di Graziella Zaccone Languzzi
1) Siamo oltre Tafazzi. L’articolo ‘Il degrado di Abonante’, pubblicato dal giornale on line Lo Spiffero mercoledì scorso, ha fatto il giro del Piemonte, e temo anche più in là. La storia ormai la conoscete tutti, mi sa: il Gruppo Facebook “Viaggi del Degrado” vede purtroppo (chi l’avrebbe mai detto, eh?) Alessandria in pole position, contendersi il trofeo di città più sporca e abbandonata d’Italia con diversi altri centri, per lo più del sud del Paese. La surreale ‘Coppa Italia del degrado’ tra Alessandria e Siracusa, in particolare, ha visto tra le tante faccine di lettori ridenti anche quella del nostro sindaco, che lo ha fatto certamente con autoironia, ma non è stato capito nè dalla redazione dello Spiffero, nè da migliaia di alessandrini disgustati da questa Tafazzata. Leggetevi il pezzo sullo Spiffero, è breve e divertente, e ben ‘fotografa’ una situazione imbarazzante: quel che più preoccupa non è la goliardia di Abonante, ma il tempo che il primo cittadino pro tempore di Alessandria trascorre sui social, commentando tutto il commentabile come un qualsiasi liceale annoiato, e qualche volta anche ‘iracondo’, nel caso di critiche o sberleffi. Forse allora sarebbe opportuno che qualcuno, nell’entourage del sindaco Abonante, gli facesse presente che egli è, sia pur pro tempore, il sindaco di una città capoluogo di provincia, e ha dunque un ruolo istituzionale. Sarebbe quindi forse opportuno che ‘mediasse’ maggiormente il suo rapporto con i social, strumento irrinunciabile dei nostri tempi, ma anche da usare con buonsenso se si occupano determinate cariche. Quando al degrado di Alessandria, fa male constatare che siamo ormai al top nazionale: e segnaliamo peraltro che Siracusa, accanto a periferie in macerie e immondizia nei fossi, può almeno vantare un patrimonio artistico e culturale millenario, e località di mare incantevoli. Noi, purtroppo, rischiamo di caratterizzarci solo per il degrado, l’immondizia per strada e i topi sugli alberi.
Il capogruppo della Lega Mattia Roggero ha dunque stra-ragione quando lamenta lo stato di degrado di Alessandria: “Roggero (Lega): Perché il sindaco Abonante non si cura almeno del decoro quotidiano? Sui progetti di sviluppo abbiamo già capito che aria tira…..”, “Roggero (Lega): Il valzer delle poltrone ha stancato gli alessandrini: e questo immobilismo senza progetti fa male alla città”. Un declino che in passato non si era mai visto (a parte l’onta del dissesto): oggi stiamo toccando il fondo in una vertiginosa discesa.
Voto: 0 (zero!!)
2) “Gli agricoltori sono come le api: se spariscono loro, sarà finita per tutti”. Il massimo voto agli agricoltori auto organizzati che sono in agitazione in tutta l’Europa. Non è vero peraltro che “sono penalizzati dalla legge di bilancio del Governo Meloni” come ci viene raccontato dalla segreteria del PD alessandrino (che farebbe meglio a dare qualche consiglio al sindaco Abonante su come frenare il degrado, anzichè occuparsi di massimi sistemi). Purtroppo a penalizzarmi è questa Unione Europea con progettualità deliranti, tanto che viene da pensare sia gestita da burocrati marziani. Gli agricoltori e allevatori italiani hanno deciso di lottare per difendersi dai diktat, dalla burocrazia asfissiante e dalle scellerate politiche dell’Unione Europea che li sta distruggendo, ed è pure il momento giusto con le elezioni europee alle porte.
