Il candidato sindaco Perocchio: “A Novi la scelta è tra restaurazione e futuro: chi ama la nostra città non può riportarla nel Novecento”

di Ettore Grassano

Sorriso simpatico, battura svelta, e già 15 anni di esperienza politica sulle spalle. Giacomo Perocchio è un novese doc, e in città ha tanti amici (“ma c’è anche qualcuno a cui ‘sto sull’anima’, guarda caso soprattutto tra i compagni della sinistra”) che, alla notizia della sua candidatura a sindaco da un lato si sono congratulati, dall’altro gli hanno chiesto ‘ma chi te lo ha fatto fare?”.

In effetti Perocchio non è un pensionato o un disoccupato alla ricerca di reddito (tutt’altro: cardiochirurgo all’Ospedale San Martino di Genova, dopo liceo classico all’Amaldi e laurea in Medicina a pieni voti), caratteristiche che sembrano ormai prevalenti tra chi si avvicina alla politica. E’ invece un giovane brillante, certamente ‘in rampa di lancio’ su tanti fronti. Dunque perché candidarsi? “Ma perché la politica è l’attività più bella del mondo, se la fai con passione senza che diventi un mestiere. E diventare sindaco della propria città dovrebbe essere il sogno di tutti, non c’è un modo migliore per servire la tua comunità. E poi qui a Novi si è verificata una situazione un po’ particolare…..”. Ecco, di questa situazione particolare parliamo in questa chiacchierata, e soprattutto della proposta politica di Giacomo Perocchio, candidato non solo della Lega, ma “di una coalizione che vedrà in campo a mio sostegno tre o quattro liste, con figure anche trasversali: tutte persone che per Novi chiedono cambiamento, e slancio verso il futuro. Perché passato e restaurazione taglierebbero davvero le gambe alla nostra città”.

Dottor Perocchio, quando e perchè ha deciso di candidarsi?
Partiamo dall’inizio. La consiliatura cominciata nel 2019 è finita anzitempo per il voltafaccia di tre consiglieri eletti nella lista della Lega, che hanno tradito il mandato degli elettori, come ormai a Novi sanno anche i sassi. Dopo due mesi di ampie trattative con i partiti del centro destra, e con movimenti di area civica, la Lega ha preso atto della scelta degli altri due partiti, Fratelli d’Italia e Forza Italia, di candidare Maria Rosa Porta. Ritenendo la loro un’opzione inadeguata e perdente abbiamo deciso di esprimere un nostro candidato. Perché noi, sia chiaro, a Novi vogliamo vincere, non partecipare. La città di tutto ha bisogno, tranne che di riportare indietro le lancette della storia, e tornare ad una figura come Rocchino Muliere: già bocciato dagli elettori quattro anni fa, e comunque simbolo di una politica novecentesca, e di logiche superate. Novi deve cogliere e vincere le sfide del futuro, non guardare con nostalgia ad un passato che non può tornare.


Lei ha 31 anni, gli altri quattro candidati stanno tra i 62 e i 69. Potrebbe essere il figlio di tutti loro insomma: che effetto le fa? La politica a Novi non appassiona più i ragazzi?
Non è per nulla così: tant’è vero che, da quando ho annunciato la mia candidatura, si stanno facendo avanti anche tanti ragazzi e ragazze non militanti della Lega, che offrono il loro sostegno. I giovani non si appassionano se dall’altra parte trovano figure lontane, per linguaggio e per capacità di guardare al futuro. Ma questo vale anche per gli elettori più maturi anagraficamente: credo che alla politica oggi si chieda prima di tutto progettualità, capacità di mettersi in gioco, e di gestire un cambiamento epocale che comunque non può essere fermato. I miei competitor sono anziani? Più che altro alcune sono figure già più volte bocciate dai novesi: da Muliere, appunto, a Maria Rosa Porta che credo sia alla sua quarta candidatura a sindaco. Non aggiungo altro. Su me stesso, giusto per presentarmi: ho 31 anni, faccio il cardiochirurgo, vorrei tanto essere ancora un ragazzo, ma in ogni altra parte del mondo sorriderebbero. Sono nella Lega dall’età di 16 anni, ho ricoperto ruoli apicali nel nostro movimento giovanile, i Giovani Padani, sono stato segretario cittadino dal 2014 al 2022, e consigliere comunale dal 2019 al 2022. Oggi sono responsabile provinciale dei rapporti con gli enti locali. Credo di avere le carte in regola per propormi come sindaco. Ma attenzione: sindaco di Novi e dei novesi, non solo della Lega: e a capo di una coalizione allargata, e che intende dialogare con tutta la città.

