Blocco euro 5 scongiurato, per ora: ma quanti dubbi….

di Federico Guerci

Secondo la legge vigente, in riferimento all’ Art. 80 comma 3° (titolo III – Dei Veicoli) del “Codice della Strada”, la Revisione o Collaudo degli autoveicoli: “è un insieme di controlli obbligatori volti a verificare sicurezza e emissioni”. La normativa è molto chiara su questo punto e le vetture Euro 5, che hanno superato da tempo i 4 anni dalla data d’immatricolazione, necessitano una supervisione presso i centri autorizzati con scadenza biennale.

Il tutto ricordiamo essere un aspetto obbligatorio ai fini del regolare utilizzo, al corrispettivo di una spesa indicativa di 80,00 €, quantomeno in Regione Piemonte.

Avendo delineato il quadro normativo vigente; il blocco diesel Euro 5 sarebbe dovuto scattare il 15 settembre 2023 non nell’intero Piemonte ma solo nei 76 Comuni, tra cui il capoluogo Torino, individuati dal DGR 26-3694 del 6/8/2021, interessando circa 140 mila vetture.

Il Consiglio dei Ministri è intervenuto con lo strumento del “Decreto” al fine di scongiurare una crisi sociale ed economica di famiglie e imprese, a tal proposito, ha approvato il Decreto Legge che rimanda il blocco degli euro cinque al 1 Ottobre 2024 Dal 1° ottobre 2024 i Comuni che lo vorranno potranno introdurre il blocco degli Euro 5, ma sarà soltanto una opzione, non ancora un vero obbligo.

Nel panorama normativo così descritto, si aggiunge il progetto MOVE-IN, consistente nel monitoraggio sull’utilizzo dei mezzi più inquinanti es. euro 5. Pagando un congegno che traccia il chilometraggio delle autovetture, previa installazione di una Scatola Nera, si potrà comodamente inquinare ma al corrispettivo di una spesa, insomma con i soldi si risolve tutto.

A mio avviso ennesimo canone che il cittadino si troverà a sostenere a discapito del portafogli, quando l’idea di partenza doveva essere ben differente. A chi spettano questi soldi? chi li gestirà? a fronte di quale servizio aggiuntivo?

In passato abbiamo accettato fregature come il “Bollo auto”, inizialmente erogato nel confronti dello stato per la manutenzione stradale…. e ora? Chi gestisce i soldi introitati dal pagamento di questa tassa? da quale ente vengono gestiti? che vantaggio ho come utente della strada al corrispettivo di una tassa erariale?

Il divieto di circolazione vero e proprio, per i Comuni che non si saranno adeguati già nel 2024, sarà il 1° ottobre 2025. In sintesi, i veicoli diesel Euro 5 potranno circolare in tutto il Piemonte ancora, probabilmente, fino all’autunno 2025, salvo appunto nei Comuni che dovessero decidere di anticipare di un annetto.

A tal proposito, sorgono spontaneamente alcune riflessioni:

-Facendo riferimento all’applicabilità delle leggi, In relazione alle fonti del diritto (Normative comunitarie, Costituzione italiana, legge ordinaria, leggi regionali), la Corte Costituzionale italiana ha individuato nell’art. 11 della Costituzione il fondamento giuridico alle limitazioni di sovranità da parte dell’Italia in favore dell’ordinamento comunitario (Precedentemente soltanto regolata dalla legge ordinaria che ne dava diretta applicabilità).

Le imposizioni europee in termini di salvaguardia dell’ecosistema, salute e benessere delle comunità, hanno imposto rigidi cambiamenti per il futuro, ma entriamo più nel dettaglio.

La Nostra Costituzione all’art 4 per esempio recita:
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Nello scenario collettivo nazionale, dopo la crisi economica, dopo il COVID-19 e la guerra in Ucraina, mi sembra giusto predisporre l’ennesima battuta d’arresto nei confronti delle P.A, degli imprenditori e liberi professionisti, che non scelgono, e non concorrono più al progresso economico (di ripartenza), che tanto si sperava. Non vi sembra incostituzionale questa imposizione? Gli italiani, in questo momento storico, non sono pronti a sostenere spese non programmate o non volute.