Qualcuno ora dovrà pagare i conti del proprio operato: “La UE che dichiara guerra agli agricoltori firma la sua rovina”. Lo stanno urlando davanti ad ogni TV che è l’Europa il bersaglio grosso, con le sue leggi deliranti contro il made in Italy, a favore di farine di insetti e carne coltivata, terreni svenduti, tagli alle agevolazioni sul gasolio, concorrenza sleale dei prodotti agricoli importati e immessi sul mercato da paesi dove si produce a basso costo e con meno regole e vincoli, alti costi di produzione e la scarsa rimuneratività del lavoro nei campi. Un concentrato di problemi che sta facendo esplodere il mondo agricolo dopo anni di indifferenza dei governi nazionali ed europei e dei sindacati degli agricoltori, che a forza di ‘mediare’ e accontentarsi di briciole vengono scavalcati e messi nell’angolo dalla categoria che per dna dovrebbero tutelare. Una rivolta dal basso e di passaparola, basta ascoltare i filmati con le interviste di “Svegliati Alessandria”:
Il PD alessandrino non ricorda forse che le proteste dei “forconi” (così venivano chiamati) iniziarono nel 2013 contro i Governi dei “nominati”, durante il governo Monti e a seguire contro il “modello Europa” e il “far west della globalizzazione”, organizzando presidi e blocchi nelle grandi città. Dopo undici anni di governi di una sinistra prona alla UE con i vari Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi, le cose sono andate peggiorando e questo è il risultato. Si vuole ora cercare di dare la colpa a chi governa da meno di due anni solo perché è di centro destra? Ma chi erano i Commissari italiani europei e perché hanno accettato ogni scelleratezza sul mondo agricolo e non solo? A partire dal 1999: Bonino – Monti – Prodi – Frattini – Tajani – Mogherini – Gentiloni, consiglio di fare la somma del “potere rosso” in Italia e Europa. Gli agricoltori si stanno unendo in una protesta ormai diffusa partita dalla Germania, Polonia, Paesi Baltici, Romania, Bulgaria, Grecia, Francia, Spagna contro le politiche dell’Unione Europea. L’Italia si è appena aggiunta e per il PD alessandrino è colpa del Governo Meloni? Per concludere consiglio la lettura di questo articolo sui danni che derivano dalle regole imposte UE, riferito alle proteste della “rossa” Emilia: “Il reddito di cittadinanza agricolo: Emilia e Ue, guerra all’agricoltura, ci pagano per non lavorare i campi”. Il green deal europeo uccide l’agricoltura e minaccia l’ambiente, non potendo coltivare i campi destinati alla produzione agricola e per avere la rendita da un bene, i terreni vengono “fagocitati” a favore delle installazioni fotovoltaiche, nel contempo però importiamo prodotti agricoli, ortofrutticoli dai paesi extra europei, cibandoci con merce di cui non si conosce il trattamento. A giugno “adda venì Baffone”, per dire che si spera che nel Parlamento europeo possano esserci quei cambiamenti politici che mettano in ordine le cose…tale cambiamento è nel nostro potere, se lo vogliamo e smettiamo di fregarcene. Bravi agricoltori!
Voto: 10
3) A Casale Monferrato il 2 febbraio è stato presentato un romanzo di Graziano Moro, già a lungo esponente del Pci e poi Pds e Pd novese, assessore in Provincia e molto altro. Mi ha colpita non poco il fatto che la storia sia dedicata al mondo del Nucleare, e ai suoi rischi, e non al ritorno del Fascismo: “Nuclear, venerdì a Casale Monferrato un romanzo per parlare di attualità”. Lo dico con ironia, perchè da quando si è insediato il Governo Meloni una sinistra in totale crisi di idee per il futuro continua ad inseguire fantasmi del passato, e ad agitare spauracchi antistorici, come appunto il fascismo. Oggi viviamo certamente in un Occidente a rischio pensiero unico, ma mi pare che Mussolini davvero c’entri come i cavoli a merenda. Ben venga invece una riflessione in più sul nucleare, e i suoi rischi, soprattutto in una città come Casale Monferrato, ad ‘un tiro di schioppo’ dall’ormai famigerata cittadina di Trino.
Gli abitanti di Casale da tempo dicono no al Deposito Unico Nazionale Scorie Radioattive, come del resto stanno facendo tutte le altre comunità alessandrine e piemontesi. Leggerò certamente il libro di Graziano Moro, e intanto mi permetto di ricordare che Casale Monferrato circa dieci anni fa sarebbe potuta diventare un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo, a supporto del primo reattore a fusione nucleare nella città francese di Cadarache, con la realizzazione di un centro per la creazione dei componenti del reattore a fusione nucleare “Dtt” (Divertor tokamak test facility). Una coraggiosa candidatura dell’allora sindaca Titti Palazzetti per un progetto internazionale da 500 milioni di euro, con un’importante ricaduta in termini di reddito prodotto sul territorio,
a vantaggio non solo di Casale ma per tutto il Piemonte. Qui un articolo del 2016: “Il Casalese pronto a ospitare il più importante centro di ricerca al mondo sulla fusione nucleare”. Nove territori italiani si candidarono e Casale pareva privilegiato, ma vinse il Lazio con Frascati ritenuta più idonea dall’Enea. Oggi potrei dire che se il Lazio con Frascati fu idonea per accogliere il progetto nucleare Dtt che ha portato prestigio e un forte business territoriale non pericoloso, è pure idonea a accogliere il Deposito Nazionale Scorie Radoattivo ragionamento sbagliato? A me pare di no. Al Lazio gli onori ma anche gli oneri.
Voto: 7