di Ettore Grassano
“Posso dire che sono, e lo sono davvero, triste? Per natura sono una persona positiva, mi appassiono a ciò che faccio e detesto le polemiche. Quando a giugno 2022 centro sinistra e grillini hanno vinto le elezioni comunali alessandrine ero certo che anche per loro il progetto di Coesione Territoriale Bacino del Tanaro avesse una sua centralità; ma temo che la nuova amministrazione si sia limitata soltanto ad implementare il nome dell’assessorato – progetti europei e coesione territoriale -. Il Comune di Alessandria, la città che amo, dove vivo, capofila di un progetto pilota, mai sviluppato prima, che stava prendendo piede su tutto il territorio regionale e non solo. Poi il silenzio, la Coesione è finita nel dimenticatoio?”
Gianni Ravazzi è amareggiato, e lo si può comprendere: è stato lui, durante il quinquennio 2017-2022 che lo ha visto consigliere comunale per la Lega, a stimolare prima e supportare poi l’allora sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco ad ‘investire’ (“solo il mio tempo”, precisa Ravazzi “perché tutto è stato portato avanti senza un euro di costi aggiuntivi per l’ente”) sul grande progetto della Coesione Territoriale Bacino del Tanaro, strumento grazie al quale 36 comuni rivieraschi alessandrini e astigiani hanno la possibilità di realizzare, in maniera coordinata, una vera e propria trasformazione del territorio, secondo una strategia fondata su quattro pilastri strategici, attingendo a finanziamenti dell’Unione Europea sia diretti che ‘mediati’ dalla Regione, ma anche su fondi ministeriali e sui bandi di Fondazioni.
“Mi piace sottolinearlo – continua l’esperto divulgatore-etologo alessandrino -, dopo un lungo percorso che ha portato alla stesura di un piano strategico d’area approvato dalla Regione Piemonte, siamo diventati area pilota per la Regione nell’autunno del 2020 (DGR 1-2255 13.11.2020) e abbiamo svolto un importante lavoro metodologico e normativo, mettendo la nostra esperienza a ‘fattor comune’ con altri territori, limitrofi e non, dove sono sorte altre Coesioni e da cui la Regione stessa ha fatto discendere successive decisioni di raggruppamenti di aree, adottando di fatto i principi della nostra progettualità per l’intero territorio regionale.”
Ecco, facciamo spiegare bene da Ravazzi cosa è successo (o meglio non è successo) a casa nostra in questo ultimo anno, e perché una grande opportunità di sviluppo rischia di trasformarsi nell’ennesimo ‘incompiuto’: dinamica a cui purtroppo molti alessandrini sono ormai assuefatti.
Gianni Ravazzi, due anni fa eravamo qui a parlare della straordinaria opportunità della Coesione Territoriale. Le brillavano gli occhi, e con entusiasmo per un anno intero l’aveva ‘prefigurata’ con decine di incontri sul territorio come leva di sviluppo dalle potenzialità enormi…..e oggi?
“Oggi sono molto deluso, e come me tutti coloro che hanno lavorato alacremente al progetto; ci abbiamo fortemente creduto perché tutti vedevamo l’enorme potenziale, positivo e concreto per il territorio, che sarebbe disceso dallo sviluppo dei quattro pilastri strategici su cui la Coesione si regge: Ambiente, Agricoltura, Turismo e Benessere locale.
Siamo sostanzialmente fermi a quanto era stato fatto prima delle elezioni di un anno fa… e pensare che la Regione Piemonte con la ratifica delle altre Coesioni e con la decisione di creare le così dette aree omogenee (sorta di raggruppamenti di comuni che devono progettare insieme se vogliono ottenere fondi), ha di fatto validato e adottato, come ho già accennato, il sistema da noi creato, quale metodo da impiegare su tutto il territorio regionale, riconoscendone le enormi potenzialità. Noi come area pilota potremmo essere molto più avanti nelle progettualità. Purtroppo, da quello che so, si sta sviluppando soltanto un tratto di ciclovie con i fondi della progettazione preliminare ottenuti dall’amministrazione Cuttica. Ma continuo a sperare, visto che nella nota di aggiornamento al DUP al punto 4.2.1.30.1 si dedicano ben tre righe, dico tre, per dire che nel 2023 si inizieranno le progettazioni per la Coesione Territoriale… (sorride, ndr). Personalmente, subito dopo le elezioni comunali vinte dal sindaco Abonante e dalla sua coalizione ho dato la mia pena e assoluta disponibilità a collaborare: a titolo gratuito sia chiaro, come del resto già fatto in precedenza. Il sindaco Cuttica era, ed è, d’accordissimo con me – è un progetto per il bene di tutto il territorio, è un’area vasta: mettiti a totale disposizione – Invece…Nulla!”
