di Enrico Sozzetti
Per la storica azienda alessandrina si apre una stagione tutta da scoprire. Il ruolo e la visione di Marco Giovannini alla base di uno sviluppo che ha portato il gruppo a diventare il leader mondiale delle chiusure di sicurezza
Prima la vendita nel 1998 a un fondo di private equity, operazione antesignana di molte altre in Italia (alcune fortunate, altre meno), poi l’arrivo di un manager nato a Roma che si ‘innamora’ dell’azienda. Da allora e fino al 30 aprile 2021, al vertice di Guala Closures, leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici e di chiusure in alluminio per superalcolici, vini e bevande, c’è stato Marco Giovannini, classe 1956, che ha guidato la storica azienda alessandrina, nata da un’intuizione della famiglia Guala. Già al centro di tentativi di scalate societarie, questa volta Giovannini (che è stato anche presidente di Confindustria Alessandria) ha ceduto. E al termine dell’assemblea degli azionisti di fine aprile si è riunito il neo eletto Consiglio di amministrazione di Guala Closures che ha nominato Gabriele Del Torchio (70 anni) presidente e amministratore delegato, espressione, attraverso una controllata, della nuova maggioranza detenuta da Investindustrial di Andrea Bonomi. Giovannini resta in cda come unico consigliere di minoranza. Sulle future strategie aziendali, è ancora presto per capire come si muoveranno Del Torchio e il Cda. Andrea Bonomi, classe 1965, studi alla New York University, guida Investindustrial, gruppo finanziario fondato nel 1990, undici miliardi di euro di capitale raccolto, che è uno dei principali gruppi di investimento indipendenti europei focalizzati sull’assunzione di posizioni di controllo prevalentemente nelle medie imprese dell’Europa meridionale che sono leader nei loro settori.
Arriva Del Torchio
Gli otto eletti della lista di maggioranza sono Gabriele del Torchio, Marisa Brogi, Chiara Palmieri, Roberto Maestroni, Francisco Javier De Juan Uriarte, Raffaella Viscardi e Chiara Arisi. Giovannini è l’unico rappresentante della lista di minoranza presentata dall’azionista Gcl Holdings che ha ottenuto il 29,911 per cento dei voti in assemblea. Il 18 maggio partirà l’opa, offerta pubblica di acquisto, obbligatoria totalitaria, al prezzo unitario di 8,2 euro, di Investindustrial su Guala Closures.
Gabriele Del Torchio, nato a Caravate (provincia di Varese) il 5 febbraio 1951, è un manager con una lunga esperienza di successo nel panorama degli executive italiani. Laureato in Scienza economiche e bancarie all’Università Cattolica di Milano, è entrato nel settore delle macchine agricole e veicoli industriali dove ha sviluppato una ventennale carriera in posizioni di crescente responsabilità avendo la possibilità di assumere molto presto ruoli di general management. Fra le molte esperienze, quella in New Holland dal 1980, poi nel 1998 con Sopaf (operatore di private equity guidata da Jody Vender) diventa amministratore delegato di Cifa, società leader a livello mondiale, nell’area delle tecnologie di trattamento e distribuzione del calcestruzzo, dal 2003 al 2005 viene chiamato alla guida del Gruppo Carraro, dal 2007 al 2012 è stato il numero uno di Ducati, amministratore delegato di Alitalia, nel 2015 Andrea Bonomi gli ha proposto la presidenza di Snai per seguire il progetto di integrazione con Cogetech. È stato per cinque mesi amministratore delegato del gruppo Il Sole 24 Ore, incarico che ha lasciato denunciando le anomalie nella gestione all’epoca della direzione di Roberto Napoletano.
Innovazione costante
Innovazione tecnologica e digitalizzazione della produzione, efficientamento delle linee produttive, controllo e miglioramento qualità, meno sprechi e risparmio energetico e idrico. Questi i pilastri del disegno industriale di Guala Closures Group che ha implementato nello stabilimento di Spinetta Marengo (zona industriale D6, ndr), il quartiere generale del Gruppo, un sistema integrato di gestione industry 4.0 in grado di monitorare in tempo reale tutte le fasi di lavorazione di un prodotto: dall’utilizzo della materia prima alla spedizione della chiusura al cliente. ‘Iris’, questo è il nome del software interamente sviluppato in casa, darà «un ulteriore impulso all’intera filiera del sistema produttivo, con un processo che parte dallo stabilimento di Spinetta Marengo, in grado di interconnettere 150 macchinari, per poi essere adottato a Termoli, Magenta e agli altri 27 stabilimenti nel mondo» spiegano i vertici della società.
