Io lavoro… se ho lo SPID. Nuove forme di discriminazione sociale (e culturale)

a cura di Svegliati Alessandria

Nell’attuale epoca dove la parola d’ordine è inclusione si sta affermando sempre di più in modo silenzioso e penetrante una sottile forma di esclusione (discriminazione) sociale che rischia di emarginare pesantemente una parte della popolazione italiana.

Infatti la imposta necessità di un utilizzo sempre più pervasivo di tecnologie digitali, in molti ambiti della vita lavorativa, sociale ed amministrativa dei cittadini, ha evidenziato nel corso degli ultimi decenni una diretta correlazione tra ingiustizia sociale ed esclusione digitale.

Le conseguenze che cominciano ad emergono per una parte della popolazione sono principalmente:
L’ESCLUSIONE DIGITALE come [potenzialmente] una delle maggiori concause di ESCLUSIONE SOCIALE in quanto fattore in grado di precludere la possibilità di partecipare pienamente alla vita in società; tale situazione determina alla radice disuguaglianze sociali poiché l’impossibilità [o l’incapacità ] di beneficiare degli strumenti digitali moderni non permette- a chi ne è soggetto- di avere concrete opportunità di benessere e miglioramento delle proprie condizioni. Oltre a ciò sta diventando sempre più penetrante ed escludente l’obbligatorio possesso dell’identità digitale per accedere ai servizi pubblici o per accreditarsi presso aziende private.

Questa situazione sta determinando un divario incolmabile tra chi ha accesso effettivo e possiede la capacità di utilizzare la tecnologia e coloro che ne sono esclusi in modo parziale o totale.

Quello che è necessario evidenziare è che le procedure analogiche stanno via via scomparendo e costringendo di fatto, con varie forme di “ricatti”, i cittadini ad utilizzare quasi obbligatoriamente il digitale in quasi tutti gli ambiti della loro vita.

Sipario.