Puppetland [Il Superstite 517]

ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1

di Danilo Arona

In tanti, ma non tantissimi, ne sono al corrente. Verso il confine della provincia di Alessandria, nel territorio comunale di Albera Ligure, c’è un piccolo paese che consta di soli 20 abitanti che è una delizia per più di un motivo: la posizione ideale e soleggiata, la bellezza delle casette simmetricamente aggruppate sulla collina, il silenzio e la tranquillità e ovviamente loro, gli spaventapasseri, che “abitano” il centro, la periferia e gli spazi verdi circostanti.

Ovviamente dal mio non condivisibile punto di vista, gli spaventapasseri sono soprattutto fantocci sinistri di cui si trova testimonianza nella letteratura gotica e in qualche film di genere. Per citarne qualcuno, Gli spaventapasseri viventi dei “Piccoli brividi” di R.L. Stine, il mio – letale – da La stazione del Dio del Suono e al cinema basta e avanza la serie di Jeepers Creepers. Ma la magia legata ai simpatici fantocci è in verità bianca e simpatica e, come la si racconta di solito, la loro origine risale agli antichi rituali precristiani con cui si utilizzavano simboli antropomorfi per trarre buoni auspici contro gli spiriti maligni e in seguito per tenere lontani gli uccelli dai campi coltivati.

A Vendersi – questo il nome del paese al quale si arriva dopo un lungo sterrato in salita non così agevole, ma una volta lassù vi sentirete abbondantemente ripagati… – gli spaventapasseri abbelliscono ogni angolo possibile, grazie alle indefesse e simpatiche Silvia e Ivana, senza le quali nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Ogni fantoccio ha un suo nome (Delfina, Matilde, Manilo, Clementina, Mariuccia, etc…) e una storia da raccontare.

I nomi scelti sono quelli di persone realmente vissute nella frazione come omaggio alla loro memoria e alcuni personaggi tengono tra le mani degli attrezzi legati alle attività che un tempo si svolgevano in queste zone.

Va da sé, la promozione turistica sui generis è il primo scopo di questa stupenda mostra en plen air e, per quello che ho personalmente verificato, funziona alla grande, alla domenica soprattutto.

L’idea di Silvia e Ivana sarebbe anche quella di realizzare un raduno “nazionale”, organizzare una grande festa per accogliere gli spaventapasseri esterni e creare  una giuria per scegliere quello più originale. Comunque oggi gli spaventapasseri autoctoni sono una settantina e si integrano alla perfezione con persone abitanti, case ristrutturate e profumatissimi campi di lavanda. Per vivere in una dimensione da sogno.

Fateci un salto. Non ve ne pentirete.

(Oggi lo spazio riservato al testo è più breve a favore di fotografie che ben descrivono la piacevole situazione, alle quali unisco la cover dell’edizione Mondadori de La stazione del Dio del Suono)