Antica Chiesa S. Maria dei Campi poi Istituto Magistrale, oggi liceo Saluzzo Plana [ Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Dell’antica chiesa benedettina di Santa Maria dei Campi non resta più nulla se non l’antico campanile che svetta al di sopra dei tetti dell’Istituto Magistrale “Diodata Roero Saluzzo”, pardòn, oggi Liceo “Saluzzo-Plana” di via Faà di Bruno. Con questa denominazione infatti si è sancita l’unione dei due Istituti anche se, attualmente, quel che si vorrebbe evidenziare è il percorso dell’ormai ex Regia Scuola Normale, attualmente sfociata negli attuali Saluzzo-Plana ad indirizzo ”Liceo Classico, Liceo Linguistico, Liceo delle Scienze Umane; Liceo Economico sociale; Liceo Musicale; Liceo coreutico”. Un percorso iniziato, dicevamo, molti, molti anni fa…

“Le origini della Regia Scuola Normale di Alessandria che la riforma del ministro Gentile mutò il nome in Istituto Magistrale – si legge in un ingiallito Annuario scolastico del Regio Istituto Magistrale di Alessandria del 1923/24 – risalgono ad una deliberazione presa dal Consiglio Divisionale della nostra città nella sessione del 1850 nella quale si assegnava al Municipio la ragguardevole somma (per l’epoca) di L. 20.000 per l’istituzione di un Collegio Convitto, necessario per l’istruzione delle fanciulle”.

Le principali difficoltà erano però costituite dalla difficoltà nella ricerca di un locale adatto per collocarvi il Collegio Convitto riconosciuto e “reiterate volte dichiarato di sommo interesse pubblico ed indispensabile”. Si pensò dapprima al convento dei Barnabiti, allora occupato da pochi frati, e fu interpellato il Ministero della P.I. perchè si adoperasse per la cessione dell’ampio palazzo al Comune che rifiutò. Siccome nel frattempo il Comune procedeva all’acquisto del Palazzo Ferraris in via Cavour, si pensò di collocare in parte di esso il Collegio Convitto femminile e, il 10 febbraio 1852, fu dichiarata aperta la Scuola Normale per le aspiranti all’ufficio di Maestra.

Invece il nuovo locale si dimostrò subito insufficiente e il 25 novembre dello stesso anno il Consiglio Direttivo della scuola rivolgeva preghiera al Consiglio Comunale perché fossero messe a sua disposizione altre sale dell’episcopio ma la cassa ecclesiastica si oppose e la scuola rimase in quella sede fino al 1867, nel quale anno l’amministrazione del fondo per il culto cedette al Comune l’ex convento delle Orsoline di via Faà di Bruno in cui fu trasferita e dove – eccettuati quattro anni durante la prima guerra mondiale – è sempre rimasta.

Nel frattempo il numero delle classi continuava a salire. Sino al 1887-88 incluso la scuola non comprendeva che tre classi normali e due preparatorie (1^ e “2^) con circa 250 iscrizioni e cioè con una media di 50 alunne per classe. Poi comincia la piaga delle classi aggiunte. Nel 1888-89 la prima preparatoria è divisa in due sezioni; nell’anno seguente si procede alla stessa ripartizione per la seconda; nel 1890-91 anche la prima normale è sdoppiata.

Tuttavia la scuola non aveva ancora denominazione alcuna ed a ciò provvide un Regio Decreto del 4 gennaio 1891, controfirmato dal Ministro P. Boselli che stabiliva di intitolarla al nome della poetessa Diodata Roero di Saluzzo. Nel 1891-92 le alunne inscritte sono 297 e 325 nell’anno successivo. Si rendeva perciò necessario un altro ampliamento dell’edificio scolastico e il 25 ottobre 1893, il Sindaco ricorreva al governo perché accordasse un sussidio per la ricostruzione della seconda parte del fabbricato ad uso Collegio- Convitto.

Per coprire la spesa preventivata in L. 125.000 si ricorse ad un prestito con la locale Cassa di Risparmio. I lavori furono sollecitamente condotti a termine e nell’ottobre 1894 il direttore disponeva già del nuovo edificio. Nel 1911 la scuola fu convertita in mista per facilitare a tutti i giovani che desiderano di dedicarsi al magistero elementare il conseguimento del relativo diploma nel capoluogo della provincia.