A sostenerla quante liste ci saranno?
Oltre alla lista della Lega, almeno altre due, forse tre. Sicuramente abbiamo l’appoggio di figure importanti, che rappresentano ‘pezzi’ di novesità: da Diego Accili, ex vice sindaco che ha lasciato Forza Italia, alle figure di Claudia Capodieci e Massimo Laveroni, già coordinatori di Italia Viva. A testimonianza di un ampio elettorato di centro che non si identifica per nulla in altre candidature.

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Quali sono tre priorità assolute a cui si dedicherà se sarà sindaco di Novi?
Le priorità saranno molte di più, ma faccio uno sforzo di sintesi. Prima di tutto vorrei un comune più vicino ai cittadini: accessibile, e in grado di erogare servizi efficaci. Questo significa completare la riorganizzazione della macchina comunale, e fare in modo che quelli che oggi sono punti critici, non lo siano più tra cinque anni.
Con il secondo punto usciamo dal Palazzo: i prossimi 5/10 anni dovranno cambiare completamente il volto di Novi, e renderla una città moderna e all’avanguardia. Penso in particolare alle ingenti risorse messe a disposizione dai fondi compensativi del Terzo Valico, e dal Pnrr: se li usiamo bene, davvero alla fine di questo decennio potremo vivere in una città più bella, efficiente, confortevole e attrattiva. Terza priorità, ma non certo meno importante, è quella legata alla sicurezza, e alla manutenzione ordinaria della città. Negli ultimi quattro anni è stato intrapreso un percorso importante sul fronte della videosorveglianza, che va continuato e consolidato. I novesi devono sentirsi al sicuro, dentro casa ma anche per strada, a qualsiasi ora. E naturalmente devono poter muoversi in una città pulita, ordinata, in cui la manutenzione è costante e di qualità.

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Le multitutility piemontesi (pensiamo ad Egea, ma anche alla situazione delle aziende di Alessandria e Casale) sono nell’acqua alta. Acos è un fiore all’occhiello per Novi: quale pensa possa essere la strada da percorrere in futuro?
La crisi del gas legata al conflitto tra Russia e Ucraina ha pesato non poco sul settore multiutility, ma Acos ha retto bene: il che è segno di un’ottima gestione. Sicuramente però occorre guardare avanti, e fare una riflessione sui servizi di interesse pubblico, quelli che non possono seguire logiche di mercato, ma devono avere come priorità assoluta la qualità delle prestazioni erogate ai cittadini. In particolare penso al ciclo idrico integrato e alla raccolta rifiuti, ossia Gestione Acqua e Gestione Ambiente. L’acqua è una risorsa primaria, e un diritto di tutti che dobbiamo preservare: oggi purtroppo i cambiamenti climatici ci costringono a fare i conti con il concetto di scarsità, un tempo magari non così centrale. Occorre quindi più che mai da un lato che tutti siamo sensibili rispetto agli sprechi, ma dall’altro anche che si metta mano alle reti, e si provveda ad investimenti su questo fronte, considerato che le perdite degli acquedotti toccano punte anche del 50%. Massima su questo fronte deve essere la collaborazione con Egato 6, l’autorità di ambito, e con le altre aziende che operano sul territorio provinciale. Così come, sul fronte rifiuti, occorre fare ulteriori passi in avanti sulla differenziata, intervenendo però al contempo sui disagi causati in alcune aree dal porta a porta. E poi occorre ragionare su nuovi sistemi di riciclaggio dei rifiuti, e sulla loro trasformazione in energia. Solo percorrendo questa strada sarà possibile abbassare sensibilmente anche il costo della Tari, che è una questione che certamente interessa molte famiglie, a Novi come altrove.

