Solvay Italia, in una nota inviata ai media, afferma che “Un ulteriore importante passo avanti è stato compiuto nella bonifica della contaminazione storica da Cromo Esavalente nei terreni dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo”.
“Infatti – continua la nota – dopo aver già completato gli interventi nelle aree ex bicromati e 2A (oltre alla Messa in Sicurezza delle discariche C1 e C2), e avviato quelli nelle aree PFR e 2B, grazie all’applicazione della tecnologia di “ISCR” (In-Situ Chemical Reduction), l’intervento di bonifica approvato dagli Enti nell’area ex-Sclopis è stato completato con esito positivo.
L‘intervento si inserisce nelle attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di Spinetta Marengo che Solvay ha avviato dal 2011 e sta eseguendo senza sosta secondo il progetto di Messa in Sicurezza Operativa e Bonifica approvato dagli Enti, per il quale Solvay ha già speso 36 milioni di euro e approvato altri 29 milioni per i prossimi anni.
Nell’area exSclopis sono stati efficacemente trattati 1.790 metri cubi di terreno, su una superficie pari a quasi 2 campi da tennis. Solo per questo intervento, circa 30 persone hanno unito forze e conoscenze per raggiungere l’obiettivo, impiegando complessivamente oltre 3.800 ore di lavoro.
Un risultato che conferma la bontà delle tecnologie scelte da Solvay per fare fronte alle problematiche ambientali ereditate da più di un secolo di storia industriale e risalenti a decenni prima che il Gruppo acquisisse lo stabilimento.
Il Cromo, infatti non è utilizzato nelle produzioni dello stabilimento sin dagli anni ’60, la sua contaminazione risale ai primi anni ’40 del secolo scorso durante la gestione della precedente proprietà. Solvay ha già realizzato interventi di risanamento per quasi il 60% delle aree storicamente interessate dalla presenza di questa sostanza.
La tecnologia di bonifica ISCR è stata studiata e sviluppata in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale di Alessandria, validata da ARPA, e permette la bonifica del Cromo Esavalente attraverso iniezioni nel terreno di una particolare sostanza, il ditionito di sodio. La bonifica, eseguita secondo questa tecnica, permette di bonificare l’area evitando di rimuovere il terreno e trasferire l’inquinamento altrove (ad esempio verso discarica), ed inoltre consente di non dover sfruttare nuove risorse naturali per reperire il terreno pulito necessario al riempimento dello scavo. Una scelta che è pienamente in linea con lo spirito del Testo Unico Ambientale.
Il risultato ottenuto grazie a questa tecnologia si unisce agli altri importanti risultati, condivisi dagli Enti, ottenuti in altre aree dello stabilimento. L’impegno di Solvay non si ferma e procede celermente guardando al futuro e gettando le basi per i prossimi interventi.
Attualmente, infatti, è già in fase avanzata di studio il progetto che coinvolge un’altra area dello stabilimento e, entro l’anno, verrà altresì avviato un Piano di Indagini Integrative volto alla progettazione di una ulteriore area da bonificare.
Solvay si impegna ogni giorno per ridisegnare il futuro del polo chimico di Spinetta Marengo attraverso la bonifica, il monitoraggio costante e la ricerca di soluzioni all’insegna dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità.