Passaporto o chimera? Intanto Alessandria sogna la conurbazione, e piante esotiche un po’ ovunque! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Prenotazione passaporto con grave difficoltà di accesso e ritardi: il tanto decantato digitale diventa un incubo se calato all’interno di una pubblica amministrazione profondamente obsoleta, a cui si aggiunge la mancanza di personale. Così i tempi necessari per prenotare e ottenere un appuntamento presso una Questura al fine di poter avviare la procedura per ottenere un passaporto sono diventati ormai biblici, e stanno causando seri problemi. Ho sperimentato il tutto sulla mia pelle. A mia nipote occorre il passaporto per ragioni di studio, ma ottenerlo sembra una lotteria più che un diritto: mi sono interessata direttamente per provare a dare una mano e mi è stato risposto che i ritardi per il rilascio sono dovuti a una “molteplicità di fattori: l’accumulo delle richieste dei documenti di viaggio dopo il lockdown e la Brexit, i problemi della Zecca con i libretti e la carenza di personale nelle Questure”. Forse sono troppo impegnati a gestire la massa di extracomunitari a cui non serve il passaporto per arrivare e partire? Questo lo deduco io dalla fila di stranieri davanti alla Questura, naturalmente. Apprezzo molto l’intervento di Gianni Ivaldi, capogruppo di Alessandria Civica a Palazzo Rosso, che ha provato ad affrontare la questione con un’apposita interpellanza, evidenziando l’estrema criticità della situazione, e chiedendo al sindaco Abonante come primo cittadino quali siano le cause ostative che non consentono di prenotare e rilasciare in tempi adeguati il passaporto presso la Questura di Alessandria. Esiste la possibilità di valutare con l’Istituzione competente strategie e azioni positive per migliorare la qualità del servizio? “Ivaldi (Alessandria Civica) al sindaco Abonante: “Da anni tempi biblici per il passaporto: perchè?” Il sindaco Abonante ha provato a fare qualcosa, o a quantomeno delegato ad un assessore, come fa stabilmente in occasione di incontri di rappresentanza? Ne dubito fortemente. Intanto qui si perdono ore e giorni per riuscire ad entrare nel sito tramite lo Spid. Presentarsi di persona? Ci sono le code, e le persone lavorano o devono andare a scuola quindi una vera odissea: totale mancanza di rispetto per i cittadini che hanno bisogno di viaggiare per motivi di lavoro, di studio, vacanze. Una città, e forse un Paese, in totale abbandono.
Voto: 3

2) Conurbazione è l’ultima parola d’ordine da Palazzo Rosso. “Il sindaco di Alessandria: “Ora andiamo oltre il concetto di città e ragioniamo su quello di conurbazione”. Il concetto di Abonante: “l’esistere insieme con Valenza, per esempio: si deve uscire dalla dimensione cittadina per migliorare la città. Così si intercettano più risorse per i progetti. Dobbiamo cominciare a ragionare come piana alessandrina”. Intanto che significa “conurbazione”: si tratta di una agglomerazione urbana formata dall’unione topografica di più insediamenti, inizialmente autonomi, in genere è l’espansione di un centro di grandi dimensioni, che ingloba centri minori. Qui vi è un semplice esempio. A questo punto una domanda: con lo stato di abbandono in cui versa questa città, davvero Abonante vuole “uscire da una dimensione cittadina” per conglobare centri minori magari in salute gestionale, e condannarli all’abbraccio mortale con Alessandria? Il sindaco Abonante pensa davvero che i valenzani e altri accetterebbero di “annacquarsi” in una realtà come questa? Alessandria è tra le città più care del Piemonte, e tra le più malmesse sul fronte della qualità dei servizi erogati: dalla Tari ai trasporti, paghiamo tantissimo per avere quasi nulla in cambio. Una condizione indegna di una città del nord del Paese, e forse anche di buona parte del sud. Trovo corrette le critiche della Lega sulla ZTL e sull’assenza di una visione di città. Si sono persi anni preziosi e tutt’ora non è chiaro quale sia, e se esista, una strategia di rilancio del centro cittadino. Si è scelto di rottamare quasi tutti i progetti della precedente amministrazione e non è chiaro come si intenda procedere. La Lega chiede se questa maggioranza pensa di trascorrere un altro anno a porre rimedio ai propri errori con confusione e caos, o se si tenterà di lavorare davvero per il bene di Alessandria. Sempre la Lega chiede: “alla città per ripartire servirebbero progettualità e visione, dove sono?” Alla domanda della Lega il sindaco Abonante ha risposto con una progettualità e visione che sta nella conurbazione, quindi di che si lamentano? Con questi amministratori Alessandria potrebbe diventare una città metropolitana, un modello alla hinterland milanese… hanno tre anni per riuscirci!
Voto: 2

3) Il gruppo consiliare della Lega a Palazzo Rosso fa notare i toni trionfalistici che utilizza l’amministrazione Abonante sulla Ztl sperimentale in centro, per mascherare fallimenti, caos e assoluta mancanza di un progetto di rilancio del centro cittadino. Un progetto di rilancio del centro cittadino se lo sono trovato da soli i commercianti di via San Lorenzo ornando il percorso della via con le palme, si suppone da dattero. Tale progetto è ben accettato dall’amministrazione Abonante, perché è manna tutto quello che fa il contribuente e nel caso specifico i commercianti a proprie spese per contribuire al cosiddetto decoro di una via. Vedere le palme in una città della pianura padana è un po’ strano, ma qualcuno ha detto che se le ha messe Milano in piazza Duomo perché non in Alessandria? Però le ultime notizie in merito a Milano sono che palme e banani saranno sostituiti. Via San Lorenzo cerca di attirare clienti in questo modo, suppongo che altre vie del centro e piazze copieranno tale modello per cercare di tenere in piedi le botteghe. Mi immagino il centro di Alessandria con scenari di questo tipo: già in piazza Marconi ci sono i gelsi (rarissimi ormai da vedere nei campi da grano), in piazza Matteotti o piazza Genova pare che che saranno piantati ulivi, con le palme di via San Lorenzo.
Tutto ciò mi ha stuzzicato la fantasia, quindi: in piazza Libertà metterei piante di litchi (detto frutto dell’amore), in piazza Garibaldi l’albero del guajlote (un po’ spinoso), per Corso Roma la jaboticaba (pianta con frutti rarissimi), il carrubo in via dei Martiri, in via Migliara metterei il banano, in via Mazzini l’albero dell’artocarpus (detto anche albero del pane), in via Dante, l’albero della kigelia (detta albero delle salciccie) in via Milano palme da cocco, in via Cavour l’albero della Marula (detto albero degli elefanti), in via Guasco l’albero della carambola e in via Pontida piante di Pouteria campechiana. Signori commercianti delle vie e piazze citate io vi ho suggerito come decorarle per attirare clienti, sono tutti alberi poco presenti in pianura padana. Colori, profumi, frutta, l’amministrazione vi ringrazierà per tanto ultra green afro/orientale in città!
Voto: 2