Un po’ se lo sentiva, dica la verità……
“No, davvero. Sono un ottimista e un positivo di natura, anche se non ignoro quale sia la natura umana, e neppure gli atteggiamenti di una certa politica. Tuttavia quando subito dopo le elezioni ho letto che “Ora ad occuparsi della Coesione non ci sarà un semplice consigliere, ma un assessore (anzi, un’assessora, Vittoria Oneto, ndr) mi sono detto “allora anche la nuova amministrazione ci crede. Benissimo!
Ho anche ritenuto accettabile che la mia disponibilità personale a collaborare non sia stata nemmeno considerata e degna di risposta da parte dell’Assessore competente, anche perché si sa, chi vince governa e chi perde va a casa, ed è giusto che sia così!
Ma la mia situazione personale conta poco: la cosa grave è che anche il partner di progetto privato, il Comitato per la Coesione Territoriale e il Turismo diffuso del Piemonte, che ha svolto un lavoro enorme nella stesura della strategia poi approvata dalla Regione Piemonte e nella creazione di una rete di contatti operativi di grande qualità, non sia stato più consultato. Sui singoli progetti i comuni più piccoli cercano di procedere in ordine sparso, per la porzione di territorio di loro competenza. Insomma, la negazione dei valori che hanno dato vita al progetto pochi anni fa; ovvero fare squadra per valorizzare un’intera macroarea.”
Ci sono però le piste ciclabili Ravazzi: la montagna ha partorito il topolino?
(sorride, ndr) “Noooo!!! Abbiamo messo in piedi un progetto ambizioso di cooperazione sociale, economica e ambientale di area vasta, ma soprattutto di crescita territoriale, con la possibilità concreta di nuovi posti di lavoro, coinvolgendo 36 comuni alessandrini e astigiani, in cui le piste ciclabili sono solo un aspetto… importante per carità, ma non il perno centrale della Coesione. Precisiamo intanto che quanto si sta facendo oggi è frutto di due bandi vinti dalla giunta Cuttica. Per correttezza istituzionale, pur essendo stati pronti ad affidare i fondi, essendo a fine mandato, abbiamo pensato che sarebbe stato più corretto che a farlo fosse la nuova amministrazione (come successo anche con le nomine del management Amag, ndr). Risultato: due appalti da complessivi 130 mila euro per la progettazione delle piste ciclabili, anziché essere ‘benzina’ per le aziende del territorio sono stati assegnati ad una società di Bologna. Ma, ripeto, la Coesione del Bacino del Tanaro dovrebbe essere ben altra cosa”.
E le Comunità Energetiche?
“Attraverso un’operazione concordata con i vertici di Amag, grazie al Direttivo della Coesione eravamo in grande anticipo su tutto il resto del Piemonte, avendo individuato gruppi pronti ad intervenire in aiuto delle amministrazioni e avevamo individuato nel Consorzio di Amag una possibile centrale appaltante. In questo modo si sarebbero potuti ammortizzare i costi fissi, e declinare le competenze acquisite non su una, ma su 20, 30 o 40 Comunità Energetiche. Invece, dopo le elezioni, tutto si è bloccato, in Amag come a Palazzo Rosso, e i Comuni della Coesione ora si stanno muovendo in ordine sparso aggregandosi con Comuni di altre coesioni che, ad oggi, sembrano aver raggiunto obiettivi più che apprezzabili; e questa è, purtroppo, un’occasione persa. Come occasione persa è anche il non aver proseguito le attività delle commissioni tematiche, create su ognuno dei quattro pilastri, grazie alle quali si sarebbero potuti ottenere risultati concreti”.
Ha parlato di Commissioni sui 4 pilastri: ci spieghi meglio….
“Una volta partiti con il progetto generale, nato da una idea del Comitato per la Coesione territoriale e il turismo diffuso del Piemonte, si è pensato di coinvolgere tutti i Sindaci in commissioni tematiche (una per pilastro strategico) in modo da instaurare un dialogo stretto e continuo.
Il Comitato ed io abbiamo partecipato sempre a tutte le Commissioni in modo da poter ‘cucire’ il territorio e sviluppare nuove sinergie. In questo modo tutti venivano coinvolti nella definizione degli obiettivi e delle priorità su cui lavorare ed ognuno aveva la possibilità di portare avanti una propria idea: da qui sono nate molte proposte che poi il Direttivo ha portato avanti. E badi, dico il Direttivo non a caso perché, con noi, Alessandria non ha mai preso decisioni senza consultarsi con gli altri Sindaci! Anzi ha lasciato grande spazio alle proposte dell’intero territorio. Così si fa coesione, non calando decisioni dall’alto senza condivisione”.
