Il campus di Alessandria? Bene. Però le certezze per ora sono poche [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

L’Università del Piemonte Orientale e il Comune hanno presentato l’ipotesi progettuale. Mancano ancora le approvazioni ministeriali, l’acquisto del terreno, la probabile variante urbanistica e le risorse. E l’Ateneo ha ancora altre idee per la zona residenziale

Presentata ufficialmente l’ipotesi progettuale per il nuovo campus universitario di Alessandria che potrebbe cambiare il volto del quartiere Orti, dove dovrebbe sorgere. L’area, che si affaccia su viale Michel, è quella dell’ex mercato ortofrutticolo di proprietà della società Fratelli Derizio Srl. L’idea c’è tutta, la volontà dell’Università del Piemonte Orientale e del Comune di Alessandria, anche. Ma le certezze, per adesso, finisco qui. La presentazione ufficiale da parte di Palazzo Rosso e Upo ha confermato cose già note, però anche il fatto che non si sia ancora andati molto oltre.

L’amministrazione comunale, con il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e il vicesindaco, Davide Buzzi Langhi, parlano di un intervento “molto grande e molto importante, non a caso inserito nel progetto di ‘Coesione territoriale’ proprio per ribadire come questo sia un passaggio che rientra nella strategia più generale di una Alessandria che vuole diventare una vera e propria città universitaria”. Questa unità di intenti, fra amministrazione e Ateneo è ribadita anche “dall’inserimento nel Documento unico di programmazione di un tavolo di confronto e relazione tra Upo e Comune di Alessandria”.

Giancarlo Avanzi, Rettore dell’Upo, ribadisce che lavora per “migliorare la presenza dell’Ateneo ad Alessandria”. E dice che ha “girato la città per mesi in modo anonimo per trovare spazi adeguati”. Sull’operazione al quartiere Orti, quindi, precisa che “l’acquisto è ancora sub iudice del Demanio e del ministero da cui deve arrivare il definitivo via libera”. Si dichiara pienamente convinto che “l’area favorirà il ‘contagio delle idee’ e il rapporto sempre più stretto con la città”. L’Upo, conferma, ha “deliberato l’acquisto del terreno” e prevede che le attuali strutture presenti sull’area saranno “quasi totalmente demolite”.

Ma andando avanti crescono le contraddizioni e le zone d’ombra, alimentate anche dal comunicato stampa diffuso dal Comune.

Iniziamo da alcuni numeri. I dettagli, presentati in conferenza stampa, del “Campus universitario” di Alessandria, parlano di una “superficie da destinare a carattere universitario di 11.015 metri quadrati”. Sul fondo del lotto “sono previsti edifici per studentato (capienza circa 162 posti) disposti in volumetrie organizzate a forma di corte identificando un complesso da forma compatta e fortemente permeabile all’utenza”. Giovanni Roluti, architetto, che ha presentato l’idea progettuale, ha invece parlato di “15/16.000 metri quadri intervento”, mentre l’area “risulta già dotata dei collegamenti funzionali con la viabilità e con le opere di urbanizzazione esistenti e presenta una superficie di 21.222 metri quadrati”.

Mentre l’imponente macchina che dovrà gestire l’intera operazione sembra scaldare i motori, ecco che rispondendo a una domanda sulle risorse necessarie per realizzare il Campus, il Rettore dice che sta anche pensando a una ipotesi alternativa: “In un terreno privato vicino alla sede universitaria (a poche decine di metri c’è il Disit, Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica, ndr) stiamo anche valutando l’insediamento di una struttura residenziale con una progettualità specifica da mettere a punto con privati”. Quindi l’Upo sta lavorando per un Campus con all’interno “edifici per studentato da 162 posti circa”, ma anche a una struttura residenziale esterna?

L’investimento. Giancarlo Avanzi parla di “40-60 milioni a seconda della presenza o meno della residenzialità per gli studenti”. Se la residenza non viene fatta all’interno, le risorse necessarie saranno di una quarantina di milioni. “I fondi per l’acquisto del terreno li abbiamo, lo compreremo ‘cash’ grazie a un avanzo di Bilancio”. E il resto? “Il progetto inserito è nel progetto di ‘coesione territoriale’ insieme al Comune, ci vorranno comunque anni prima dell’approvazione da parte della Ue. Per questo stiamo anche valutando un partenariato pubblico – privato per la costruzione più veloce del Campus, ma per ora è una ipotesi”.

Urbanisticamente è tutto a posto? Alla domanda, risponde Buzzi Langhi con queste parole: “Se sarà necessaria una variazione dell’area (attualmente è a destinazione produttiva, commerciale e  servizi) per trasformarla in zona destinata  a servizi, i tempi saranno brevi”. Però il comunicato stampa del Comune contiene una dichiarazione del vicesindaco che recita così: “Dal punto di vista urbanistico, la scelta è stata strategica. Aggiungo che la nuova sede è divisa da quella esistente da via Bellini, ma in fase di progettazione ritengo che si potrà prevedere di eliminare la via per costruire un unico grande campus universitario: il tutto senza impattare negativamente sulla viabilità del quartiere”. Anche questa rientra in una semplice variazione?

Subito dopo, un altro passaggio: “Fondamentale sarà anche riuscire ad allocare il nuovo ospedale in un’area vicina, presumibilmente in zona aeroporto”. Peccato che spostare l’aeroporto e trasformare l’area in edificabile per costruire un ospedale sia una operazione dai tempi e dai costi per nulla attualmente stimabili.

E non è tutto. Sempre il testo diffuso da Palazzo Rosso contiene un’altra dichiarazione. “La costruzione di un campus universitario nella città di Alessandria – sottolinea Gian Carlo Avanzi –  è un obiettivo ambizioso, ma realizzabile. Abbiamo messo la prima pietra con l’accordo per l’acquisto del terreno dove sorgerà il nuovo edificio che ospiterà il Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze politiche, economiche e sociali e i corsi di studio di Medicina e delle professioni sanitarie. I docenti di questi ultimi contribuiranno, in un prossimo futuro, a formare il terzo dipartimento di area medica dell’Università del Piemonte Orientale, che si insedierà appunto ad Alessandria”. A parte il futuribile ‘terzo dipartimento di area medica’, cosa significa che il nuovo edificio “ospiterà il Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze politiche, economiche e sociali”. Palazzo Borsalino verrà dismesso? Cosa accadrà in un futuro, per ora molto incerto, allo storico edificio? Qualcuno ci sta pensando?