Monferrato Acquese, distretto immobiliare (e non solo) di eccellenza a prescindere dalle Terme

di Ettore Grassano

L’analisi di Andrea Monti (Fiaip) e Sabina Iberti (Appc)

“Sa che cosa replico in genere a chi mi dice ‘ah, se ad Acqui il ‘sistema terme’ funzionasse davvero’? Rispondo: ‘ma scusa, Alba e le Langhe hanno le terme?” Andrea Monti, vice presidente provinciale e consigliere regionale della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (Fiaip), del mercato immobiliare piemontese è conoscitore profondo, e la sua agenzia nel ‘cuore’ di Acqui è uno dei ‘nodi’ della rete ‘glocal’ che fa capo a www.greatestate.it e www.immobilmonti.com, progetto che viene da lontano e che si propone di valorizzare nel mondo non solo località prestigiose e di grand appeal internazionale come la Toscana, l’Umbria, le Marche, la Sardegna o la Costiera Amalfitana, ma anche appunto territori come il Monferrato, a cui forse per fare ‘il grande salto’ è mancato finora un adeguato ‘gioco di squadra’.

Ma cosa dicono gli indicatori del mercato immobiliare rispetto all’area di Acqui città, e delle splendide colline circostanti? “In realtà la nostra agenzia – sottolinea Andrea Monti – si muove su un’area più vasta, che comprende anche il Monferrato astigiano, casalese e arriva alle Langhe. Dove certamente sono stati bravissimi a fare marketing negli ultimi decenni, per cui gli stranieri conoscono e apprezzano albese e cuneese. Ma attenzione: anche il nostro Monferrato esercita, dal covid in poi, un fascino crescente su un target di stranieri sempre più ampio: statunitensi e israeliani (ultimamente abbiamo venduto a loro diversi immobili di pregio), ma anche tedeschi, olandesi, danesi, belgi, svizzeri, scandinavi. Un target eterogeneo di persone: c’è chi cerca una soluzione ‘chiavi in mano’, preferita soprattutto dopo l’impennata dei costi delle materie prime dell’edilizia, ma non manca chi apprezza anche l’immobile da ristrutturare, specie se d’epoca. Ci sono persone di mezza età che cercano la casa per le vacanze, o magari da investimento per affitti brevi, e persone un po’ più avanti negli anni che interessate ad un buen retiro post lavoro. Per tutti l’ideale è comunque l’immobile antico, con fascino, indipendente su quattro lati, possibilmente isolato e in posizione collinare, con ottima vista e almeno 5/10 mila metri quadrati di terreno circostante”.

Dopo un vero e proprio ‘boom’ di compravendite nel 2022, il 2023 si chiuderà probabilmente con un ‘fisiologico’ rallentamento, ma Andrea Monti è moderatamente ottimista sul trend del 2024: “Le richieste ci sono, eccome, e tutto sommato il Monferrato è ancora in grado di offrire una buona offerta di prodotti di qualità, a prezzo ragionevole. Certamente l’incertezza internazionale, e i segnali che arrivano dall’inflazione e dai mutui un po’ possono rallentare il mercato, ma non lo fermeranno. La percezione, sia da parte degli italiani mediamente benestanti che vivono nelle grandi città, sia degli stranieri è che un bell’immobile, una casa di valore rappresenti ancora sia un buon investimento, sia una scelta di qualità di vita. E su questo fronte Langhe e Monferrato offrono davvero il meglio. Abbiamo opportunità di investimento immobiliare che rendono il 12% annuo!”

Sabina Iberti è, da tanti anni ormai, la Presidente dell’Appc Acqui Terme, l’associazione che si occupa della tutela dei piccoli proprietari, e in questa veste ben conosce le dinamiche che caratterizzano il mercato immobiliare non solo della città termale, ma di tutto il Monferrato. E ribadisce prima di tutto l’importanza che, in questi anni, hanno avuto gli accordi territoriali. “Una formula che abbiamo sostenuto e promosso dall’inizio, insieme alla Fiaip provinciale, e che è stata implementata prima ad Alessandria, poi nei diversi centri zona e piccoli comuni, con risultati eccellenti. Si tratta di agevolazioni concrete, di forte impatto, a beneficio sia del proprietario dell’immobile che del locatore. Poter pagare sugli affitti una cedolare secca al 10%, e ottenere uno sconto del 25% sull’Imu, ha stimolato fortemente il mercato locale”.

A tal proposito si è rivelata importante la convenzione stipulata con Appc per il rilascio dell’attestazione di rispondenza dei requisiti necessari alla stipula dei contratti: “Sia ad Acqui che nei paesi delle nostre colline – evidenzia Sabina Iberti – il diffondersi delle informazioni su questo tipo di agevolazioni ha indotto non pochi proprietari ad investire su appartamenti magari un po’ desueti, ereditati e mai sistemati, con con un adeguato restyling sono diventati estremamente appetibii, e consentono oggi agli stessi proprietari di garantirsi un rendimento sicuro, e ai loro affittuari di aver diritto, a loro volta, ad una serie di agevolazioni e sgravi fiscali”.

Una formula, quella degli accordi territoriali, che potrebbe rivelarsi vincente anche per il rilancio del mercato degli immobili commerciali? Iberti ne è straconvinta: “Per aree come Acqui Terme – afferma – dove del resto al pari di Alessandria o di Novi Ligure il commercio tradizionale conosce una fase di non poche difficoltà, certamente poter contare su affitti calmierati, e su forti sconti fiscali e agevolazioni tributarie sarebbe un incentivo a non lasciare vuoti e in abbandono spazi che non solo solo opportunità commerciale, ma anche presidio di sicurezza sociale, e di miglior qualità della vita per tutta la comunità”.

Fiaip e Appc lo sostengono da anni: prima o poi a Roma qualcuno li ascolterà?