di Graziella Zaccone Languzzi
1) Oh oh… qualcuno nella seduta del Consiglio comunale di Alessandria di martedì 30 maggio ha proprio perso la trebisonda: “Consiglio Comunale di Alessandria, Abonante a Roggero: Siediti, così ci liberi delle tue cazzate”. I filmati: “Alessandria: così il sindaco Abonante insulta la minoranza” e lite in consiglio comunale. Il mestiere di sindaco, con una coalizione eterogenea da accontentare e da non contraddire in una città dissestata economicamente e con mille problematiche, è certamente complicato, ma trovo irrispettoso dire (anzi, urlare) ad un componente dell’opposizione che le sue parole sono cazzate, intimandogli di sedersi. Si legge che veniva discussa un’interpellanza del capogruppo della Lega a Palazzo Rosso Mattia Roggero in merito all’ubicazione del futuro Ospedale, e il Sindaco non si è più controllato. La discussione si è fatta animata, e Giorgio Abonante ha apostrofato in maniera pesantissima l’esponente dell’opposizione. Dapprima gli ha urlato “continui a ripetere le stesse stronzate” e poi, quando Roggero ha deciso di sedersi per non fomentare ulteriormente l’alterco, ha rincarato la dose: “bravo, siediti così ci liberi dalle tue cazzate”. Il tutto senza provocazione alcuna da parte del capogruppo della Lega, che si è limitato ad esprimere critiche sull’operato della giunta. L’articolo termina con questa frase che condivido: “Non si tratta di valutare ragioni e torti nel merito della vicenda, ma il rispetto per l’istituzione ed il contraddittorio sono un’altra cosa”. Non sono certo ira, nervosismo e maleducazione le armi con cui affrontare e risolvere i problemi di questa città. L’argomento era dove realizzare il nuovo ospedale. Il sindaco Abonante, pare di capire, lo vorrebbe nell’area destinata a PAM, con l’evidente contraddizione che quell’area fu invece ritenuta un anno fa da centro sinistra e grillini inadatta alla realizzazione di una struttura di tipo commerciale. Ma un grande ospedale significherebbe cementificazione e inquinamento acustico certamente maggiori di un’area commerciale. E allora, come la mettiamo? Forse il nervosismo del sindaco di Alessandria è generato anche da un’altra vicenda, ossia le sue (ex?) alleate di Non Una di Meno che hanno occupato una proprietà privata dell’Università del Piemonte Orientale. Una patata bollente non da poco, anche perchè abbiamo visto in quali condizioni di degrado è stata ritrovata la precedente sede (occupata abusivamente nel 2017) della Casa delle Donne, ossia l’ex asilo del Monserrato. L’indecorosa ‘gazzarra’ in consiglio comunale è stata ripresa dagli organi di informazione e dai social, il sindaco Abonante il giorno dopo ha sentito la necessità di ‘rincarare la dose’. Ma di che si lamenta? L’opposizione esercita il suo compito, incalza e pungola, e guai se fosse il contrario. D’altronde lo ha fatto quando era all’opposizione, lo ha dimenticato? Un po’ più di calma sarebbe utile, anche perchè i cittadini di Alessandria non hanno ancora neanche ‘digerito’ l’onta di un evitabile dissesto.
Dopo le lamentele di Abonante l’intervento del Direttivo della Lega, che chiede le scuse da parte del sindaco: “Lega Alessandria: Inaccettabile attacco del sindaco Abonante al capogruppo Roggero: il consiglio comunale è un’Istituzione da rispettare, non il bar dello sport”. Scuse mai arrivate naturalmente. Ma soprattutto assordante silenzio da parte del Pd di Alessandria, e dei suoi principali esponenti. Non le fischiano un po’ le orecchie, Signor Sindaco?
Voto: 2
2) L’App Municipium? Per segnalare le molte disfunzioni di Alessandria meglio, ma molto meglio, rivolgersi ai media locali. Come ha fatto Giancarlo, residente di via De Gasperi denunciando che da giorni i lampioni restano spenti ma nessuno interviene, nonostante abbia segnalato più volte il problema ad Amag Reti Idriche ottenendo solo silenzio. L’App Municipium dovrebbe ricevere le segnalazioni e occuparsi di comunicare i vari problemi ai preposti comunali e ad AMAG, invece come risposta suggerisce al cittadino il fai da te. Ma chi meglio dell’addetto all’App Municipium, che ha i “canali” telefonici e di email per segnalare le varie denunce a chi di dovere, dovrebbe intervenire? Per capirci invito alla lettura della seconda pagella della scorsa settimana. Sono amareggiata, perchè vedo Alessandria sempre più malmessa, e come me la pensano tanti alessandrini. Soprattutto, mi pare che da noi alternanza significhi, ogni cinque anni, ripartire da zero, rottamando tutti i progetti e le decisioni di chi c’era prima. Assurdo, e stracostoso. Mi è piaciuta al riguardo l’intervista della settimana scorsa con Fabrizio Priano: “Priano (FdI): Abonante non ha un progetto di città: rinunciare al nuovo ospedale per ‘ripicche’ sarebbe follia”. Poi ci sono Ztl, Amag, Pai…..e all’orizzonte le elezioni regionali”. Lo so che le mie pagelle fanno arrabbiare, ma qui i veri arrabbiati siamo noi, impotenti spettatori di un ennesimo futuro tracollo.
Voto: 2
3) Occupazione di immobili altrui: “Al giorno d’oggi, come allora, sembra andare avanti ed essere vincente solo chi è prepotente, chi grida e alza la voce per farsi sentire o per sopraffare gli altri” (“Prepotenza e società competitiva” – tratto dalla 9° Edizione del premio “Don Lorenzo Milani” ). A seguire un esempio di prepotenza alessandrina. Il collettivo Nonunadimeno (Casa delle Donne Transfemminista Queer) il 27 maggio ha occupato o preso possesso dell’ex Circoscrizione Nord, oggi proprietà privata dell’Università del Piemonte Orientale. L’occupazione è avvenuta la notte del 26 maggio, a poche ore dalla manifestazione del Pride a cui ha partecipato il sindaco Abonante (piddì). Presenti politici locali della maggioranza: in un filmato sempre di Radiogold Rita Rossa, capogruppo Pd a Palazzo Rosso, parla dell’ occupazione di un immobile privato e dà la colpa al centro destra che ha da poco denunciato ai media la situazione di degrado e sporcizia dell’ex asilo Monserrato, ridotto a ‘porcile’ da cinque anni di occupazione. L’occupazione di questa proprietà privata è la risposta alle promesse di Abonante, che ad aprile 2022 si era fatto paladino della difesa della Casa durante la campagna elettorale, e ad agosto aveva ribadito il suo impegno, ma solo a parole.
Ora il Rettore dell’Ateneo chiede la restituzione dell’immobile rivolgendosi all’amministrazione: “Avanzi (Università) contro l’occupazione Casa delle Donne: Amministrazione trovi una soluzione”. Ma perché deve essere tutto così complicato, e afffidato alla discrezione di questo o quel politico, e ai suoi interessi di consenso? Esiste il Dispositivo del Codice Penale dell’Art. 633 (Libro Secondo – Titolo XIII – Capo I ) che sancisce: “Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro. Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata. Se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata” . A che servono i Codici se poi non vengono applicati e utilizzati in maniera equanime per tutti e tutte?
Voto: 2