Roggero (Lega): “Più tasse, meno servizi, poca sicurezza: è questa l’Alessandria davvero vostra?”

di Ettore Grassano

“La mozione sul decoro pubblico che punisce con multe i cittadini che non vogliono o non possono occuparsi di tagliare l’erba in area comunale può anche far sorridere (vedremo quante multe faranno, e quante ne saranno pagate), ma è un indicatore preoccupante di arroganza, e di disimpegno, che sta diventando ‘la cifra’ e lo stile dell’amministrazione Abonante. E ora arrivano anche i rattoppi ‘fai da te’ del manto stradale”.

Mattia Roggero, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palazzo Rosso, parte da uno degli ultimi (e dei pochi) provvedimenti della maggioranza Dem 5 Stelle, per evidenziare la grande preoccupazione per il futuro di Alessandria: “Giri per le strade del centro, entri nei negozi, e ascolti solo discorsi per una città percepita come ferma, immobile. Vi assicuro che non è ovunque così, e basta spostarsi a Tortona, Casale Monferrato o Asti per rendersene conto. Alessandria è travolta da una crisi motivazionale, che non sarà tutta colpa del sindaco o della sua maggioranza, ma che certamente il loro inattivismo assistenzialista tende ad esasperare. O cambiamo marcia, subito e tutti insieme, o fra tre anni potrebbe essere tardi”.

Dalle giravolte sui temi della logistica e delle opere pubbliche, alla ‘lamentatio’ verso il Governo Meloni, che secondo il centrosinistra dovrebbe intervenire direttamente su tutto: dal risanamento dei conti dell’ente al finanziamento delle opere. Mentre i cittadini dovrebbero occuparsi direttamente della manutenzione ordinaria degli spazi pubblici.

Presidente Roggero, l’ultima questione, ossia l’obbligo di occuparsi direttamente del verde nelle aree pubbliche antistanti case e palazzi, fa sorridere ma inquieta anche parecchio. Ora ci avviamo verso l’inverno, ma in primavera che succederà?
Non lo so, e francamente credo non lo sappia neppure il sindaco. Stanno navigando a vista, e puntano su provvedimenti francamente sbagliati, che hanno forse l’obiettivo di portare qualche risorsa in più in cassa, in forma di multe. Ma ho già letto reazioni esasperate dei cittadini, sui giornali e sui social. E credo che si sia imboccata una strada sbagliata: il Comune non può essere solo guardia ed esattore, specialmente se è il primo a lasciare la città nel degrado ambientale e sociale. Basta farsi un giro nei quartieri, o nei paesi, per avere conferma diretta.

Amazon (!) di Alessandria e Borsalino che rinvia [Centosessantacaratteri] CorriereAl

Nel frattempo però il sindaco Abonante ‘plaude’ all’apertura del centro Amazon: ma questi della logistica, in campagna elettorale, non erano posti di lavoro dequalificati e da disdegnare?
Rileggersi il programma elettorale del centro sinistra, alla luce di quanto sta avvenendo, di spunti esilaranti ne fornisce parecchi. Purtroppo però è un riso amaro, e gli alessandrini di ridere hanno sempre meno voglia. Su Amazon, come del resto su Pam al quartiere Pista, il sindaco Abonante e i partiti che lo sostengono di piroette ne hanno fatte parecchie, e chissà se è finita qui. Ma basta pensare anche alla vicenda Ztl sulla pelle di residenti e commercianti del centro per capire come la leva occupazione e sviluppo della città non sia proprio nelle corde degli attuali amministratori.

