E la Terra prese fuoco [Il Superstite 509]

ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1

di Danilo Arona

In questi giorni di caldo assurdo – quando leggerete non sarà più così, speriamo… -, accompagnato da ogni parte da giganteschi incendi in tante del pianeta nonché costellato da sempre più turpi episodi di cronaca nerissima, mi è tornato in mente un vecchio film del 1961 che s’intitolava   E la Terra prese fuoco di Val Guest, abilissimo specialista di genere cui dobbiamo (gloria a lui imperitura…) i due Quatermass in bianco e nero, rispettivamente del 1955 e 1957, L’astronave atomica del dottor Quatermass e I vampiri dello spazio, scritti da Nigel Kneale, scrittore e sceneggiatore di grande spessore che mixò horror e fantascienza come pochi altri e che influenzò molto da vicino un certo John Carpenter.

Ciò precisato per cinefila passione, va sottolineato che mai film tanto dimenticato quanto profetico è riuscito così bene a confermare la lungimirante vocazione della fantascienza apocalittica di quegli anni ad anticipare scenari futuri che mai allora avremmo pensato possibili. Eppure è così. Kneale nel 1960 immaginò che, a causa del cambiamento orbitale della Terra, inediti eventi climatici iniziassero a susseguirsi un po’ dappertutto, caratterizzati – indovinate un po’! – da inondazioni, grandinate distruttive e violenti nubifragi da una parte, nonché incendi, temperature molto elevate e siccità dall’altra.

Da Wikipedia: Incaricato di chiedere informazioni al riguardo al centro meteorologico nazionale, il protagonista del film, un giornalista in disarmo di nome Peter, si reca sul posto, ma non ha fortuna perché gli esperti lo cacciano via in malo modo, facendogli venire dei sospetti sul fatto che stiano nascondendo qualcosa. Intanto iniziano a trapelare voci secondo le quali tutto è stato causato da esperimenti svolti nella zona artica da statunitensi e sovietici, infatti, gli uni all’insaputa degli altri, hanno fatto esplodere in contemporanea delle potenti testate nucleari. Peter inizia una relazione sentimentale con Jeanie, una ragazza che lavora al centro meteorologico che lo affianca nell’indagine. L’intera condizione climatica mondiale intanto sta peggiorando e l’Inghilterra è investita da un’ondata di calore senza precedenti. Jeanie rivela a Peter una scoperta fatta dai suoi superiori: gli esperimenti nucleari hanno spostato l’asse terrestre di alcuni gradi modificando le zone climatiche del pianeta. Peter ha ormai ripreso in mano anche la sua carriera, infatti, sono i suoi articoli che informano la popolazione sul susseguirsi dei fatti. La situazione precipita quando gli scienziati sovietici rivelano che oltre l’asse anche l’orbita della Terra è stata modificata, il pianeta si sta avvicinando sempre più al sole e continuando così la razza umana si estinguerà per il troppo calore. Il governo britannico decide a causa della forte siccità di razionare l’acqua e a breve iniziano i primi disordini in tutta Londra, dove i cittadini compiono atti vandalici e di sciacallaggio. Di comune accordo, le potenze mondiali decidono di tentare una disperata soluzione, fare esplodere diverse bombe atomiche in un punto preciso della Siberia, cercando di rimettere la Terra nella sua orbita originaria. Il conto alla rovescia per l’esplosione è trasmesso in diretta via radio, mentre tutto il mondo attende con trepidazione di sapere se l’operazione ha avuto successo…. Ma a questo punto potete anche cercare il film su qualche piattaforma perché uno, ne vale la pena, due, con Kneale il lieto fine non è garantito.

Quel che mi preme è farvi notare come il presente fantascientifico che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte – no, dico, pandemie, una quasi terza guerra mondiale alle porte, esodi di massa di poveracci senza patria, li avremmo senza dubbio confinati fino a non tanto tempo fa nella letteratura cosiddetta “di evasione” – sia stato in periodi non sospetti presagito in film che s’intitolavano Anno 2000 la fine dell’uomo, Beginning of the End, 2022 i sopravvissuti, Il dottor Stranamore, Il giorno dopo la fine del mondo, più le tanti catastrofi di tempi più recenti, molte messe in scena da Roland Emmerich, senza dubbio uno degli autori che più  si divertono a giocare con le nostre paure.

La differenza tra ieri e oggi, soprattutto sul versante della fiction, è che le paure di cui sopra sono sempre meno inverosimili. A ora di pranzo o di cena di abbuffiamo  visivamente di città rase al suolo da missili, cadaveri a malapena sfocati e per questo più orribili, minacce di rappresaglie nucleari. La conseguenza sul piano esistenziale quotidiano è che tutto sembra “normale” mentre nulla lo è.