Quanto guadagnano il sindaco Abonante e i suoi assessori? Parliamo anche di Tari, e di Piazza Garibaldi [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Quali sono i compensi mensili lordi e netti del sindaco di Alessandria, del suo vice, degli assessori, del presidente del consiglio comunale e di tutti gli amministratori di Palazzo Rosso? E’ una domanda fattami da un cittadino su facebook, e avendola trovata interessante mi sono attivata alla ricerca di una risposta. Sul sito del Comune non ho trovato nulla: se ci sono, le informazioni sono davvero ben nascoste. Ma questi non erano quelli della trasparenza, e della casa di vetro di tutti gli alessandrini?
Però in rete qualcosa c’è: la Legge 234/2021, che ha approvato il bilancio dello Stato per il 2022, ha aumentato le indennità di carica per i sindaci dei comuni e delle regioni a statuto ordinario, e per trascinamento anche i compensi degli altri amministratori comunali. Per precisare: tale aumento è stato votato anche dalle forze politiche che sulla protesta contro i costi della politica e i privilegi della “casta” hanno costruito le loro fortune elettorali. In questo articolo si legge che ai sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti spetta il 70% del compenso previsto per i presidenti di Regione (13.800 euro mensili), pari quindi a 9.660 euro lordi mensili (Alessandria da rilevamento dicembre 2021 ha 90.825 abitanti), il netto non sono in grado di quantificarlo: fate voi. Sia chiaro, chi amministra una città/comunità non ha un compito facile e va compensato adeguatamente. L’importante è che lavori con impegno, non faccia danni e che non tiri solo a campare. Nella mia ricerca però ho trovato un articolo che mi ha fatto un po’ sorridere, del febbraio 2020. “Stipendi di sindaco e giunta: botta e risposta M5S-Comune Alessandria”. Il pentastellato Michelangelo Serra (allora consigliere di minoranza, oggi assessore) attaccava la Giunta Cuttica per gli aumenti dei compensi: circa 100 euro per il primo cittadino, 75 euro per il vice sindaco e 60 euro per gli assessori, oltre che per il presidente del Consiglio Comunale. Diceva il nostro prode grillino: “Quando la città va a rotoli perché non ci sono soldi, cosa c’è di più consolatorio di un bell’aumento di stipendio?”. Nell’articolo si legge la risposta dell’allora assessrore al Bilancio Cinzia Lumiera, che precisò quanto segue: “Ogni anno per legge bisogna riapprovare una serie di tariffe, anche i nostri stipendi. C’è uno stipendio base che, ogni 12 mesi, subisce un conguaglio base del 2%, obbligatorio per legge. Ci viene poi data la possibilità, in sede di determina, di aumentare questo conguaglio dal 2% al 3% ma noi non lo abbiamo mai fatto, anche se la legge lo consente. Insomma, non ci siamo assolutamente aumentati lo stipendio gli scorsi anni e non lo faremo neanche quest’anno”. In sostanza, comunque, la retribuzione del sindaco di Alessandria fino ad un anno fa era di poco più di 5 mila euro lordi mensili, ora per legge è significativamente aumentato. Quello di assessori e simili non è dato saperlo. Bello sarebbe che, per trasparenza, sul sito del Comune della nostra città, fossero presto pubblicati tutti gli emolumenti degli amministratori.
Voto: 2

2) Temo di essere diventata la succursale di un qualsiasi movimento di difesa del cittadino. Ogni settimana ricevo informazioni, lamentele, denunce, e mi si chiede di parlare di determinati temi. Oggi occupiamoci della Tari: perché si paga anche quando la prima casa non è abitata per un lungo periodo a causa di trasferta lavorativa all’estero? Ad una persona che risiede in provincia, dopo aver staccato tutte le utenze, viene imposta una percentuale di pagamento della Tari perché oltre alle utenze non ha svuotato la casa dai mobili: come se i mobili avessero la capacità di produrre rifiuti in una casa senza luce e gas, e in cui non vive nessuno. Secondo questo assurdo regolamento questa persona avrebbe dovuto svuotare casa, per poi riarredarla quando, tra qualche anno, prevede di rientrare. Già dovrà riattivare luce e gas, con i costi fissi che sappiamo…figuriamoci. La Tari dovrebbe essere una tassa sui rifiuti effettivamente prodotti, e nel caso specifico vi è l’inidoneità alla produzione dei rifiuti: la prova documentaria è la chiusura delle utenze, quindi l’assenza dei servizi essenziali che pone le condizioni di non utilizzabilità. Ho l’impressione che nella disciplina sulla Tari vi sia ancora parecchia confusione, e che comunque la logica sia sempre quella di ‘spennare’ il povero cittadino. La TARI è stata introdotta a decorrere dal 2014 dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità per il 2014), i governi furono Letta e Renzi e vorrei sapere il nome di quel “genio” che ha stabilito quanto sopra denunciato. Peraltro ogni Comune per la gestione rifiuti potrebbe avere una forma di elasticità per casi particolari come quello esposto: purtroppo l’obiettivo di Stato e enti locali è soltanto ‘fare cassa’, e pazienza se la Tari tocca pagarla anche quando manca l’attore principale: il rifiuto.
Voto: 2

3) Si torna a parlare del parcheggio sotterraneo in piazza Garibaldi e questa è la notizia: “Piazza Garibaldi, Serra frena su parcheggio sotterraneo: “Problemi archeologici, piazza non può chiudere 10 anni”. L’ho già scritto altre volte, sono contraria a rovinare esteticamente la piazza più imponente di Alessandria, e in questo caso sono d’accordo con l’ assessore Serra perché ci sono motivazioni serie. Il progetto originale prevedeva un parcheggio interrato, su due livelli, con uno spazio destinato agli esercizi commerciali per circa 2.000 metri quadrati. I posti auto previsti erano 539, più 62 box privati, destinati alla sosta per residenti. Un iter travagliato non ha permesso l’ attuazione del progetto. Le motivazioni dell’assessore Serra sono reali, a partire dalle tempistiche: in questi casi è certo quando si parte, mai quando si finisce. Poi c’è la problematica di tipo archeologico. Durante un carotaggio furono trovati reperti archeologici che ora dovrebbero essere nella Pinacoteca del Comune. Altra problematica molto importante è la situazione idrogeologica nel sottosuolo della piazza. Ho un documento fornitomi dalla Dott.ssa Gianna Calcagno, si tratta di una relazione effettuata da un ingegnere che nel 1996 partecipò alla redazione del piano regionale delle attività estrattive commissionato dalla Regione Piemonte al Politecnico di Torino. Trascrivo la parte utile: “… Mi risulta che sotto piazza Garibaldi la falda si trovi a circa 5 metri dalla superficie, e i terreni siano costituiti da ghiaia e sabbia. Considerato che il progetto del parcheggio prevede di scendere ben al di sotto del livello di falda, mi chiedo se siano stati debitamente considerate difficoltà e costi previsti per l’impermeabilizzazione di un perimetro così vasto. Purtroppo abbiamo già avuto diversi esempi in città in cui gli effetti della falda superficiale sono stati colpevolmente sottovalutati …” Questa è la valutazione di un professionista in ambito, e non dimentichiamo che nel 1893, quando iniziò la realizzazione di Piazza Garibaldi, dovettero incanalare diversamente le acque del canale Carlo Alberto che lo attraversavano. Prima di piazzare ruspe e scavatrici su piazza Garibaldi meglio far periziare il sottosuolo da esperti.
Voto: 8