di Enrico Sozzetti
Turismo, dopo la presentazione regionale e l’approfondimento di Unioncamere Piemonte, arriva anche l’analisi provinciale presentata da Alexala (agenzia turistica locale) sulla base dei dati elaborati dall’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte – Visit Piemonte. L’incremento, con 363.969 arrivi e 758.195 presenze, è stato del 13,6 per cento, rispetto al 2022, per i primi, e del 12,1 per cento per i secondi. La crescita, in percentuale, è stata significativa e anche le analisi sulle recensioni digitali (aumentate lo scorso anno dell’1,9 per cento) e sul sentiment espresso dagli utenti sono positive con un livello di soddisfazione dei viaggiatori cresciuto dello 0,2 per cento, portando il punteggio generale riferito al territorio a 88,2 per cento contro una media nazionale pari all’85,4 per cento.
I commenti sono ovviamente positivi (anche un po’ celebrativi complice il clima elettorale) e a guardare i trend hanno ragione comparando gli ultimi anni: 326.999 arrivi e 668.646 presenze nel 2019, 320.280 arrivi e 676.543 presenze nel 2022, 363.969 arrivi e 758.195 presenze nel 2023. Bene la crescita, bene i giudizi complessivi. Però il resto del Piemonte è lontano, a partire della aree di Langhe Monferrato e Roero che hanno registrato 667.549 arrivi e 1.471.112 presenze, mentre il Cuneese si è attestato su 400.611 arrivi e 1.016.272 presenze.
I numeri alessandrini sono interessanti se parametrati alla popolazione di 405.000 abitanti. Certo che la provincia di Cuneo, oltre 580.000 abitanti, e quella di Asti, circa 207.000 abitanti, hanno un altro valore, sempre in rapporto ai residenti. Però quello che più colpisce è la difficoltà di crescita del turismo alessandrino in relazione a un territorio che è davvero unico in quanto a varietà di proposte, ambienti, gastronomia, vitivinicoltura, accoglienza, cultura, storia. L’inversione dei trend è positiva, ma non basta. Quella che continua a mancare in modo organico è una politica di promozione incisiva verso l’esterno che coinvolga tutti i protagonisti del territorio. Un esempio. Se la provincia di Torino è il centro del turismo piemontese, sia domestico, sia internazionale, tra le altre province spicca Alessandria dove ha un peso importante lo shopping. Il dato, presentato durante un recento evento di Unioncamere Piemonte, ha una spiegazione ben precisa: Outlet di Serravalle Scrivia. Una realtà che per numero di visitatori (superata la quota di cinque milioni presenze all’anno) e di stranieri ad alta capacità di spesa è sicuramente unica nel territorio. Eppure ancora oggi non è sfruttata come dovrebbe, benché dei passi in avanti siano stati fatti. C’è poi ancora disparità fra le aree della provincia in termini di accoglienza e capacità di valorizzazione delle tipicità. Certo, i numeri globali sono buoni. Ma la frammentazione di una provincia che gira a più velocità resta un nodo parzialmente irrisolto.
E senza contare un altro aspetto: la promozione oltre i confini provinciali. Ad Alessandria è facile intercettare quella astigiana o cuneese. Viceversa è quasi impossibile. Sono cambiati gli strumenti a disposizione (oggi più numerosi e potenti), ma lo spirito è quello di decenni fa quando nel capoluogo si trovavano grandi manifesti 6 x 3 di una delle, allora, più importanti fiere di Pavia. Ma quella alessandrina della San Giorgio (quando era ancora in vita e macinava migliaia di visitatori) non varcava pressoché mai i confini municipali.