evitabili”.
Detto fatto, acquisto immantinente l’apparecchio della pressione e da quel giorno di tre anni fa ogni mattina assumo la pastiglia.
E guai a dimenticarla! Perché in quel caso la pressione, massima e minima, mi sale piucchealtro per l’agitazione di aver saltato la dose quotidiana e chissà cosa potrà accadere nelle prossime ore.
Mi tranquillizzerò solamente la mattina seguente con la nuova dose.
In questi stessi anni non è aumentata soltanto la mia (e chissà di quanti altri) pressione.
Le bollette di luce e gas hanno continuato a lievitare con una regolarità spaventosa.
Le materie prime (e di conseguenza tutti i prodotti derivati) hanno subito aumenti incontrollati incidendo pesantemente sul carrello della spesa
I nuovi mutui bancari sono ormai inaccessibili e coloro che ne stiano pagando di stipulati in precedenza faticano a mantenere il ritmo mensile.
Aumentano il traffico, i cantieri sulle strade e autostrade, le truffe ai danni degli anziani ma anche dei giovani, le temperature medie e quindi i rischi di slavine e valanghe, le frodi online e gli attacchi hacker, i malati di cancro, i poveri e gli indigenti, le allergie di primavera.
Beato me e la mia pastiglia della pressione.
Cerco di non dimenticarla e resto in attesa di raddoppiarne la dose.
Magari un po’ più in là.