Espianto di fegato e rene all’Ospedale di Novi Ligure CorriereAl

D’obbligo, per un giovane medico cardiochirurgo, una riflessione sulla sanità, ospedaliera e territoriale: cosa può e deve fare un’amministrazione locale?
Il covid ha ‘stressato’ e cambiato completamente la sanità. Di fronte all’emergenza, inevitabilmente le priorità sono cambiate, e ci sono stati rallentamenti su alcuni fronti, dalla prevenzione ai ricoveri ordinari, su cui ora occorre ‘riprendere il ritmo’. Il compito di un’amministrazione comunale è saper ascoltare le istanze e le esigenze dei cittadini, e dialogare con le istituzioni sanitarie regionali e provinciali per cercare di migliorare prestazioni e servizi. Medici di base, medicina territoriale, liste di attesa, attività ospedaliere: le priorità sono ben chiare, ma occorre passare dalle parole ai fatti, perché sono quelli che interessano alla gente. Concretamente: oggi tanti novesi sono costretti ad andare a curarsi a Casale Monferrato, che non è esattamente dietro l’angolo: questa situazione va migliorata. E poi c’è il nostro ospedale cittadino, il San Giacomo: cardiologica, nefrologia, pronto soccorso sono reparti fondamentali, da preservare e potenziare. E ricordiamoci che l’ospedale di Novi Ligure è fondamentale anche per un’ampia porzione di territorio: da Serravalle ad Arquata Scrivia, dalla Val Borbera alla Val Lemme.

Barosini: “Un mix di nuovi progetti e seria manutenzione, e Alessandria cambierà volto”. Sui dirigenti: “si occupino della gestione, le scelte competono alla politica” CorriereAl

Facciamo un gioco, dottor Perocchio: una sua battuta su ognuno degli altri candidati a sindaco….
Vuol proprio rendermi simpatico a tutti i costi (sorride, ndr). Allora: Rocchino Muliere, non me ne vogliano lui o i suoi sostenitori, ma è proprio improponibile: siamo al Pci anni Settanta, ci si rende conto? Passato remoto, restaurazione pura, incapacità di guardare avanti. Maria Rosa Porta è ottima persona, ma anche qui parliamo di trent’anni di storia politica, e siamo alla quarta candidatura, dopo tre sconfitte. Lucia Zippo, dei 5 Stelle, ho avuto modo di conoscerla in consiglio comunale, e la apprezzo: molto preparata sul piano tecnico, studia le questioni prima di parlarne. Politicamente siamo molto distanti, è chiaro. Marco Barbagelata a Novi è da sempre impegnato in ambito sociale e sportivo, ed è un amico. L’avrei accolto volentieri tra noi….

Magari al ballottaggio? Se ci arriverà, proporrà alleanze ai partiti di centro destra, e agli altri candidati?
Al ballottaggio ci arriveremo di sicuro, e credo che dovremo vedercela con il candidato della peggior restaurazione. A quel punto secondo me non serviranno accordi con le segreterie di partito, che lasciano il tempo che trovano. Bisognerà invece parlare con tutti i novesi, e porli di fronte all’alternativa: passato o futuro? La sfida sarà convincere gli elettori ad andare alle urne a metà maggio, e ancor più a tornarci due settimane dopo, in caso di ballottaggio: perché chi non partecipa lascia che siano altri a scegliere anche per lui, e questo significa rinunciare ad essere parte attiva della propria comunità.