La sanità pubblica è tutta la mia vita: mi candido con Cirio per difenderla

di Paola Varese*

Il Presidente Cirio mi ha proposto una candidatura come in lista civica a metà novembre.

Dal 2004 tutti gli schieramenti, pur conoscendo la mia totale estraneità alla militanza partitica, hanno sollecitato una mia discesa in campo.
Non l’ho mai fatto perché avevo in mente un progetto di crescita per Ovada e poi la RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D’AOSTA, ma ho garantito sempre collaborazione istituzionale, fuori però da un impegno diretto in politica. Il mio impegno istituzionale,poi, c’è sempre stato a livello nazionale con il VOLONTARIATO.

Ho fatto il medico perché ho cominciato proprio nel volontariato dall’età di 14 anni, all’interno di gruppi parrocchiali. Quando mi sono iscritta a medicina, il Parroco don Valorio mi aveva proposto esperienze in Missione a KABULANTWA. La mia risposta era stata: “La mia Africa sarà qui”.

Tutta la mia vita è stata dedicata alla Sanità pubblica e al volontariato.
Mai libera professione, mai retribuzioni per relazioni a congressi, mai rimborsi spese anche per attività istituzionali.
Cosa è cambiato? Il quadro di sofferenza del SSN iniziato con il DM 70 del 2015 e in Regione Piemonte con la 1/600 del 2014 che hanno comportato pesanti ridimensionamenti degli ospedali periferici, senza avere costruito però una reale rete tra nosocomi , la rete territoriale, la rete di servizi, senza avere promosso la crescita di una CULTURA COMUNE e senza avere sviluppato il SENSO DI APPARTENENZA.

Questo ha causato la disaffezione di molti operatori ( medici, professioni sanitarie, tecnici etc) verso la Sanità pubblica, ha mortificato le aspirazioni di crescita professionale che in genere non sono mai solo economiche ma soprattutto di RICONOSCIMENTO DI VALORE E VALORI.

Un appiattimento mortificante che ha mandato in burn out i migliori professionisti, di qualsiasi estrazione.
Cosa mi ha spinta a accettare la proposta di Cirio? La constatazione di una precisa volontà di cambiare passo con massima attenzione alle periferie della Regione.

Mi ha colpita il fatto che l’Assessore Icardi, in piena pandemia, pur non sapendo chi io fossi, ha ascoltato il progetto COVI A CASA del Distretto Acqui Ovada e lo ha strutturato come Progetto Regionale, chiedendomi poi di raccontare i nostri risultati anche in Conferenza Stato Regioni.

Tutto questo senza chiedermi MAI di che orientamento politico ero.
Non era mai successo.

Ho poi collaborato con l’Assessorato e l’Azienda zero sulla Telemedicina e ho trovato sempre massima lealtà. Non ho mai percepito distorsioni ideologiche o opportunistiche.
Il Presidente mi ha chiesto che visione avevo, ma sapeva già che il mio impegno sarà per sostenere il SSN e la RETE, intesa come integrazione e condivisione progettuale a tutti i livelli.
Nel Presidente ho trovato una persona dinamica e decisa, molto pragmatica e disponibile all’ascolto.

La “pagherò cara”?
Non lo so.

Ho pagato prezzi altissimi finora proprio per la mie scelte libere e indipendenti e sono orgogliosa di avere costruito una squadra forte, motivata e solida, integrata, che saprà far crescere nell’ospedale e sul territorio, oltre che nel volontariato, progetti innovativi.

La SANITÀ PUBBLICA È LA MIA VITA.

*Oncologa, Primario Ospedale di Ovada