Da Napoleone a via Poligonia o Polygon, da Piazza Garibaldi alla Nuova piazza d’Armi [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Come raccontava il nostro Piero Angiolini, Alessandria ha avuto due importanti Piazze d’Armi, anche se, a ben vedere, sono state tre. Infatti, la prima fu quella realizzata da Napoleone abbattendo il Duomo che allora occupava la più recente piazza della Libertà (1) un tempo Piazza Vittorio Emanuele (2). Infatti, quella che un tempo era la piazza della Cattedrale di Alessandria, quando arrivò Napoleone, impose la sua demolizione per consentire le esercitazioni militari del suo esercito, questo in attesa che si liberasse l’area fino ad allora occupata dalla Cittadella Spagnola (3) in fondo a via Dante, ora Piazza Matteotti (4).

Insomma, con l’arrivo di Napoleone ci fu una vera e propria “Rivoluzione”. Si salvò soltanto l’area su cui sorgeva l’Arco di Trionfo, situato sul fondo di via Dante, mentre la vecchia Cittadella Spagnola fu completamente rasa al suolo e successivamente nota come “Piazza d’Armi Vecchia”(4), tant’è che su alcune delle vecchie carte, è rappresentata come una vasta area circondata da alberi con accesso dall’Arco di Trionfo.

Quello stesso spazio, diciamo fin dal 1687, nelle antiche carte era indicato come una fortezza (alcune carte lo indicano come “castello”) all’interno delle mura della città vera e propria (da non confondere con la Cittadella oltre Tanaro). Infatti, sfogliando un volume di Pierluigi Portinaro e Anna Bianchi dal titolo “Alessandria nelle antiche stampe”, si evidenzia che l’antica città di Alessandria, ospitò al suo interno una vera e propria cittadella fortificata. Una cittadella di cui però la storia, nel tempo, è stata piuttosto avara di notizie.

Un’altra piazza d’Armi, questa volta definita “Nuova” (5) è rappresentata dall’Area situata tra il Campo Santo (Cimitero Urbano) e il Rione Orti, ossia l’antico Poligono di tiro voluto da Napoleone, di quell’epoca rimane soltanto il nome dato ad una strada del vecchio rione Orti, ovvero, la via Poligonia, nome derivato dall’antico Poligono di tiro francese ossia Polygon. Ebbene in quell’Area, tutt’ora nota come Piazza d’Armi, attualmente troviamo, oltre al campo destinato all’Aeroclub, una vasta area destinata a scopi vari, vedi saltuari Circhi Equestri così come, in determinate occasioni, i cosiddetti “Baracconi”, dove è possibile la realizzazione di un vero e proprio Luna Park. Prima ancora, più o meno fino agli anni 70, questi erano collocati in Piazza Savona, oggi Piazza Garibaldi.

Allorquando nel 1854 agli Orti fu aperta la nuova Piazza d’Armi, il popolo non abbandonò la sua piazza, a quel punto definita “Vecchia”. Infatti fu lì che, terminata la seconda guerra mondiale, sorsero i giardini di Piazza Genova, ora piazza Matteotti. Non passarono molti anni e sull’area della vecchia Cittadella Spagnola fortificata sorsero tutti i palazzi che dall’Arco di Napoleone arrivano a Spalto Gamondio.

 

1- Piazza della Libertà dopo la demolizione della vecchia Cattedrale

2 – Originariamente piazza Vittorio Emanuele

3 – Cartina della Vecchia Cittadella Spagnola

4 – Piazza d’Armi Vecchia ovvero Piazza Genova ora Piazza Matteotti.

5 – Piazza d’Armi Nuova ossia l’area occupata dall’attuale aeroporto.

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Napoleone, il campo di tiro francese o Polygon, ed ora via Poligonia

Durante Napoleone, Porta Ravanale ebbe particolare importanza per il movimento delle truppe francesi dirette al vasto campo di tiro per artiglieria; del titolo di allora “Polygon” rimane tuttora ricordo di una strada degli Orti detta della “Poligogna” (ora via Poligonia). Altro ricordo del tempo seguente la cosidetta “Piazza d’Armi Nuova” ufficialmente inaugurata, presenti V.E.II. Cavour e Lamarmora, il 14 aprile 1855 in occasione del saluto al Corpo di Spedizione di Crimea. Dopo la benedizione dei Vessilli, data dal Vicario Vescovile Ansaldi, il Generale Durando così disse: “Soldati, eccovi le vostre Bandiere; sempre vi ricordino la Patria lontana e otto secoli nobili di tradizioni”.

E’ noto che da allora e sino al 1908, Alessandria, Città militare per eccellenza, ebbe due Piazze d’Armi; la “Vecchia” al fondo di via Dante, vastissimo quadrato il cui ingresso era segnato dal cosiddetto Arco di Marengo; la “Nuova” fuori Porta Ravanale, già Poligono francese. Quest’ultima era considerata fuori mano ed i nostri anziani certo ricordano ancora il lungo viale che da via Mazzini giungeva sul fianco maggiore della Piazza, sino alla Cascina Campanella, estremo limite degli Orti.

Di qui il viale continuava ancora sul lato minore della Piazza con bellissimo effetto; scoperto invece rimaneva il lato di fondo dove è sorto poi il Camposanto; il quarto lato pure ben alberato era ed è tuttora segnato, dalla strada che porta al Campo stesso. Un complesso veramente grandioso di alberi ultra centenari purtroppo distrutto nell’ultima guerra, unitamente al Campo sportivo militare che si era costituito sul fondo della Piazza. Sul finire dell’ottocento la lunga strada degli Orti venne segnata dalle rotaie del tram elettrico che giungeva sino al cosiddetto “Campo Contumaciale” costruito dai prigionieri austriaci della grande guerra.

Questo Campo, oggi rimodernato è divenuto, richiamo al “Polygon” napoleonico, sezione della Direzione d’Artiglieria. Oramai col viale è scomparso anche il “tulon” popolare denominazione del traballante tramvai, sostituito dal veloce autobus che prolunga la corsa oltre Tanaro sino al Sanatorio Borsalino; e da qualche anno è risorto anche l’antico Viale, giustamente collocato al centro della strada che rimane così divisa nei due sensi di direzione. Borgo Orti pur conservando ancora con taluni pozzi dalla lunga asta a bilanciere, molto del vecchio aspetto, è nuovo Rione cittadino importante e in continuo sviluppo; giustamente il Comune pensa di collocare in questa parte della città il nuovo Mercato Orto frutticolo che si richiama ai tempi passati.

Orti risale ancora al tempo della fondazione di Alessandria per la necessità in allora di rifornimenti in caso di assedio; era dapprima situato sotto i bastioni di S.M. di Castello e da questa Chiesa dipendeva religiosamente. Nel 1602 il Vescovo Odescalchi concedeva Chiesa propria, dedicata a S. Maria della Sanità; era situata dove ora vediamo il Gasometro, presso il Tanaro. Per le frequenti inondazioni sofferse molti danni; gravissimi quelli del 1750 che indussero il trasporto altrove, iniziato nel 1779; due anni appresso anche l’intero borgo veniva distrutto per dare posto a nuove fortificazioni. Gli Orti si spostano così nel luogo attuale e la Chiesa fu disposta dapprima presso un parrocchiano, Francesco Pistoia; nel 1818 si provvide alla Chiesa attuale consacrata ancora col vecchio titolo dell’anno seguente. Intorno risorsero i vecchi orti con le nuove case, protette da un lungo argine sul Tanaro.

Piero Angiolini – 1958