Le altre Coesioni quanto meno procedono? Se ad Alessandria tutto sprofonda, consoliamoci così…
“Le Coesioni costituitesi dopo il bacino del Tanaro, oggi hanno sostanzialmente colmato il divario e alcune ci hanno anche superato, facendoci passare da area pilota a fanalino di coda. Stiamo parlando di altre 3 Coesioni ormai riconosciute dalla Regione Piemonte: Monferrato Casalese – Terre di Po (Casale Monferrato capofila); Terre di Langa e Monferrato (Castagnole delle Lanze capofila); Monferrato – Heritage Unesco (Asti capofila). Più la costituenda Coesione Alto Monferrato-Valli Bormida (Acqui Terme capofila), che sta strutturandosi in maniera leggermente diversa ma molto bene, perché vede coinvolta direttamente anche la Provincia di Alessandria quale partner.”
Lei è osservatore esterno?
Con due di queste realtà, quella che fa capo a Casale Monferrato e quella che fa capo ad Acqui Terme/Ovada, sto collaborando direttamente e con piacere, e mi auguro che si possano realizzare ottimi piani di sviluppo del territorio così che tutti ne traggano beneficio. Se più coesioni decollano, anche l’effetto domino positivo tra un territorio e l’altro diventa un ulteriore vantaggio per tutti.
Sono poi sempre in contatto con il Comitato per la Coesione territoriale che è partner attivo in tutte le coesioni, e con cui non smetterò mai di collaborare.
Molte aziende che si sono messe a disposizione del territorio del Bacino del Tanaro negli anni passati, oggi mi contattano, e mi chiedono di poter collaborare con le altre Coesioni. Con il Bacino del Tanaro abbiamo aperto una strada che ora altri percorrono insomma. Vorrei solo che anche Alessandria continuasse questo percorso, mantenendo il primato di area pilota, confrontandosi con assiduità con i Comuni che fanno parte della Coesione e condividendo e portando avanti idee e progetti per uno sviluppo di tutto il territorio.
Ravazzi lei è da sempre uomo di fiume, ed esperto di questioni idrogeologiche, forse anche perché fu tra gli alluvionati del 1994 agli Orti, e da lì in avanti ha sviluppato sensibilità e competenze. Cosa ne pensa del nuovo Piano di Piano di Assetto Idrogeologico elaborato dall’Aipo? Alessandria, città tra due fiumi, è davvero di nuovo in pericolo?
“Beh, per una città tra due fiumi parlare di sicurezza assoluta è un po’ demagogico: un certo margine di rischio ci sarà sempre. Tutta una serie di passaggi che l’amministrazione Cuttica aveva iniziato proprio con A.I.Po, prima della definizione del nuovo PAI, andavano nella direzione di una valutazione non ideologica ma realistica della situazione.
Di certo le valutazioni sulle piene duecentennali e cinquecentennali, alla luce degli attuali cambiamenti climatici che creano eventi oggettivamente imprevedibili (vedi quelli recenti in Emilia-Romagna) lasciano un po’ sconcertati e personalmente ritengo servano a poco, visto che indicano la necessità di interventi che tanto non si potranno fare perché mancano i denari per realizzarli. Mi chiedo se invece di dare indicazioni per alzare argini, e spaventare la popolazione mostrando grafici in cui Alessandria diventa di fatto Atlantide, non sarebbe meglio puntare su casse di laminazione e canali scolmatori: ma questo è tutto un altro discorso e io non sono un ingegnere idraulico.
Però la vicenda dell’aggiornamento del PAI relativo al Tanaro e alla Bormida da parte di A.I.Po presenta, sul fronte alessandrino, la necessità di alcuni chiarimenti per come è avvenuta. Purtroppo le discussioni sulle opposizioni al nuovo PAI sono state aperte proprio nel periodo elettorale. Sono anche stato presente ad un incontro nel quale il Sindaco Cuttica, provocatoriamente, chiese ai tecnici se, a loro giudizio, si fosse dovuta smontare Alessandria e trasferirla mattone per mattone in collina. A quella provocazione fu risposto che c’era tutto il tempo per presentare obiezioni e ci fu una sorta di accordo per continuare la discussione dopo le elezioni. Così a giugno 2022, quando è arrivata la comunicazione della definizione del nuovo PAI – con la convocazione di una Conferenza Programmatica per il 28 settembre 2022 in cui si sarebbero potuti ridiscutere alcuni punti relativi al Po e altri relativi al Tanaro nei comuni di Alessandria, Alluvioni Piovera, Oviglio e Solero – ero convinto che Alessandria avrebbe potuto presentare le sue obiezioni e le sue osservazioni. Ci si poteva anche collegare telematicamente, ma per il Comune di Alessandria non ha partecipato nessuno! Altre realtà comunali hanno partecipato e i loro rilievi sono stati accolti nell’aggiornamento del PAI stesso, la cui approvazione definitiva è datata 26 ottobre 2022. Non so se nel frattempo siano intervenute interlocuzioni tra gli uffici tecnici, o se si sia deciso che per Alessandria il PAI andava bene così com’era, oppure ancora se, e speriamo non sia successo questo, nessuno si è ricordato di questa faccenda. Sta di fatto che per Alessandria, ovviamente, poiché nulla è stato obiettato, nulla è stato modificato!