«Abbiamo implementato il sistema integrato di gestione nello stabilimento di Spinetta Marengo – precisa Federico Donato, direttore generale della Business Unit Italia – puntando sulle risorse interne e dedicando oltre ottanta ore di formazione a 150 dipendenti. L’implementazione del sistema consente di ottenere informazioni utili che si traducono in azioni di correzione concrete al fine di ottimizzare l’intero processo produttivo, ridurre gli scarti, aumentare l’Oee (Overall Equipment Effectiveness, efficienza generale di un impianto), delle linee e garantire un alto livello qualitativo dei prodotti. Nel 2021, saremo in grado di produrre oltre un miliardo di chiusure a Spinetta Marengo».
Leader mondiale. E nel futuro?
Il Gruppo Guala Closures conta oltre 4.850 dipendenti e opera in cinque continenti attraverso 30 stabilimenti produttivi e una commercializzazione dei prodotti in oltre cento paesi. Oggi il Gruppo vende oltre 17,3 miliardi di chiusure annue e il fatturato 2020 è stato di 572 milioni di euro. Riconosciuto come punto di riferimento a livello mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici, il gruppo è leader nella produzione di chiusure in alluminio per superalcolici, vini e bevande. Dall’agosto 2018, Guala Closures Spa è quotata al segmento Star di Borsa Italiana, entrando nel settembre 2019 all’interno dell’indice Ftse Italia Mid Cap.
Cambierà la strategia industriale con la nuova governance? Per ora non è possibile rispondere. Quello che è certo, invece, è che lo spazio che oggi occupa Guala Closures nel mercato mondiale è il risultato di una squadra internazionale di prim’ordine, di scelte manageriali frutto di un preciso disegno industriale in cui la passione e la visione del presidente e amministratore delegato Marco Giovannini hanno giocato un ruolo decisivo. Chiusure, ma non solo. Tecnologia, innovazione e sostenibilità hanno scandito ogni nuova iniziativa progettuale (a dicembre dello scorso anno è stato ha stretto un accordo con Oceanworks, il più grande marketplace globale per materiali sostenibili, per sviluppare una linea di chiusure prodotte utilizzando plastica oceanica). Acquisizioni e sinergie nazionali (come la partnership con Vigneti Massa, storico viticoltore delle colline tortonesi, per il lancio in Europa delle prime bottiglie con chiusure connesse dotate della tecnologia Nestgate Nf) e internazionali hanno caratterizzato gli ultimi anni, insieme a una crescente attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, come le molte misure adottate per ridurre l’impatto ambientale, fra cui l’installazione di un nuovo impianto di trigenerazione e lo sviluppo di chiusure realizzate con un minor contenuto di plastica. L’obiettivo dichiarato nel 2020 era quello di arrivare all’utilizzo del 35 per cento di materiale riciclato entro il 2025, con l’obiettivo parallelo di «offrire la più vasta selezione di chiusure sostenibili all’avanguardia per vino, liquori, acqua, bevande e olio d’oliva con l’unica gamma di chiusure dedicate di questo tipo per tutti questi mercati. Le chiusure sono fabbricate con materiali diversi e subiranno un processo di sviluppo continuo che andrà a soddisfare le future esigenze dei mercati».
Una cosa è certa, nella storia di Investindustrial. Tranne qualche raro caso in cui il risultato non è stato quello atteso (in particolare nel mondo bancario e della finanza), tutte le operazioni industriali di Bonomi sono state contraddistinte da importanti successi. L’obiettivo è fare rendere al massimo l’investimento, per poi rivendere. Forse, per Guala Closures, conterà non tanto la nuova gestione, quanto la futura vendita. Problema che, comunque, per adesso fortunatamente non si pone.