Le leggi del marketing insegnano che gli investimenti debbano essere sostenibili e in relazione alle proprie esigenze commerciali, tenendo presente un congruo periodo di ammortamento.

Ogni limite imposto in tal senso si configurerebbe come un un danno non preventivato, con conseguente incipit negativo di spesa per sopperire alle decisioni inderogabili dell’Europa. Immaginate un idraulico con partita iva che ha sostenuto spese e magari mutuo per acquistare un furgone euro5 (di libera vendita) e dover sopportare una spesa aggiuntiva per sostituire un mezzo funzionante per il quale si configura persino una perdita di valore commerciale (dati i limiti di utilizzo).

A tal proposito si evince “un nuovo principio” Che collide inevitabilmente con quanto delineato dall’articolo 832 del codice civile (Sui diritti reali di godimento) e dall’articolo 42 e seguenti della costituzione.

Parlando di diritti reali e quindi di diritto privato, il nostro Codice Civile, sancisce e tutela il diritto di Proprietà, descrivendolo come una situazione giuridica soggettiva per la quale: “Si identifica come proprietario di un determinato bene, colui il quale abbia la facoltà di poter godere disporre della cosa in modo pieno ed esclusivo”, “entro i limiti previsti dalla legge”.
Domanda: come posso pensare di sentirmi tutelato dalla normativa, se poi la legge mi impone dei limiti sull’utilizzo?

Analizzando l’articolo di riferimento e adattando tale principio ai beni che per legge necessitano l’ iscrizione nei pubblici registri (auto-moto In questo caso), si comprende come un limite imposto sull’utilizzo di un bene (pena sanzione amministrativa) registrato e assoggettato alla situazione patrimoniale di un soggetto, penalizzi enormemente quell’ esclusività, identificata nell’ articolo 832 C.C.

In conclusione si può dedurre che lo Stato e le leggi comunitarie non tengano in considerazione quegli aspetti normativi sui quali la giurisprudenza si identifica come monito e pietra miliare nella consacrazione di nuove prospettive. Aspetto interessante degno di nota è da ricercare nell’istante in cui ci si aggiudica un determinato bene da iscrivere nei pubblici registri.
Come nel caso delle autovetture nuove o usate lo Stato impone una tassa sicuramente onerosa per l’acquisizione e il trasferimento di proprietà.
Questa tassa a mio avviso dovrebbe essere rivalutata nella sua concezione etica poiché, con i limiti Sull’utilizzo degli autoveicoli euro 5, e con la conseguente, anche se parziale, perdita di esclusività di quel determinato bene, andrebbe a perdersi quella proporzione, già sfavorevole relativa alla tassa richiesta sull’aggiudicazione del diritto di proprietà.

Altro aspetto inspiegabile è legato alla mancanza di una deroga alla normativa vigente in termini di collaudo degli autoveicoli. Esaminando una situazione assurda, seppur reale, il proprietario di un veicolo euro cinque con motorizzazione diesel potrebbe tranquillamente effettuare una revisione o collaudo che dir si voglia (Art. 80 comma 3° titolo III – Dei Veicoli, Codice della Strada) in data 30 settembre 2024, con validità di due anni, Anche per quanto riguarda le emissioni, per ritrovarsi dal giorno seguente con un mezzo considerato illegale (1° ottobre 2024).

La mancanza di una deroga in tal senso rende a mio avviso questa situazione assurda sotto ogni punto di vista.

Concludendo il mio pensiero, mi chiedo perchè la Regione Piemonte e in questo caso Alessandria, si propongono come faro guida, nei confronti di una mirabolante “Avventura”, promuovendo ANTE-TEMPORE, uno stile di vita e una prospettiva, che l’Europa vuole consolidare come ERGA OMNES, ma che sul piano pratico va rivista e rivalutata, in considerazione a ogni singola fattispecie.