Colpisce non poco anche che ogni tanto si lancino a Roma appelli unilaterali, per poi dopo qualche tempo parlare di promesse disattese da parte dell’esecutivo…
Non so se sia una strategia precisa, o solo pressapochismo. Certamente non basta dichiarare sui giornali che dal Governo devono arrivare in dono tot milioni di euro per risanare il bilancio, o per realizzare il nuovo ponte. Con l’amministrazione Cuttica Alessandria ottenne, caso unico dai tempi dell’alluvione, un aiuto da Roma di 20 milioni di euro, grazie all’impegno personale dell’onorevole Molinari. Ma noi avevamo contestualmente messo in campo una precisa strategia di risanamento, con il piano di rientro ventennale, e al contempo una serie di progetti di sviluppo, per ammodernare le infrastrutture pubbliche (ospedale, ponte, ex complesso di San Francesco) e per attrarre investitori privati sul nostro territorio: in primis con la logistica, appunto, all’epoca fortemente avversata da centro sinistra e grillini. Oggi Alessandria sembra davvero ferma, e ancora una volta guarda a Roma: da dove per fortuna, grazie al Governo di centrodestra e al personale impegno dell’on. Molinari, all’interno della Finanziaria 2024 dovrebbero essere previste norme che prevedono aiuti per i conti dei comuni come il nostro, e anche investimenti sullo scalo ferroviario. Fosse per il centro sinistra e i 5 Stelle, saremmo al palo, altro che campo largo. Non basta lanciare proclami sulla riapertura del Teatro: ben venga naturalmente, e anche lì l’avvio del progetto (e il reperimento di gran parte delle risorse) si deve all’amministrazione Cuttica. Ma la domanda vera è: che ne sarà del futuro di Alessandria, andando avanti così? Siamo una città anziana, che scivola verso l’impoverimento e da cui i giovani scappano dopo gli studi, tornando solo a trovare i famigliari. Vogliamo far finta che non sia così? Daremo il nuovo Teatro Comunale in gestione gratuita a Non Una di Meno? Non ci stupiamo più di nulla, con questi strateghi a Palazzo….

La vicenda del Centro di Incontro Femminile della Pista si conclude così?
Sicuramente speriamo che se qualche esponente, uomo o donna che sia, del centro destra decidesse di partecipare a qualche incontro pubblico, in un luogo completamente pagato con le tasse di tutti gli alessandrini, non venga messo alla porta come successo in un recente passato. Per il resto no, la vicenda non è chiusa per nulla, rimaniamo convinti che il collettivo transfemminista Non una di Meno, già protagonista di due precedenti occupazioni abusive di stabili pubblici in città, sia stato indebitamente ‘premiato’ dal sindaco Abonante e dalla sua maggioranza, a scapito di tante altre realtà più meritevoli. Continueremo a dirlo, e ad esortare centro sinistra e 5 Stelle ad un atteggiamento più corretto ed attento alle esigenze del volontariato e dell’associazionismo.

Il Gruppo AMAG un anno e mezzo fa era un cantiere di progetti orientati al futuro, in primis smart city e comunità energetiche, ma non solo. Oggi da più parti viene descritta come realtà in forte affanno, con progetti innovativi ormai archiviati, e futuro incerto. Come è possibile?
Il mondo delle multiutility è in forte evoluzione, direi quasi che sta affrontando una fase di selezione naturale. Si pensi solo a Egea, realtà piemontese assai più grande di Amag, in corso di acquisizione da parte di Iren dopo una fase di grande difficoltà. Per stare sul mercato oggi bisogna innovare ed essere credibili verso il sistema bancario, e per farlo servono manager all’altezza. La Lega per Amag puntò sul Presidente Arrobbio, che in pochi anni riuscì a salvare il gruppo e a rilanciarlo, con i progetti cui lei ha fatto cenno e con altri. Da un anno e mezzo il Gruppo pare procedere a tentoni, e dai rifiuti all’acqua leggiamo solo notizie negative. Sappiamo bene che le reti del gas e dell’acqua sono i veri asset strategici di Amag, il valore vero. Se qualcuno pensa di svenderli apra prima un ampio confronto, in consiglio comunale e in città, e spieghi agli alessandrini le proprie intenzioni.

Sul fronte sicurezza, tra chiese nel mirino dei vandali e movida un po’ troppo aggressiva, la situazione alessandrina è complicata. La Lega cosa propone?
E’ in corso di completamento l’organico della polizia municipale, grazie al percorso che fu avviato dall’amministrazione Cuttica. Ora l’importante è fare in modo che i vigili, con il supporto dei moderni strumenti di videosorveglianza, vengano utilizzati per controllare con metodo il territorio, e non per multare i cittadini. Dopo di che sappiamo che il comune di Alessandria è il più vasto del Piemonte, e che tanti sobborghi si sentono abbandonati, insicuri. E’ quindi fondamentale che esista un costante coordinamento tra le diverse forze dell’ordine, per fare in modo che gli abitanti di ogni singola frazione si sentano protetti quanto gli abitanti del centro cittadino. Non basta insomma un ‘giro di vite’ sulla vendita degli alcolici: occorre mettere in campo politiche di sicurezza che fino ad ora alla giunta Abonante sono completamente mancate.