“Sono tornati i turisti, anche stranieri, nelle nostre strutture. Il dato più importante è la riscoperta delle vacanze in campagna da parte degli italiani, unica eredità positiva della pandemia. E’ indubbio che la crisi morda forte: le bollette sono quadruplicate e i costi di gestione sono saliti notevolmente, tant’è che alcuni agriturismi hanno preferito rimanere chiusi nel periodo invernale, ma chi è rimasto aperto sta lavorato bene. Era importante rimboccarsi le maniche, e noi lo abbiamo fatto”. Questo è il quadro di fine anno tracciato da Franco Priarone, presidente di Agriturist Alessandria.
La conferma arriva dai dati Ismea che mostrano non solo il ritorno massiccio degli stranieri, ma calcolano ben il 47% in più di italiani. L’agriturismo si colloca tra i comparti del settore turistico con la maggiore crescita: dal 2,9% al 4% per numero di ospiti e dal 3,2% al 4,4% per pernottamenti.
Anche i dati provvisori elaborati dall’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte forniscono indicazioni positive: la ripresa del turismo iniziata ad aprile, ha trovato conferma nei mesi estivi ed autunnali: nel periodo aprile-ottobre 2022 si registra un incremento del 43% di arrivi e del 45% di presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e movimenti turistici nettamente superiori anche in confronto al 2019: +4,7% di arrivi e +7,5% di presenze. I volumi della stagione sono stati trainati dal turismo estero, +84% di arrivi e +78% di pernottamenti.
A parere di Agriturist Alessandria è aumentata la voglia di essere coinvolti nelle esperienze agricole, così come il desiderio di staccare la spina per rilassarsi in campagna a contatto con la natura. Tira l’offerta enogastronomica, caratterizzata da una straordinaria varietà di ricette locali, abbinata alla possibilità di soggiornare in struttura. Significativa, in estate, la crescita della presenza di coppie e famiglie che hanno scelto l’agriturismo anche in base alla posizione della struttura e all’offerta delle esperienze: passeggiate, trekking, equitazione, bike.
“È urgente lavorare per frenare i costi. Gli ospiti fanno attenzione al portafoglio, concentrando le presenze nel week end. Noi facciamo quel che si può per contenere i prezzi, ma le misure in atto non sono riuscite a fermare l’escalation delle materie prime e dell’energia. La carenza di manodopera potrebbe pregiudicare i servizi di ristorazione e valorizzazione delle tipicità del territorio, mettendo a rischio la tenuta del sistema. Dietro ogni agriturismo c’è un’impresa e l’agricoltura – spiega Priarone – ha già pagato un prezzo molto salato per gli effetti dell’andamento climatico, del conflitto russo – ucraino, dei rincari”.
“Molte strutture riapriranno a primavera. Buoni i risultati per chi ha lavorato – afferma il presidente Agriturist – ma non bastano due settimane a far quadrare i conti. Ora occorre sostenere il comparto con provvedimenti mirati al contenimento dei costi ma anche investire per valorizzare le potenzialità dell’agriturismo, all’interno di un piano di rilancio complessivo del turismo italiano”.