Il falso positivo [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

 

Si conclude un anno, il 2021, che doveva segnare la ripartenza e va ad alzarsi il sipario su un 2022 che si preannuncia come un nuovo Calvario.

 

Breve cronologia

A gennaio scorso trovavamo un Governo – che tra l’altro aveva portato a casa Recovery Fund e vaccini – in balìa di un’originale figura mitologica, per metà toscana per metà araba, che grugniva versi risuonanti più o meno così: “mes…mes…”; oltre a scorrazzare in lungo e in largo nei cortili di tv e quotidiani, chiedeva la delega relativa ai Servizi Segreti (uno 007 a dire il vero alquanto bislacco).

All’alba di San Valentino tutti i giornalisti innamorati d’Italia si risvegliavano esauditi: finalmente amoreggeranno con il Mario Nazionale.

L’Uomo che Aveva le Occhiaie prima di Cominciare a Lavorare ascende al trono di Presidente del Consiglio tra folle festanti e sventolanti vessilli con l’acronimo PNRR (Plenipotentiarium Nomine Respublicae Rentii), sostituito al desueto SPQR.

Il 1° marzo Francesco Paolo Figliuolo, Generale delle Forze Armate, viene nominato Commissario Straordinario per l’emergenza Covid e trasforma gli hub vaccinali in hub vaccinali vaneggiando cifre e accenti che subiranno modificazioni e adattamenti nel tempo.

Ad aprile il Presidente del Consiglio nella sua prima conferenza stampa, assediato da giornalisti che inciampano sulle montagne di bava autoprodotta, espone i tre pilastri che rilanceranno il Paese: road map delle riaperture, sostegno all’economia e rilancio degli investimenti. La parola d’ordine è rischio ragionato che di per sé costituisce ossimoro: il rischio prevede l’incoscienza, la ragione la nega.

A maggio viene pubblicato il decreto riaperture bis che da lì a fine luglio scandisce una lenta decolorazione del Paese, con gradazioni a scalare dal rosso al bianco.

A giugno viene concepito il green pass che vedrà la luce il 1° luglio, quindici giorni di gestazione a fronte dei duecentottanta di una comune puerpera; il vagito sarà salutato da tutta l’Unione Europea.

Il 23 luglio (mentre con mia moglie festeggiavo il 27° anniversario di matrimonio) il Governo proroga lo stato di emergenza fino al 31 dicembre. A cena, tra una tenerezza e un bicchiere di vino, parliamo romanticamente di come dovremo gestire il green pass.

Ad agosto fa caldo. L’Uomo che Aveva le Occhiaie prima Cominciare a Lavorare decide di elargire il bonus terme senza limiti di Isee e per tutti coloro che – come lui – non sopportano l’umidità.

A settembre riaprono le scuole, si concretizza l’obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico, incominciano gli annunci relativi alle prime sospensioni per medici e infermieri no vax, si surriscalda il mondo del lavoro. I Sindacati risorgono dopo anni di quiescenza e assenteismo.

L’ultimo trimestre del 2021 è troppo recente e colmo di notizie. Una su tutte: The Economist, il prestigioso settimanale inglese di politica economica, incorona Draghi premier competente e rispettato; l’Italia è il “Paese dell’Anno”.

Tra Natale e Capodanno il Governo Italiano è messo in questa posizione: Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione, sta ancora cercando di capire chi e da quando dovrà utilizzare il super green pass; Gelmini (Affari Regionali) e Carfagna (Sud) curano la campagna presidenziale di Berlusconi; Lamorgese (Interno) setaccia le campagne italiane nella speranza di prevenire almeno un rave party; Giorgetti (MISE) tende un orecchio a Zaia e fa orecchie da mercante con Salvini; Cingolani (Transizione Ecologica) comunica che si dimetterà poiché il suo lavoro – dice – è finito, c’è chi si chiede quando sia iniziato; Bianchi (MIUR) ha smantellato le risorse messe in campo dalla Azzolina, risorse che lo scorso anno avevano garantito lo svolgimento in presenza nelle scuole dell’obbligo; Speranza (Salute) annuncia la proroga dello stato d’emergenza al marzo 2022 e appare come un pulcino uscito da un ovetto appena schiuso; Draghi si dichiara apertamente un nonno al servizio delle istituzioni, pronto dunque a balzare al Quirinale.

Con queste prerogative affrontiamo il nuovo anno, consci che il falso positivo può fare paura o quanto meno non rassicura.

Buon Anno Nuovo!