Il “miracolo” delle lampade o una più realistica suggestione? [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

Immaginatevi un soldato che, nella seconda metà del ‘600, intenzionato a commettere un atto sacrilego, si accinge a depredare la Chiesa di Loreto di quanto era custodito all’interno della stessa. Non abbiamo la data precisa, ma ci troviamo in un’epoca in cui, Francia e Spagna spadroneggiano sul nostro territorio a causa della loro supremazia all’interno del nostro Paese. Il nostro racconto è posto in un’epoca che vede la Spagna difendere i suoi possedimenti in territorio italiano, ma purtroppo per noi italiani, pretesi anche dalla Francia.

Strano concetto quello che vede un Paese (la Francia) nel tentativo di assoggettarne un altro (la Spagna) all’interno di un Paese terzo (l’Italia)! Ma è proprio quanto accadde con la dominazione spagnola nel nostro Paese ufficialmente nel 1559 con la pace di Chateau-Cambresis attraverso la quale fu dichiarata la fine delle guerre tra Spagna e Francia. Da qui seguì la spartizione della sovranità sui territori della penisola italiana.

Alla Spagna fu riconosciuto il dominio sul Ducato di Napoli, sulle isole Sicilia e Sardegna e sul Ducato di Milano. Inoltre gli Spagnoli riuscirono ad ottenere il controllo – sia pure indirettamente – sulla Toscana e su Genova. Restavano sostanzialmente indipendenti lo Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia, quest’ultima impegnata a fronteggiare la minaccia di invasione da parte dei Turchi.

Beh! Tutta la storia del nostro Paese è il frutto di guerre intestine combattute sulle spalle degli unici che ne avrebbero dovuto avere la legittima autorità, ossia, gli italiani stessi. Invece, soltanto dopo lunghi anni di dominio straniero, grazie all’Unità d’Italia prima e, successivamente, con la nascita della Repubblica italiana, finalmente, il primo gennaio del 1948 il nostro Paese si dotò di una nuova Costituzione, la nostra attuale Costituzione! Ma, tornando al nostro racconto riguardo il miracolo delle lampade, interrotto dall’improvvisa accensione di queste ultime, possiamo soltanto immaginare la sorpresa del ladro-soldato quando le lampade si accesero (?) spontaneamente all’interno della Chiesa di Loreto.


Il fatto fu talmente straordinario che la voce si amplificò anche all’interno della nostra città, la quale, si trovava si assediata dai francesi ma di fatto era sotto occupazione spagnola. Con ogni probabilità tutto quanto è da ricondurre, come sostiene anche il nostro Piero Angiolini in epoca più recente, non ad un fatto prodigioso, ma con ogni probabilità, altro non fu che un raggio di sole filtrato dal vetro di una finestra che andando ad illuminare la corona d’oro sul capo della Madonna Nera, successivamente nota come Madonna di Loreto, ne accentuò la luminosità al punto da suggestionare il ladro-soldato che stava per appropriarsene. Evidentemente bastò questo per condizionare il ladro mancato e accendere, questa sì, la fantasia popolare!

La vergine Lauretana fu protagonista di un tragico evento nel corso del XX secolo. Nel 1921 un disastroso incendio incenerì la scultura. Immediatamente ne fu scolpita una nuova, simile alla precedente, che raffigura in modo analogo il volto scuro di Maria Vergine. Il nuovo modello, scolpito nel 1922, è stato prodotto con legno di Cedro del Libano, che presenta una tinteggiatura più uniforme e accentuatamente nera, più di quanto si era abituati a vedere.

Le prime notizie documentate circa la Madonna di Loreto risalgono al 1440. Si tratta di alcuni opuscoli in forma di preghiere, prodotti da Santa Caterina de’ Vigri. Chi raccolse tali opuscoli nel 1468 (o 1469) è Giacomo Ricci, autore dell’importante scritto Virginis Matiae Loreate Histori. Grazie a questi scritti, conosciamo la storia della Vergine Lauretana. Secondo la tradizione, alcuni angeli trasportarono (?) prodigiosamente la dimora della Vergine Maria fino alla città di Loreto, nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1294. E’ in questo luogo che sorse il Santuario lauretano.

Foto:

Madonna Nera, successivamente nota come Madonna di Loreto.
Località Osterietta, in epoca recente viene realizzata la cappella votiva di una Madonna Bianca.
Località Mulino, dove accadde il miracolo (?) Madonna della Salute detta poi di Loreto.

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Il miracolo delle lampade

E’ un episodio a carattere popolare, della seconda metà del 600, nell’epoca lontana delle grandi guerre tra Francia e Spagna per il predominio in Europa. Ancora una volta i campi del Piemonte saranno allora teatro di battaglia e la nostra povera Alessandria, soggetta alla dominazione spagnola, dovrà subire, anno 1657, un duro assedio che riuscì vittorioso grazie al valore degli alessandrini, uomini e donne.

In quel tempo la Città aveva sul Tanaro, una Porta di uscita sulla strada di Valenza, detta delle Vigne; appena fuori Porta, vi erano due Chiese, una del S.S. Crocefisso, comunemente detta il Cristo, (Osterietta di oggi), l’altra della Madonna della Salute, detta poi di Loreto (Mulino attuale). Nei primi movimenti di avvicinamento delle truppe gallo-subalpine, al comando del Duca di Modena, le due Chiese, malamente custodite da pochi spagnoli, vennero prese d’assalto e, subito occupate, trasformate in ospedali per soldati.

Il cosiddetto miracolo delle lampade riguarda appunto l’occupazione della Chiesa di Loreto; il fatto è così raccontato da un nostro cronista del 600, Giuliano Porta. “Nel cinger la Piazza, impadronitisi della Lauretana Chiesa de’ Padri Gesuiti, con la prigionia de trentacinque soldati e di un sergente, s’accostarono (gli assalitori) alla Sant’Immagine per toglierle le sacre vesti ed i ricchi ornamenti; e perciò dalla nicchia trarla volendo, sei lampade estinte, miracolosamente s’accesero a l’improvviso. Tremando al sgombrarsi delle ombre, i francesi sbigottiti, restarono insensati”.

Altri cronisti, nel ripetere il racconto, aggiungono che i soldati fuggirono gridando al miracolo e che in tutto il campo nemico si parlò dell’eccezionale avvenimento, sicchè il Principe Conti concesse ai detti Padri Gesuiti libertà di trasferire la miracolosa Madonna entro le mura della Città assediata, il che avvenne col ricovero del Simulacro nella Chiesa di San Girolamo (ora Seminario) tra l’applauso e la devota concorrenza degli alessandrini che porgevano per il corrente bisogno dell’assedio, continue ed efficaci suppliche.

Sin qui le cronache del tempo; a nessuno venne in mente che durante l’atto sacrilego dei soldati francesi, saliti in alto sino al Simulacro della Nera Madonna, per depredarla dei preziosi, all’improvviso un raggio di sole, uscito dalle nubi (e qui forse sta il soprannaturale) sia filtrato ad un tratto dai vetri di una finestra per illuminare proprio il Capo della Madonna mettendo così in luce la splendente Corona d’oro che stava per essere rubata. La fantasia e la superstizione dei soldati e la devozione del popolo per la Lauretana Madonna, fecero poi il resto e il Miracolo delle Lampade passò alla storia.

Angiolini 18-12-1954