Tutto questo si verificava all’inizio del secolo scorso, ma ora in quell’edificio si devono affrontare problematiche completamente nuove, all’altezza dei compiti,che la nuova società si appresta ad affrontare…per cui, che dire se non Buona Fortuna!

 


Maria dei Campi

Nel vecchio elenco dei Monumenti della Provincia di Alessandria pubblicato nel 1911 dal Ministero dell’Istruzione, si trova segnato il Campanile dell’ex Convento e Chiesa delle Orsoline, l’edificio di via Faa di Bruno, oggi sede delle scuole Normali.

Si tratta di una Chiesa molto antica che un tempo mutò più volte e di nome e di dimensioni. Venne infatti trasferita nel nascente quartiere di Gamondio all’epoca della fondazione della città, col nome di S. Maria dei Campi che ripeteva da noi il titolo di una Chiesa di Castellazzo. Era un po’ fuori mano tanto da giustificare il suo titolo originale; poi col tempo vide sorgere intorno il popolare “Cantone della Cararola”, nome sempre caro ai suoi abitanti!

Parrocchia nel 1576 ebbe l’incarico anche dei Cascinali fuori Porta della zona dell’odierno Cristo, e l’incarico durò sino al 1807 anno in cui cessata di funzionare S. Maria si creò con la Confraternita del SS. Crocefisso di via Roma, la Chiesa di San Giovannino al servizio degli abitanti del Cristo che stava per sorgere.

S. Maria dei Campi fu dapprima officiata dai Padri Benedettini; nel 1454 fu data in “Commenda” ad un Padre Domenicano di nome Marco Cattaneo il quale divenuto Vescovo di Alessandria ottenne da Papa Callisto III l’aggregazione della sua Chiesa alla Mensa Vescovile che ancora non aveva fondi. Va detto in proposito che in quel tempo erano finalmente cessate le secolari lotte con la Diocesi di Acqui e che Alessandria doveva provvedere alla sua Curia che le aveva dato Papa Alessandro III dopo la vittoriosa resistenza al Barbarossa. L’assegnazione alla Mensa Vescovile trovò forte e lunga ma anche vana, opposizione da parte degli Agostiniani che vantavano i diritti originali della Chiesa quando ancora si trovava in Castellazzo!

Intorno al 1600, cresciuto di importanza il Cantone della Cararola, la Chiesa venne ampliata e abbellita e prese il titolo di S. Maria dell’Olmo; fu dotata di due piazzaletti, uno sul davanti (via Lodi) l’altro sul fianco tutt’ora esistente. Fatto importante nel 1566 aveva ospitato a fianco il primo nostro Seminario Vescovile, istituito dal Vescovo Gallarati; S.Maria fu quindi detta anche la Chiesa del Seminario e sino a quando i chierici non occuparono la sede di via Vochieri (anno 1668).

Nel 1700, distrutto S. Michele di Borgoglio, già degli Umiliati, il beneficio relativo fu trasferito in S. Maria dell’Olmo; nel frattempo quattro zitelle di Quargnento avevano fondata in Alessandria una casa dell’Ordine detto delle Orsoline che si occupava della istruzione dell’infanzia. Ottenute le case dell’ex Seminario, Stabilirono ivi il loro Convento che divenne assai popolare tanto che anche la Chiesa fu detta delle Orsoline!

La ventata napoleonica vuotò i Conventi e altresì ridusse le Chiese; non tutti gli Ordini religiosi ritrovarono in seguito le loro sedi; Chiesa e Convento delle Orsoline divennero nel 1867 proprietà Comunale che vi aprì diverse scuole, compreso più tardi un Convitto Femminile importante. Nella ricostruzione del 1888 fu eliminata la rientranza di via Lodi e l’edificio assunse nel complesso l’attuale aspetto. A ricordo rimane il caratteristico campanile, monumento nazionale…sinora indisturbato.

Piero Angiolini anno 1955