“Per il nuovo ospedale di Alessandria state attenti all’acqua”. Parola di Cirio. Intanto Icardi annuncia uno studio preparatorio per metà maggio [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Le dichiarazioni nel giorno dell’inaugurazione della nuova Terapia intensiva neonatale al settimo piano del ‘Civile’

L’inaugurazione della nuova Terapia intensiva neonatale al settimo piano del ‘Civile’ di Alessandria, che sarà operativa tra circa un mese, è stata l’occasione per la Regione Piemonte di fare qualche annuncio in più rispetto al percorso verso la realizzazione del nuovo ospedale. Alberto Cirio, presidente della giunta regionale, e Luigi Icardi, assessore alla Sanità, hanno parlato della «centralità di Alessandria» che passa per la logistica (Cirio ha ricordato i recenti Stati generali) e la salute. Icardi ha assicurato che entro metà maggio, «forse il 18», verrà presentato ad Alessandria lo studio che raccoglie «le prime analisi, numeri, valutazioni dei fabbisogni», in vista del successivo «incarico ai progettisti per la realizzazione dell’involucro. Perché noi – ha aggiunto – abbiamo ribaltato la logica tradizionale: partiamo dal contenuto per arrivare al contenitore, e non il contrario». L’intervento si è concluso con un altro annuncio: «Tra breve partirà la progettazione esecutiva della ristrutturazione del secondo e terzo lotto dei lavori al ‘Cesare Arrigo’ (il primo è quello relativo al nuovo blocco operatorio, ndr)».

‘Progettare in modo attento’

A Cirio il compito di tracciare il classico quadro generale degli interventi sulla sanità regionale. Ribadisce che Alessandria «è centrale» e che «i soldi per il nuovo ospedale ci sono: trecento milioni». La cifra non è però quella che metterà la Regione bensì i fondi predisposti dall’Inail e che potranno essere erogati solo dopo la presentazione, e successiva valutazione, del progetto definitivo. Quindi Cirio aggiunge un monito: «Attenzione a dove si costruisce. Ad Alba, Nizza, nel Biellese e anche a Torino abbiamo avuto a che fare con i problemi di edifici costruiti dove c’era molta acqua nel sottosuolo. Attenzione alla scelta». Ad Alessandria rispetto alla zona c’è una indicazione (la decisione definitiva appare ancora lontana) che arriva dalla giunta comunale a guida centrodestra: l’area dell’attuale aeroporto, che a giudizio di parecchie persone è soggetto a rischio esondazione.

‘Assistenza a tutto il Quadrante’

Poi, nel salone dell’ospedale, di fronte a una nutrita platea di medici, infermieri, operatori, tecnici, associazioni di volontariato, e alle prime file occupate da una ampia rappresentanza di amministratori e di politici di nuovo e vecchio, se non storico, corso (siamo pur sempre in tempi elettorali) è toccato a Valter Alpe, direttore generale dell’azienda ospedaliera, illustrare l’intervento edilizio e le caratteristiche della Tin (nella foto, il corridoio centrale) che si sviluppa su 450 metri quadrati più altri 150 dedicati ai servizi ed è stata realizzata con fondi aziendali e un investimento complessivo di un milione di euro. Le attività svolte vanno dall’assistenza ventilatoria invasiva e non invasiva al monitoraggio ecografico dell’encefalo e cardiaco e più in generale di tutti i parametri vitali dei bimbi ricoverati, fino alla riabilitazione e il monitoraggio fisiatrico respiratorio, neurofunzionale e muscoloscheletrico nei pazienti più critici.

«Noi forniamo assistenza a circa 160 bambini all’anno – spiega Federico Schena, direttore della Terapia Intensiva Neonatale – provenienti da Alessandria, ma anche dalle aree di Novi Ligure, Casale Monferrato e Asti. Attualmente i bimbi prematuri possono nascere già alla ventiquattresima settimana, pesando quindi meno di un chilo».

Trasferendo la Tin dall’Infantile al settimo piano del ‘Civile’ le mamme ricoverate in Ginecologia potranno vedere subito i neonati, senza necessità di spostarsi da una palazzina all’altra, e i genitori potranno stare con loro in completa riservatezza grazie alla nuova disposizione delle incubatrici all’interno di singoli box a cui è associato un colore.

E Davide Dealberti, direttore di Ostetricia e Ginecologia, aggiunge: «L’avvicinamento della Tin al reparto per noi è un grande traguardo perché permetterà di evitare il distacco dell’unità mamma-bambino».

Non manca una stanza di isolamento dove eseguire piccoli interventi sui neonati troppo instabili per essere portati in sala operatoria.