Rifondazione Comunista su Solvay: “O risoluzione problemi ambientali o chiusura dello stabilimento di Spinetta”

Si è svolta giovedì presso il Comune di Alessandria la commissione consiliare sicurezza e ambiente congiunta con politiche sociali e sanitarie, dal titolo “Analisi ambientale alla luce dell’insediamento Solvay”. Un’ulteriore passerella politica. La questione dello stabilimento Solvay, e del relativo inquinamento, è un problema sul tavolo da anni, a cui la politica Alessandrina non ha saputo, voluto, dare soluzioni.

L’ARPA ha indagato la presenza di composti organo-clorurati in cinque abitazioni di Spinetta Marengo, confermando la presenza di alcuni elementi tossici e alcuni cancerogeni. L’inquinamento, sarà anche di tipo storico come sostiene l’azienda, ma continua. l’Ambiente e il Lavoro entrano in contrasto per l’avidità di aziende che mirano solo ad aumentare i loro profitti.

Chiediamo, alla Solvay: Che utilizzi tutta la propria competenza tecnica, che è una eccellenza a livello mondiale, per produrre senza inquinare, negli Stati Uniti il Tecnoflon si produce senza far uso di surfattanti a base di PFAS, invece a Spinetta Marengo si è ampliata la produzione di Tecnoflon continuando ad utilizzare i PFAS.

Che smetta di usare gli omissis, non permettendo ai cittadini neppure di sapere le sostanze che utilizza e quelle che produce.
Che smetta di produrre sostanze senza esserne neppure autorizzata, come risulta essere avvenuto per anni con il cC6O4.

Che intervenga radicalmente sui propri impianti colabrodo che dopo vent’anni di gestione Solvay continuano a lasciar percolare nel sottosuolo e nelle relative falde acquifere gli inquinanti, che nel caso del C6O4, che risulta presente nel sottosuolo e nelle falde dentro e anche fuori dal sito Solvay, sono di evidente sua esclusiva e recente produzione e utilizzo.

Che modifichi la qualità, o la quantità, o le modalità produttive del proprio stabilimento in modo da evitare che i rischi in caso di incidente rilevante coinvolgessero l’abitato di Spinetta.

Agli Enti di Controllo: Che garantiscano la trasparenza e non assecondino, invece, acriticamente le richieste di segretezza che vengono da Solvay.
Che pubblichino le informazioni in loro possesso, con tempestività e senza omissioni.
Che in fase autorizzativa e di revisione delle autorizzazioni impongano limiti stretti agli inquinanti. Per i PFAS impongano come limite lo zero tecnico, cioè la minima quantità tecnicamente rilevabile, in aria, nel canale di scarico che porta al Bormida, e nei fanghi che vanno poi ad inquinare chissà dove.

Al Comune di Alessandria: Invece di chiedere a Solvay di finanziare il nuovo ponte sul Bormida, chieda di finanziare le analisi dei PFAS nel sangue dei residenti, e di finanziare il completamento della indagine epidemiologia iniziata qualche anno fa e poi inspiegabilmente mai completata.

Mettesse pubblicamente a disposizione dei propri cittadini tutte le informazioni che riceve dalla Solvay e dagli enti di controllo, sul funzionamento dello stabilimento di Spinetta.

Siamo convinti che, o si trova una soluzione ai problemi ambientali e di salute, o resta soltanto la chiusura della Solvay.

Giovanni Cirri – Segretario provinciale Rifondazione Comunista